Miss Italia: "Sono per l'accoglienza e l'integrazione. Nel 2017 è impossibile parlare ancora del colore della pelle delle persone"
Intervista ad Alice Rachele Arlanch vincitrice del titolo di più bella d'Italia pochi giorni fa. La sua vittoria è stata anche al centro di una polemica. Per Libero la finale è stata "il trionfo delle minoranze". "Samira è italiana, nata e vissuta in Italia. Mia mamma ha parlato in tedesco? Il bilinguismo rappresenta la mia regione"

TRENTO. Parola d'ordine: "integrazione". Alice Rachele Arlanch, è Miss Italia da nemmeno una settimana, viene da Anghebeni di Vallarsa ed è giovanissima, ha solo 21 anni. Eppure ha le idee molto chiare e, oltre alla bellezza, sfoggia una notevole profondità di pensiero sui temi di attualità. Iscritta alla facoltà di giurisprudenza di Trento, indirizzo europeo e transnazionale, ha affermato di essere determinata a concludere i suoi studi, nonostante i numerosi impegni e le proposte professionali nel mondo dello spettacolo.
La sua vittoria, però, non è passata via "indolore". Già la sera stessa del successo, infatti, sui social e poi sul quotidiano Libero, si è scatenato un dibattito senza fine (e senza senso) sul fatto che questa edizione di Miss Italia avrebbe premiato le "minoranze" dimenticandosi, invece, della vera donna italiana (addirittura Alice è stata attaccata per il cognome troppo "tedesco"). "Ogni occasione è buona per fare polemica in Italia - spiega Alice -. Io abito in Trentino-Alto Adige, regione in cui le lingue ufficiali sono due: l'italiano e il tedesco - dichiara Alice -. Anche il mio cognome è tedesco, d'altronde provengo da una zona che faceva parte dell'Austria".
A scatenare le proteste, in particolare, è stato l'appello al voto fatto dalla mamma di Alice durante il programma. Un appello prima in italiano e poi in tedesco. "Io non ci trovo nulla di male - continua Miss Italia - anzi. Il discorso bilingue della mamma ha rappresentato perfettamente la mia regionalità. Mi ha aiutata a rappresentare la vera me stessa". Sui social, si era scatenata la polemica e oltre ad Alice era stata attaccata la terza classificata al concorso che elegge la più bella d'Italia: "Una ha il cognome tedesco e la mamma parla tedesco" e l'altra "è senegalese". Secondo Alice, la strada per l'integrazione in Italia è ancora lunga e ben in salita: "Parlare ancora del colore della pelle nel 2017 è segno di una mentalità molto arretrata". E sulla collega terza classificata Samira Lui? "Samira è italiana, nata e vissuta in Italia. Altro non c'è da aggiungere".
La scelta di Alice di un corso di studi in diritto internazionale è stato dettato proprio dalla sua propensione alla garanzia dell’uguaglianza sociale e alla tutela dei diritti delle minoranze. La sua fonte di ispirazione, ha detto fin da subito, è Angelina Jolie, una donna impegnata con le Nazioni Unite nella difesa dei diritti di profughi e rifugiati e che ha intrapreso numerose missioni umanitarie nei paesi più poveri del mondo. E allora la domanda è d'obbligo: cosa ne pensa la nuova Miss Italia dei fenomeni migratori nel nostro Paese? "Penso che sia importante accogliere chi proviene da nazioni che vivono stati di guerra e conflitto - risponde Alice -. Sono assolutamente favorevole all'accoglienza, ma la gestione a livello nazionale ed europeo va rivista e corretta. E' necessario imparare a gestire la questione migranti in modo più coerente e regolarizzarla. I migranti dovrebbero essere identificati in modo più sistematico".
Lo stesso discorso vale per l'accoglienza ai migranti in Trentino: "Posso dire di aver vissuto il fenomeno in modo diretto. Il comune di Vallarsa ha accolto alcuni profughi e ha messo loro a disposizione un appartamento. Sono stati affidati loro dei lavori quotidiani, come lo sfalcio dell'erba, per rendersi utili e permettere loro di impiegare il tempo in modo costruttivo. Questo, secondo me, è un primo passo verso l'integrazione".
Cosa prevedono i prossimi giorni e quali sono i programmi per il futuro di Alice? "Ho in programma tante interviste e servizi fotografici. Ho già avuto qualche proposta professionale. La mia idea resta quella di continuare con l'università e terminare gli studi, gestendo sia gli impegni accademici che gli sbocchi professionali offerti dal nuovo titolo".