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Le mostre sull'artista trentino Carlo Sartori anticipano il Trento film festival

Le due mostre sono a cura di Gianluigi Rocca e Alessandro Togni. La prima si svolge a Palazzo Trentini, mentre la seconda nello Spazio delle Arti. Vita, natura e autoritratti per delineare il percorso artistico del pittore trentino

Carlo Sartori, la scampagnata
Di Luca Andreazza - 20 aprile 2017 - 18:49

TRENTO. Dopo le tappe di avvicinamento costituito dalle anteprime divise tra il teatro San Marco, il Centro per la formazione alla solidarietà internazionale, il cinema Astra e l'Università, il Trento film festival continua a passi spediti la sua marcia verso il 27 aprile, giorno ufficiale del via alla sessantacinquesima edizione della kermesse sulla montagna in tutte le sue forme. Giovedì 20 aprile a Palazzo Trentini in via Manci 2 è stata inaugurata la mostra che omaggia il grande artista trentino Carlo Sartori. La retrospettiva dedicata al pittore si intitola 'La vita, la natura e il volto'.

 

La mostra a cura di Gianluigi Rocca e Alessandro Togni è realizzata in collaborazione con la presidenza del consiglio provinciale e lo Spazio delle arti ed è aperta al pubblico fino al 14 maggio. 

 

La seconda mostra dedicata all'artista, intitolata 'Carlo Sartori - i disegni' sarà aperta al pubblico dal 27 aprile al 28 maggio nelle sale dello Spazio delle arti in via Paradisi 7.

 

Questa retrospettiva curata da Gianluigi Rocca e Alessandro Togni mette in luce i tre diversi temi pittorici trattati dal grande artista trentino che hanno caratterizzato il suo intero percorso.

 

Il tema dedicato alla vita, per il quale la mostra propone 17 opere, provenienti da collezioni private, trasmette e introduce nelle opere la rappresentazione dell'ambiente, le persone e l'anima della gente che abita il territorio delle montagne del Trentino. Esperienze di una vita di fatiche, documentata attraverso i riti del lavoro, affrontata sempre con estrema tenacia e dignità. Ma anche attraverso figure umane volutamente e grottescamente deformate per accentuare ulteriormente il senso della sofferenza e dell'umiltà del dolore al cospetto della madre terra. Questo contenuto rimane sicuramente il più conosciuto e il più apprezzato dell'artista del Lomaso.

 

Il secondo aspetto preso in considerazione è dedicato alla natura, con una retrospettiva di 24 opere, provenienti da collezioni private. Carlo Sartori dipinge un numero infinito di nature morte floreali che rare volte hanno visto la luce in mostre o esposizioni a lui dedicate. Un’allegoria frastornante di colori, a volte persino esagerata, di un pittore visionario che dal suo intimo racconto di umile felicità ci conduce all'interno di una visione della natura quasi surreale.

 

L'ultima tematica trattata dalla mostra sono la serie dei 38 autoritratti: dagli schizzi dei volti giovanili di ragazzo, fino ai ritratti più composti e costruiti in tarda età.

 

Una mostra 'completa' che introduce e porta in superficie le ragioni della sua arte e le visioni dell'uomo-artista: un animo schietto e autentico ha raccontato i riti e la vita di un tempo perduto. Memoria che sopravvive, nel consapevole atto di partecipazione alla conoscenza del mondo.

  

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