Teleferiche e ferrate per ''nutrire'' la fame di montagna dei turisti: vi prego fermate tutto


Costruttore di ripari per chi ha perso tutto. Tessitore di relazioni per comprendere
Ieri sono tornato alle torri del Vajolet dopo, credo, 40 anni. Da giovane ci bazzicavo spesso; mi piaceva scoprire quelle rocce solitarie, quell'equilibrio che ti consentiva di salirci su per affrontare la tua voglia di sfide giovanili. Ho rivisto e percorso quella fessura della Stabler e ho pensato a Preuss alla sua fragilità giovanile che lo resero poi un forte scalatore ed a quella via che lui aveva aperto senza tanti chiodi e che 40 anni fa risalivo faticosamente.
Poi dopo tanti ricordi ho guardato la realtà odierna. Ho pensato alle "incazzature" di Preuss per qualche chiodo mentre "ammiravo" una potente teleferica costruita non so nemmeno perché, forse per restaurare, costruire, ampliare, portare vino e birre ai famelici turisti.
Mi chiedevo come si fa ad autorizzare tanta potenza e soprattutto per cosa? Per lucrare un po' di denaro ai turisti ormai diventati una massa incontenibile? Per quanto tempo in un anno? Due mesi? Povero Preuss! Oggi gli dedichiamo un rifugio pure chiuso.
E mi chiedevo dove sono Cai, Sat, Alpenverein a difendere un ambiente che se ne sta andando o che già è altro perché come insegnava Croce, l'ambiente naturale non esiste se non perché gli contrapponiamo quello da noi costruito. Ora al Vajolet vogliamo far coincidere il naturale con il costruito così i turisti si sentiranno più sicuri e coccolati.
Per carità vi prego fermate tutto! Lasciate i monti lì e che sia il desiderio di scoprire, sperimentare, trovare l'equilibrio a spingere le persone ad andarci e non la comunicazione per far si che qualcuno giù in valle diventi più benestante. Togliete quelle funi! Non è un problema di sicurezza è il solo modo che la montagna conosce per difendersi da noi umani che tutto vogliamo dominare, gestire ed assimilare per rendere tutto uguale a noi che poi ci facciamo la guerra!
Fermatevi, smettetela di ferrare i monti che non appartengono a noi umani. A noi, l'unica cosa che ci appartiene e ci rimane è sperare.