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Lupi, mentre Civettini si chiede come mai uccidano i cervi e le petizioni degli assessori vengono affondate a Luserna si fa informazione

Si chiama "Il ritorno del lupo – Nå in tritt von bolf" e aprirà il 2 aprile nel Centro di Documentazione. E' una mostra su pregiudizi, storia e soluzioni per una convivenza pacifica fra uomini e lupi. Intanto i cittadini bocciano Dallapiccola e Schuler staccandoli con la petizione della Lac di 10.000 firme

Di Luca Pianesi - 28 marzo 2018 - 21:15

LUSERNA. Se vi dicono "in bocca al lupo" come rispondete? "Crepi il lupo" direte voi e invece no, grave errore, sfiga sfigherrima, iella iellosa. Si risponde "grazie" e la spiegazione la trovate alla fine della mostra "Il ritorno del lupo – Nå in tritt von bolf" che dal 2 aprile aprirà a Luserna nel Centro di Documentazione. Non spoileriamo il perché (anche se gli indizi ci sono tutti) ma la ragione prende le sue mosse dalla natura stessa del lupo e dai suoi comportamenti i quali saranno analizzati e spiegati in quella che si annuncia essere una delle esposizioni più interessanti e attuali del momento sul lupo e sul suo ritorno nei nostri boschi. 

 

D'altronde il tema del lupo è stato rimesso al centro della discussione dai due assessori all'ambiente delle province di Trento e Bolzano, Dallapiccola e Schuler che in maniera alquanto improvvida e dimostrando di conoscere poco il mezzo hanno lanciato personalmente due petizioni online, una per uno, per chiedere più autonomia nella gestione del lupo. Risultato: hanno tirato su il primo 2.000 firme, il secondo 27.000 ma si sono esposti alla contropetizione lanciata dalla Lac che ha chiesto ai cittadini se sono d'accordo a mantenere gli attuali livelli di difesa di questo splendido animale e che, in meno giorni, ha tirato su ad oggi 38.000 firme.

 

Insomma, volevano usare la cittadinanza a loro favore per fare pressione su Europa e Roma e adesso dovranno fare un passo indietro, dopo la scoppola ricevuta proprio dai cittadini. Ma per degli assessori che pensano di risolvere le questioni in maniera facile e sbrigativa, agitando la clava della volontà popolare, che come un boomerang gli è tornata indietro colpendoli dritti in mezzo agli occhi, fortunatamente ci sono degli enti che organizzano eventi, conferenze, incontri sul tema. E la cosa curiosa è che tra quelli che ci credono in questo progetto c'è anche la Pat con i suoi esperti.

 

A Luserna (tra l'altro territorio dove c'è chi ha provato a fomentare paure e psicosi e dove i lupi ci sono) dal 2 aprile verrà aperta una mostra che documenta in termini scientifici “la specie” attraverso una conoscenza razionale della vita quotidiana, del carattere e delle qualità del lupo, presenta l’impatto che, sotto vari aspetti, questo ritorno ha sulla nostra società, mostra leggende e luoghi comuni legati alla sua figura archetipica cercando di rappresentare un contributo a quello che sarà sicuramente un lungo ed impegnativo percorso che, si auspica, possa portare ad una razionale e serena convivenza con il canide.

 

"Nella mostra si potranno trovare notizie storiche - spiega la curatrice della mostra Valentina Nicolussi Castellan - come per esempio le taglie che nell'800 venivano messe sui lupi: nel Regno d'Italia nel 1813 venivano pagate 60 lire per ogni lupo abbattuto, 24 lire per i lupetti, 90 lire per le lupe adulte e 135 lire per le lupe gravide. Saranno poi presentati modelli odierni di convivenza pacifica tra lupi e pastori, come in Abruzzo. Grazie alla presenza di pannelli esplicativi ed exhibit a tema e una mostra fotografica messa a disposizione dal biologo Matteo Luciani, nonché da una serie di filmati ed interviste, si mostrerà come la convivenza sia possibile e necessaria a tutti".

 

Matteo Luciani ha realizzato video e foto in Abruzzo (dove i lupi ci sono per davvero e sono oltre 200 contro la 20ina in Trentino e gli 0 stanziali in Alto Adige) e sul suo sito personale presenta foto bellissime e filmati di pastori (guardatele qua, ne vale la pena) come Angelo che spiega come "il lupo non è un grande problema perché il pastore abruzzese sa tenerli buoni e con le recinzioni, non è un gran problema. Anzi, penso sia molto utile per l'equilibrio del territorio. In 50 anni di lavoro avremo avuto 4-5 perdite di pecore per i lupi. Ma se ci sono i cani perdite non ce ne sono".

 

Più che lanciare petizioni, quindi, gli amministratori farebbero bene a spiegare come si fa a difendere i propri pascoli dalla presenza dei lupi. I nostri pastori, allevatori e agricoltori hanno dimenticato tecniche e accorgimenti che un tempo erano considerati basilari per chi viveva tra montagne e vallate (per difendersi dai lupi servono recinti elettrificati e cani da guardiana ma troverete tutto quel che c'è da sapere a Luserna). E l'interrogazione di Civettini di ieri in Provincia intitolata "lupi in Val Duron in Val di Fassa invasioni e razzie senza alcuna regola" dove il consigliere provinciale si dice allarmato per le predazioni "non tanto e non solo delle mandrie e dei greggi di questo periodo, quanto degli ungulati che vengono regolarmente assaltati da branchi di questi animali", mostra ancor di più la distanza della nostra società da quanto c'è di più naturale. L'uccisione di cervi e altri animali selvatici, infatti, segue le leggi della natura, visto che i lupi è così che si nutrono.

 

E mentre in Val di Fassa i cervi finiscono sotto le auto e a Campiglio i vigili del fuoco sono costretti a lanciare gli allert perché gli ungulati sono talmente numerosi da rappresentare un reale pericolo per auto e mezzi in transito diventa sempre più evidente quanto abbiamo bisogno dei loro "predatori naturali" per ripristinare un equilibrio che altrimenti sarebbe affidato solo alle doppiette e a chi si diverte con i fucili.

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