Quelli che..''il turismo sostenibile'': tra bici strazzaboschi e lancio in parapendio a Land Rover, sci con petardi e ''c'è il wi-fi'' in vetta. O loro o l'ambiente


Attore professionista, autore e doppiatore
Ehi voi, "amici della montagna"! Quando organizzerete un campionato di bici strazzaboschi in quota con razzo nel culo e lancio dalla vetta con parapendio a Land Rover, sci ai piedi con petardi a valanga e kajak a tracolla in mezzo a palme di gomma con musica a palla ed Happy Hour imbragati sul cròzz? Vorrei iscrivermi e dedicarmi così al vostro "turismo sostenibile''. Come si sarà capito cerco di anticipare i tempi. Si può sorridere, vero, ma è con tanta tristezza che lo scrivo, perché l’andazzo è questo.
Io sono sempre stato un amante della montagna e chi mi conosce lo sa, ma in questi ultimi tempi cerco di andarci nelle mezze stagioni se il lavoro me lo permette, nelle giornate così così, né pioggia né sole, per evitare le processioni urlanti sui sentieri, per scansare chi al rifugio chiede se c’è il wi-fi, per non sentire le mamme che chiedono al pargolo “Lo vuoi al pistacchio o all’amarena?”, per non vedere gente sul sentiero con scarpe da città o in braghette corte nell’erba alta a rischio zecche, per non sentire i fungaioli della domenica chiamarsi da una valle all’altra per dirsi della brisa, per non correre il pericolo di essere investito dietro la curva del sentiero da un cretino che fa downhill col rampichino elettrico, per non vedere gli escursionisti in costume da bagno, per non frequentare nemmeno di striscio i concerti a duemila metri, per evitare i maleducati d’alta quota che buttano le cartacce, le bottiglie di plastica e i piatti di carta nei prati, per non vedere i mozziconi di sigaretta per i boschi, per non seguire come Pollicino i fazzoletti di carta di chi fa pipì a bordo tratturo, per non venire a contatto con la gente che considera il silenzio millenario della montagna un attentato alla sicurezza della loro psiche ed ecco che allora noi gli andiamo incontro con festosi altoparlanti di musica a tutto volume sulle piste, con i bar selvaggi ad alta gradazione alcolica distribuiti a mezzacosta e lungo il tracciato, non sia mai che qualcuno si becca l’astinenza da sprizz e centra un albero, perché dopo sono rogne.
Anche i parchi naturali sono sbeffeggiati negli ultimi tempi, dove nonostante i cartelli si fa man bassa di funghi, mirtilli, pigne, sassi e legna indisturbati, perché se multi i turisti l’anno dopo questi non tornano, chiaro no? Che ci diamo la zappa sui piedi? Poi ci sono i raduni di fuoristrada, nei parchi (difficile da credere, no?) roba di un certo livello, chi lo sfoggia più lungo vince, a metà Briatore e metà Potachìn da Càden, grazie al sindaco che o chiude un occhio o è uno di loro. Insomma alla fine della fiera io non credo a chi mi parla di turismo “sostenibile”, e meno che meno se è un politico figlio di questi tempi sbalestrati. C’è il trucco da qualche parte, anzi azzardo una fosca previsione: andando avanti di questo passo non resteranno alternative e la scelta dovrà essere dolorosa...o questo turismo o l’ambiente. Aut aut, dicevano i latini.