Cavalese, negozi chiusi e tantissima gente nel piazzale dell'ospedale per dire un 'No' forte, partecipato e applaudito
Come anticipato dal portavoce di Parto per Fiemme nessun politico è intervenuto sul palco di Cavalese, ma Bezzi, Bottamedi, Cia e Fugatti hanno organizzato una conferenza stampa: "Comportamento contraddittorio del centro-sinistra". Movimento 5 stelle: "Stupito dall'atteggiamento del centro-destra: sono responsabili anche loro"

CAVALESE. Venerdì 10 marzo, ultimo giorno di apertura del punto nascite di Cavalese. Negozi chiusi in anticipo e tantissime le persone delle Valli di Fiemme, Fassa e Cembra che si sono riversate nel piazzale dell'ospedale per manifestare in difesa dell'operatività e dell'essenzialità del reparto. Un 'No' forte, partecipato e applaudito alla chiusura del punto nascite e per ribadire la contrarietà a quanto stabilito nella nota di Andrea Urbani, il direttore generale del Ministero della Salute, il 7 marzo scorso: "In merito al Punto Nascite di Cavalese, pur riconoscendo l'oggettiva difficoltà orografica, si ritiene che non ricorrano le condizioni per confermare il parere favorevole precedentemente espresso".
Appelli all'assessore Zeni, al dirigente Paolo Bordon dell'Apss, lettere, comunicazioni e tante testimonianze, senza paura delle querele. Una manifestazione e storie diverse per sensibilizzare il Trentino sulla chiusura di questo servizio essenziale in valle di Fiemme, ma anche per rimarcare che la salute e il benessere non può essere un numero o un conteggio per far tornare i conti e i soldi.
Se, come annunciato da Alessandro Arici (portavoce di Parto per Fiemme), nessun politico ha preso la parola sul palco davanti all'ospedale e l'assessore Zeni ha assicurato il massimo impegno per riaprire il punto nascite, i consiglieri di opposizione Manuela Bottamedi (Energie per l'Italia), Giacomo Bezzi (Forza Italia), Claudio Cia (Agire) e Maurizio Fugatti (Lega Nord) hanno organizzato una conferenza stampa a Cavalese per intervenire contro il depotenziamento dei servizi nelle valli trentine.
"L'atteggiamento di alcuni consiglieri di centro-sinistra - spiega Maurizio Fugatti - è contraddittorio, soprattutto quelli che dovrebbero essere portatori delle istanze di queste valli. Gli stessi che bocciano gli atti politici che impegnano a richiedere una deroga per i punti nascita di montagna". Il riferimento è alla mozione della minoranza per spingere la Provincia di fare squadra con Veneto e Lombardia per richiedere a Roma condizioni specifiche per le zone montane.
"La chiusura del punto nascite di Cavalese - aggiunge Claudio Cia - ha origini lontane e risale alla firma del patto di Milano: un accordo che prevedeva la chiusura dei reparti sotto i 1.000 parti. Gli elicotteri Augusta, usati per trasportare le partorienti, sono già stati acquistati nel 2009, segno che il depotenziamento degli ospedali montani non è inaspettato, ma è la conseguenza di scelte ben precise del governo provinciale. Il centro-sinistra si erge a difesa delle istanze degli abitanti, ma a Trento decidono in senso opposto. L'allora assessore e oggi presidente Rossi era ben consapevole dei numeri degli ospedali trentini, e se davvero avessimo voluto far valere la nostra Autonomia quell’accordo di Milano non andava firmato".
Per Manuela Bottamedi davanti a temi che riguardano la collettività, come la salute e i servizi essenziali sul territorio è necessario restare uniti, facendo rete con le regioni vicine, ma "in questi giorni - sottolinea - l'assessore Zeni, il presidente Rossi e i consiglieri di maggioranza stanno portando avanti un tipo di politica arrogante che ora si chiude nel silenzio".
Il consigliere Giacomo Bezzi rivendica invece l'importanza di portare allo scoperto l'atteggiamento della maggioranza: "Questa insofferenza popolare - dice - oltre alla solidarietà, deve spingere la politica a saper ascoltare, ma soprattutto farsi portatrice di queste istanze, senza etichettare le minoranze come populiste".
Nella querelle entra anche il Movimento 5 Stelle in quanto "desta scalpore - commenta il pentastellato Filippo Degasperi - una certa meraviglia l'insistenza e gli interventi dei consiglieri di centro-destra sulla chiusura dei punti nascita. Quello stesso centro-destra che nel 2010 propose nel piano Fazio la riorganizzazione dei presidi sanitari e oggi si trova a sostenere il contrario: una chiusura figlia di quel nefasto accordo Stato-Regioni".