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Boccanera Gallery, storia di un successo partito a Trento e che ha raggiunto Milano, Lucchi: ''Una scelta di vita fuori dal comune ma piena di soddisfazioni''

Nelle sue gallerie si affrontano tematiche e tecniche diversissime una dall’altra, ma a fare la differenza sono gli artisti che hanno tutti un forte potere espressivo e comunicativo che Lucchi sembra poter amplificare fino a farlo espandere alla massima potenza

Di Eva Lavinia Maffei - 17 novembre 2024 - 11:15

TRENTO. Chi conosce Giorgia Lucchi da molto tempo non ha mai avuto alcun dubbio riguardo al fatto che non avrebbe mollato. Spirito e dinamismo l’hanno sempre contraddistinta e così oggi la galleria Boccanera ha una sede a Trento e una a Milano, partecipa alle principali fiere di arte contemporanea nazionali e internazionali e spesso dialoga con realtà culturali e progetti sociali come fondazioni e associazioni di solidarietà e sostegno alla comunità, dando il proprio contributo, o portando proprio l'arte al centro, come è stato ad esempio per “Affinità elettive” lo scorso anno a Levico con la Fondazione Trentina per l'Autismo.

 

Nelle sue gallerie si affrontano tematiche e tecniche diversissime una dall’altra, ma a fare la differenza sono gli artisti che hanno tutti un forte potere espressivo e comunicativo che Lucchi sembra poter amplificare fino a farlo espandere alla massima potenza. Boccanera Gallery non è puro mercato, è una fucina di energie dove la gallerista si fonde nel lavoro dei suoi artisti arrivando a sentirsi completamente immersa e capace di dirigere con pragmaticità e intuizione la presentazione delle loro opere.

 

Lucchi cosa vuol dire dedicarsi all'arte? 

Sia io che gli artisti non ci risparmiamo: la nostra è una scelta di vita fuori dal comune, che abbiamo consapevolmente abbracciato. Io mi impegno a valorizzare gli artisti e loro possono dedicarsi al proprio lavoro con impegno e fatti concreti. È un equilibrio tra dare e ricevere, uno scambio costruttivo e senza troppe aspettative, ma che comunque arriva. Con questi artisti, la galleria prospera e si innesca quel circuito virtuoso che permette di crescere insieme.

 

L'apertura della galleria a Milano ha diviso le tue energie tra le due sedi o l'effetto è che ti si raddoppiano le energie?

L'apertura della galleria a Milano ha portato un interessante equilibrio nella mia vita professionale. Se da un lato ho dovuto dividere le mie energie tra Trento e Milano, dall'altro ho anche notato un effetto di moltiplicazione delle mie risorse. A Milano, posso contare su un team di collaboratori ben formati che si occupano della galleria e dei visitatori, fungendo così da protesi per me. Questa città internazionale e competitiva offre riconoscimento ai progetti e alla ricerca, e penso che le energie che ne derivano mi permettano di affrontare il lavoro a Trento con maggiore serenità. Trento, la mia città natale, ha una posizione strategica per il transito tra il nord Europa e l’asse est-ovest che collega Milano a Venezia. È un luogo che mi piace e dove mi sento a casa. Lavorare su progetti specifici in questo contesto mi consente di essere più audace e creativa, senza la paura di restare intrappolata nel localismo.

 

E' partita con l'idea di accogliere nella tua galleria dei giovani artisti per accompagnarli nella crescita artistica. Come definirebbe il rapporto che stringe con loro?

Le dinamiche sono molto diverse, ma sicuramente tutto si fonda su una complicità “chimica”, che scatta quando inizio a collaborare con l’artista. Da qui nascono spontaneamente una fiducia e una stima reciproche, così come le rispettive responsabilità. Ritengo che un rapporto che si basa solo su un’intesa economica sia poco costruttivo. Si guarda oltre. Ci si sceglie ogni giorno da entrambe le parti, ci si confronta continuamente, si diventa entrambi visionari e spesso ci si intende senza neanche dover parlare. In altre parole si diventa una squadra, dove ognuno ha il proprio compito. Evidentemente non sempre tutto è così roseo. A volte si arriva allo scontro, ma mai si deve arrivare alla mancanza di rispetto. E se questo accade, preferisco interrompere il rapporto di collaborazione, anche con il migliore artista. Siamo tutti persone con diverse sensibilità, facciamo un lavoro meraviglioso e ci circondiamo di bellezza. Non posso sopportare un rapporto che non la esalti, ma al contrario la corrompa.

 

Quali sono le sue priorità per raggiungere e mantenere la massima qualità nel tuo lavoro?

Da un lato la ricerca costante: rimango sempre aggiornata sulle tendenze artistiche e le nuove tecniche, dedicando tempo alla lettura, alla visita di mostre e alla partecipazione a fiere internazionali, a eventi, talk, conferenze. Questo mi aiuta a rimanere ispirata e informata. Poi c'è la collaborazione con gli artisti: credo fermamente nel valore del dialogo e della collaborazione. Ascoltare le esigenze e le visioni degli artisti che rappresento è fondamentale per sostenerli al meglio e creare un ambiente stimolante. Aggiungerei l'attenzione ai dettagli: la qualità si trova nei dettagli. Ogni aspetto, dalla curatela degli eventi alla presentazione delle opere, viene curato con grande attenzione, affinché ogni progetto rifletta il valore dell'arte che promuoviamo. E poi l'attenzione per i visitatori: accolgo sempre il feedback, sia dai visitatori che dagli artisti. Questa apertura mi permette di riflettere e migliorare continuamente, assicurandomi che ogni iniziativa sia migliore della precedente. Infine aggiungerei passione e dedizione: la mia passione per l'arte e la dedizione al mio lavoro sono fondamentali. Queste qualità mi spingono a dare il massimo in ogni progetto, perseguendo l'eccellenza in tutto ciò che faccio.

 

Boccanera gallery si sta rivelando un successo, ci sveli qualcosa al riguardo?

Fa sicuramente piacere che si percepisca questo. Le decisioni che prendiamo sono in gran parte guidate dall'istinto e dalle sensazioni, ma anche questa parte se vogliamo più "irrazionale" si basa di fatto su un solido bagaglio culturale e su un costante impegno nella ricerca e nello studio del settore. Tuttavia, tutto ciò non credo sia sufficiente. C’è un elemento in più che fa la differenza, quel “non so che” che risulta difficile anche da definire, simile all'atto creativo dell'artista stesso.

Un punto di forza è che tutti i miei artisti e le mie artiste sono di alto livello e li seguo, supporto e promuovo con grande soddisfazione. Ognuno di loro esprime forti personalità nelle proprie opere, frutto di una ricerca artistica profonda e persistente, ognuno con le proprie peculiarità uniche.

 

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