La crisi (un'altra?) è già tra noi, ma con Wikileaks e i Bitcoin la rivoluzione finanziaria democratica è cominciata


Anticipatore sociale, analista di macrotendenze consulente strategico
La crisi greca si aggrava costantemente mentre il Fondo Monetario Internazionale ribadisce che l’indebitamento greco è insostenibile in qualunque scenario di intervento: il paziente è condannato. Dal canto loro gli Stati Uniti di Grecie ne hanno due: Puerto Rico e Illinois. La bolla del mercato immobiliare dei paesi anglofoni ha raggiunto il suo culmine e sta già esplodendo: a San Francisco una coppia con un reddito superiore ai 130mila dollari annui (!) può chiedere e ottenere un sussidio statale per comprare casa; gli investitori cinesi sono in fuga.
La grande distribuzione nordamericana versa in una crisi di proporzioni inedite, con oltre una dozzina di catene di rivenditori costrette a dichiarare bancarotta e probabilmente altrettante destinate a farlo nel corso dell’anno. Le banche centrali stanno già pensando a nuovi “stimoli”, che in genere finiscono per generare altre bolle speculative, danneggiando l’economia reale: fino all’altro ieri ci rassicuravano che tutto era sotto controllo e le cose non potevano che migliorare.
L’Istat certifica che 8 milioni di italiani sopravvivono in condizioni di povertà, 4 milioni e mezzo di questi non possono acquistare il minimo indispensabile per vivere. Il 26,9% della popolazione infantile europea è povera e/o socialmente esclusa o a rischio di diventarlo. Oltre il 30% della popolazione infantile statunitense, spagnola e israeliana vive in famiglie povere. Il 49% delle famiglie americane non è nella posizione di poter mettere da parte dei risparmi.
Come si esce da questo vicolo cieco che sembra sempre più un circolo vizioso in cui ogni successiva crisi finanziaria ci spinge un po’ più in basso, con meno energie per tentare la risalita? Ci sono analisti che predicono un armageddon finanziario che abbatterà l’intero sistema, ma è un refrain che circola da decenni e che implicherebbe un’economia globale ostaggio di qualche migliaio di psicopatici intenti a depredare il mondo e incuranti delle conseguenze. Gli psicopatici sono certamente sovra-rappresentati nei luoghi in cui si esercita il potere, perché il potere è il fattore che li motiva, la loro droga, ma senza dubbio i decisori globali non sono tutti privi di coscienza e di senso della misura, altrimenti l’umanità si sarebbe estinta da tempo. Molti di loro sono realisti ed egoisti illuminati: sanno di dover concedere qualcosa per poter ottenere molto di più.
Esistono diversi sistemi che potrebbero essere adottati in sostituzione di quello corrente. La moneta di una particolare nazione, come ad esempio la Cina, che sostituisce il moribondo petrodollaro come valuta di riserva globale, previ accordi tra gli stati del mondo che ciò non dovrà in alcun caso condurre a un ordine unipolare come quello attuale. Oppure potrebbe essere un paniere di valute e di metalli preziosi come l'argento e l’oro. O, ancora, potrebbe essere un sistema interamente digitalizzato a partire dalla tecnologia usata per le blockchain e i bitcoin.
Per ciascuna di queste soluzioni vale la domanda chiave: chi controlla cosa, come e a che fine? Un sistema decentrato in cui il controllo fosse diffuso sarebbe il più agevole da porre al servizio dell'intero genere umano. Il vantaggio delle valute digitali è che in pratica per la prima volta nella storia moderna l'umanità ha la possibilità di scavalcare l'intero sistema bancario per quel che riguarda la produzione e gestione del denaro. Per quanto i governi e le grandi banche (es. Goldman Sachs) possano dotarsi di strumenti di controllo o di titolarità esclusiva l’ecosistema delle cripto-valute è per sua natura plurale e democratizzante.
Detto questo, chi pensasse di sapere cosa accadrà dopo la prossima crisi finanziaria potrebbe restare spiazzato. Innanzitutto perché, come mostrato all’inizio, la crisi è già tra noi ma, come le rane nella pentola che non si accorgono che l’acqua si sta scaldando e le bollirà, non abbiamo fatto 2+2. In secondo luogo perché, mentre è pur vero che le economie asiatiche ed eurasiatiche sotto la guida della Cina e della Russia hanno messo in piedi un intero sistema finanziario alternativo a quello occidentale, duplicandolo, ma con la differenza cruciale che la sua architettura è concepita per essere al servizio di attività produttive e non speculative, non dobbiamo però dimenticarci che la posta in gioco è enorme e i giocatori si sono moltiplicati, rispetto alla crisi precedente.
Wikileaks è apparsa nel dicembre del 2006, in pieno scoppio della bolla dei subprime. Il protocollo Bitcoin è stato pubblicato dal misterioso “Satoshi Nakamoto” nel novembre 2008, poche settimane dopo il tracollo di Lehman Brothers. Il legame tra i due fenomeni e tra Assange e “Nakamoto” è il movimento Cypherpunk, sorto alla fine degli anni Ottanta allo scopo di garantire “privacy per i deboli e trasparenza per i forti” e di sottrarre alle banche il monopolio dell'emissione monetaria. Visto il successo straordinario di queste due innovazioni epocali, è lecito ipotizzare che il sistema che dovesse essere messo in campo su iniziativa delle alte sfere potrebbe diventare l’architrave di una rivoluzione finanziaria planetaria democratica che i decisori di oggi non hanno verosimilmente messo in conto.