Inchiesta Università, dalla Buc al Polo Sanitario al Prg del Comune sfiorati anche i grandi progetti
Il professor Ricci, secondo l'accusa, utilizzava un laboratorio dell'Università e dei dottorandi per un progetto privato per il nuovo Not ("ho messo un laboratorio di progettazione nell'università, per cui diciamo ho fatto lo studio tradizionale dentro l'Università"), dirigente Maffei avrebbe ''turbato il procedimento amministrativo'' per la fornitura e posa in opera degli arredi per la nuova biblioteca Buc. Altri 2 docenti del Dicam, una ricercatrice e una dottoranda del Dicam indagati per un progetto sul Prg del Comune

TRENTO. "Aumentalo di 5-600 euro, fallo credibile, io ci metto una firma e lo mandiamo, non voglio vedere un cazzo, voglio vedere solo i soldi''. Così Mosè Ricci chiedeva, per gli inquirenti, al dottorando Mark Sonego di sovradimensionare le spese da sostenere per il laboratorio universitario denominato Ddl: gonfiare le spese da 1.300 euro a 2.448 euro al fine di ottenere dall'Università di Trento uno stanziamento maggiore rispetto a quanto realmente necessario a sostenere i costi del laboratorio. E' questo uno dei filoni dell'indagine condotta dalla guardia di finanza e dal pm Carmine Russo che ruota attorno alla figura di Mosè Ricci e vede coinvolta, indirettamente, l'Università di Trento della quale vi abbiamo dato notizia ieri.
Un'inchiesta che per l'accusa spazia dagli appalti ''pilotati'' all'esercizio illegittimo di professione privata da parte di docenti già regolarmente a contratto con l'Università (Cacciaguerra, Scaglione e lo stesso Ricci), dall'uso di atto falso di cui è accusato il direttore del dipartimento di ingegneria civile ambientale e meccanica Tubino agli scambi di favori tra studi tecnici e la responsabile della segreteria della direzione patrimonio immobiliare appalti dell'Università di Trento. Tutte accuse da provare in sede di giudizio ma l'impianto accusatorio è consistente e ha già spinto il giudice Marco La Ganga a disporre la misura interdittiva dai pubblici uffici, per un anno, proprio per il professor Mosè Ricci. (QUI gli sviluppi della vicenda giudiziaria di Giorgio Cacciaguerra).
E nell'inchiesta che segue le mosse del professore vengono toccati anche alcuni dei grandi temi che hanno riguardato la città negli ultimi anni: c'è il Nuovo polo sanitario del Trentino (il nuovo Not), c'è la Buc (la biblioteca universitaria nata alle Albere), c'è il Prg del Comune di Trento. Il Nuovo polo sanitario del Trentino viene toccato indirettamente. Il professor Ricci, secondo l'accusa, si era praticamente appropriato per fini privati del laboratorio Ddl dell''Università per la redazione del progetto del nuovo polo sanitario del Trentino cui partecipava a titolo privato e questo era il tenore delle sue conversazioni al riguardo: "Nel nostro tempo forse avere uno studio tradizionale come lo avevamo noi era una cazzata pazzesca. Io adesso ho messo sotto casa mia, c'ho 50/60 mq, ho messo uno studio dove c'è mia moglie e un paio di stagiste, tutti gli ex Ricci Spaini siamo in rete, se c'è un concorso da fare lo facciamo, se c'è un lavoro da fare lo facciamo, ognuno fa anche altre cose eh...e le spese si sono improvvisamente come dire...decimate, capito?" "con una capacità di fuoco che è praticamente la stessa, poi mi sono concentrato molto su Trento, ho messo un laboratorio di progettazione nell'università, per cui diciamo ho fatto lo studio tradizionale dentro l'Università".
Frasi che dimostrerebbero, per l'accusa, come Ricci da un lato esercitasse, di fatto, la libera professione, che è vietata ai docenti a tempo pieno e utilizzasse il laboratorio universitario a scopi privati, tra l'altro servendosi di dottorandi pagati dall'Università. Ci sono poi le ristrutturazioni di molte strutture dell'Ateneo (dal riadattamento a sala lettura e a spazi espositivi della ex segreteria studenti del dipartimento di Economia alla ristrutturazione della nuova sede Rettoriale e Amministrativa dell'Università in via Calepina) e per gli inquirenti il ''sistema'' sarebbe stato sempre lo stesso. Gli indagati, che sono il responsabile della direzione patrimonio immobiliare appalti dell'Università Rinaldo Maffei e la responsabile della segreteria tecnica di questa direzione Lucilla Giuri, avrebbero disposto che i progettisti delle opere frazionassero i computi metrici in modo tale da spezzare interventi da centinaia di migliaia di euro in tanti sotto i 50.000 così da poter procedere ad affidamenti diretti senza ricorrere a procedure concorrenziali.
Maffei è indagato anche perché ''turbava il procedimento amministrativo diretto alla predisposizione ed alla presentazione del bando di gara per la fornitura e posa in opera degli arredi per la nuova biblioteca Buc", riporta la procura nell'atto di conclusione delle indagini preliminari, con particolare riguardo alla fornitura dei tavoli elettrificati, le sedute, il bancone/reception e le cattedre multimediali. Per queste ragioni è indagato anche Walter Boller, project manager, perché per gli inquirenti i due ''si accordavano al fine di turbare, in concorso, il procedimento amministrativo diretto alla predisposizione e alla presentazione del bando di gara per la fornitura dei corpi e dei sistemi di illuminazione per la nuova biblioteca universitaria'' ''predisponevano 2 affidamenti dell'ammontare complessivo di 229.616 euro senza ricorrere ad alcuna procedura concorrenziale''.
Infine vi è il Prg del Comune di Trento. Mosè Ricci era il responsabile scientifico del progetto di ricerca per la revisione del Prg ''e del relativo fondo, quale ideatore - scrive sempre la procura - Geneletti (professore sempre del Dicam ndr), Zanon (altro professore di ingegneria civile e ambientale ndr) e Favargiotti (ricercatrice al Dicam ndr) quali membri della commissione, Cortinovis (una dottoranda ndr) quale beneficiaria ponevano in essere una serie di condotte finalizzate ad indirizzare in favore di quest'ultima la selezione pubblica per il conferimento di n.1 assegno per la collaborazione ad attività di ricerca bandita in data 9 aprile 2018 con decreto del direttore del Dicam dell'ammontare complessivo di 20.000 euro".
Per l'accusa non potendo rinnovare la borsa di completamento del titolo di dottorato e necessitando ancora della collaborazione della dottoranda per il progetto di revisione del Prg del Comune avrebbero indetto una selezione pubblica. Selezione già decisa (e poi effettivamente da lei vinta), in barba ad altri due candidati che avevano partecipato, visto che la dottoranda continuava a prendere parte agli incontri del tavolo Prg ancor prima della decisione. Insomma l'inchiesta è veramente molto ampia e sfaccettata. Molti dei reati di cui si parla, se confermati, sarebbero comunque puniti con sanzioni "leggere" ma certo non gettano una bella luce sul modus operandi locale. Ma siamo ancora alle indagini preliminari. Gli indagati, che lo ricordiamo sono 18, avranno modo di spiegare e difendersi in sede giudiziaria chiarendo la loro posizione e i loro atti per dimostrare la loro innocenza.