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Dal volontariato ai pranzi in discarica, dall'abolizione dell'esercito alla manifestazione contro Uber. Un viaggio fra Nicaragua e Costa Rica

La trentina Lara Noto ci racconta le grandi contraddizioni che contraddistinguono Nicaragua e Costa Rica, paesi confinanti e in antitesi fra loro dove da un lato domina incontrastata la famiglia Ortega e dall'altro non c'è nemmeno più l'esercito

Di Luca Andreazza - 12 marzo 2017 - 19:04

TRENTO. "L'esperienza di volontariato come insegnante di inglese alla scuola elementare di Diriamba si è conclusa in un abbraccio dei bimbi", fresca di rientro dal viaggio nell'America centrale, Lara Noto ricorda per ilDolomiti l'ultima parte del suo viaggio nel nuovo mondo durato circa cinque mesi.

 

Un lungo viaggio a tappe zaino in spalla tra Guatemala, Messico, Cuba, Honduras e Belize, per terminare il suo girovagare solitario con la scoperta di Nicaragua e Costa Rica, paesi confinanti e in antitesi fra loro. "Durante l'ultimo mese - prosegue - ho visto direttamente alcune situazioni gravi e commoventi. Un Un viaggio caratterizzato da contraddizioni e similitudini, ma anche umanità, solidarietà e gentilezza".

 

Il Nicaragua è il più grande paese del Centro America, ma versa in condizioni di estrema povertà. Si scrive Nicaragua e si legge famiglia Ortega. Padre e padrone: capo di stato e del governo da ormai oltre dieci anni.

Daniel Ortega rappresenta la figura più potente del Nicaragua, non solo per motivi politici. Dai media all'acqua passando per l'elettricità, tutto rientra fra le sue proprietà. A novembre è stato rieletto per la terza volta consecutiva presidente del Nicaragua, ma la sua vittoria è appannata dalle denunce di brogli e manipolazioni delle istituzioni.

 

La popolazione è stufa e crede, a ragione, di vivere sotto una dittatura: sua moglie, la poetessa Rosario Murillo, è inoltre vice presidente e si rincorrono le voci che stia preparando una successione dinastica del potere. Un malcontento generale che sta portando diverse persone ad armarsi nel nord del Paese per preparare un colpo di stato, ma questi movimenti sono solo all'inizio. 

 

Rivoluzionario, Ortega ha animato la guerriglia d'ispirazione marxista per sconfiggere Anastasio Somoza Debayale nel 1979.

Daniel Ortega è politicamente vicino alle posizioni di Fidel Castro e Hugo Chavez, ma i suoi sforzi nella ricostruzione economica e sociale sono stati minati dall'embargo imposto dagli Stati Uniti. Il presidente a stelle e strisce temeva allora la nascita di un altro governo comunista in America centrale e allora la Cia armò e appoggiò la guerriglia dei Contras.

 

La sanità e l'istruzione in tutti i suoi gradi sono gratuiti, ma mancano tutti quei farmaci generici che in Europa sono all'ordine del giorno, mentre se non fosse per le azioni di volontariato delle associazioni ong di origine estera presente sul territorio, i bambini non potrebbero imparare l'inglese.

 

Una rivoluzione quindi tradita, prima combatte contro la dittatura e ora ripercorre quelle stesse orme. Un potere personalista, dove ha praticamente annullato l’opposizione e cambiato le regole elettorali, violando inoltre ripetutamente la Costituzione.

Ortega riesce a mantenere l'ordine attraverso i suoi programmi assistenzialisti e il voto di scambio. Le elezioni registrano un'enorme tasso di astensione, ma il suo bacino elettorale è composto in larga maggioranza dai contadini, ai quali vengono regalate galline in cambio del voto. Altrimenti un altro metodo è quello di regalare i tetti in lamiera per quelle case, ancora tante, che sono sprovviste della copertura. Le persone povere temono di non ricevere gli aiuti se non lo votano e quindi questo circuito è difficile da fermare.

 

Una povertà dura e toccata con mano in diverse occasioni. Quale occasione l'ha colpita maggiormente?

Una mattina la nostra associazione di volontari si è recata al 'basurero' di Diriamba, la discarica del paese, per offrire il pranzo a tutti i senzatetto. Un'esperienza da lasciare senza fiato: qui la gente vive in vere e proprie baracche, brucia la spazzatura e vive di stenti. Quel giorno c'era anche una ruspa che cercava di spianare il terreno circostante per permettere alle persone che vivevano dall'altra parte della discarica di poter accedere alla strada e ricevere il cibo. 


Dopo il Nicaragua e prima di rientrare in Trentino, il viaggio si è concluso in Costa Rica: un Paese che ha abolito l'esercito nel 1949 (dopo la guerra civile) e nel 1983 si è dichiarato neutrale.

La sola forma istituzionale 'armata' è dedicata a compiti di polizia civile, guardie di frontiera, sorveglianza dei parchi naturali e ordine pubblico. La rinuncia all'esercito ha permesso di investire le risorse in altri settori. Questo ha comportato un alto tasso di sviluppo umano, una preservazione del proprio patrimonio faunistico e floristico: una notevole parte del territorio è dichiarata parco nazionale e il governo non concede l'edificazione lungo le coste per salvaguardare le spiagge e la biodiversità. 

 

Il Costa Rica ha il più alto rapporto al mondo di biodiversità e la popolazione si sente ospite della natura: scimmie, procioni e altri animali sono i veri padroni. L'alfabetizzazione è inoltre alta e il servizio sanitario pubblico buono. Il Costa Rica è senza dubbio il Paese più caro dell'America centrale: qui il dollaro e gli investimenti americani comandano l'economia. 


Autobus efficienti, raccolta differenziata a livelli occidentali, anche il Costa Rica ha però un problema internazionale

Un paese sviluppato si misura dall'efficienza del sistema pubblico: autobus in orario, infrastrutture e rete stradale. In Nicaragua si parte solo se il mezzo è pieno, in Costa Rica invece ci sono gli orari. Anche qui però i tassisti locali si scontrano con l'arrivo di Uber: non sono mancante le manifestazioni nazionali contro questa compagnia. Ovviamente esiste anche una forte immigrazione di popolazione che scappano dalla povertà del Nicaragua, ma la solidarietà è forte e l'integrazione a ottimi livelli.

 

 

 

 

 

   

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