La storia delle storie del Nanga Prabat. Gianluca Gasca racconta il "grande ottomila" alla Libreria Arcadia
Gianluca Gasca, alpinista e 'appenninista', racconta tutto questo e molto altro in un libro quasi definitivo sulla storia dei grandi scalatori di questo ottomila e sul rispetto che si deve ai giganti di pietra. Venerdì 30 giugno alle 19

ROVERETO. Il Nanga Parbat è la nona montagna più alta della Terra, con i suoi 8.126 metri, ma è, dopo l'Annapurna, il secondo monte al mondo per indice di mortalità, pari a circa il 30% delle ascensioni tentate.
Si trova in Kashmir, in Pakistan, e la sua storia è legata al tentativo di Albert Mummery del 1895 che dopo aver raggiunto i 7.000 metri dal versante Diamir morì insieme a due Gurkha come anche alle tragiche spedizioni tedesche degli anni '30, o ancora alla triste fine di Günther Messner.
Il suo nome è sempre stato associato ad un'idea di inviolabilità, tanto da esser accostato all'etichetta, facile, di "montagna assassina". Una montagna difficile interpretata da Reinhold Messner in prima ascensione in solitaria nel '73, da Simone Moro nella prima invernale e da Nives Meroi, nel 1998, solo per citarne alcuni.
Gianluca Gasca, alpinista e 'appenninista', racconta tutto questo e molto altro in un libro quasi definitivo sulla storia dei grandi scalatori di questo ottomila e sul rispetto che si deve ai giganti di pietra. Le storie narrate nel libro sono storie di varia umanità che trascendono di molto il dato alpinistico.
L'autore, da sempre amante del viaggio con lo zaino in spalla, nel 2014 organizzò una traversata delle Alpi che lo portò a stravolgere la sua vita e a iniziarne una nuova fatta di incontri e di ritmi diversi più naturali. Venerdì 30 giugno sarà alla Libreria Arcadia. L'iniziativa è organizzata con il patrocinio della SAT di Rovereto.