La conquista dello spazio passa per Folgaria nella mostra delle figurine Panini
Le conquiste scientifiche vengono raccontate a Maso Spilzi attraverso le figurine Panini nel sessantesimo anniversario del primo lancio del satellite artificiale Sputnik. Interviene anche Giovanni Caprara, giornalista scientifico del Corriere della Sera

FOLGARIA. È la sera del 4 ottobre del 1957 quando in tutto il mondo arriva la notizia del lancio del primo satellite artificiale da parte dell'Unione Sovietica, lo Sputnik. Un avvenimento che stravolge gli scenari internazionali, in un momento storico in cui la conquista dello Spazio è oggetto di un'accesa competizione tra Urss e Stati Uniti.
A sessant'anni da quel primo passo verso lo sconfinato universo, si inaugura oggi a Folgaria alle 17.30 una mostra a Maso Spilzi, dal titolo 'La conquista dello Spazio nelle figurine Panini'. Un'inaugurazione impreziosita dalla presenza del giornalista scientifico del Corriere della Sera Giovanni Caprara con un intervento dal titolo '1957, un passo nell'altrove. Dall'ossessione dei confini, all'infinito universo'.
Due anni prima del lancio dello Sputnik in Italia una piccola avventura imprenditoriale prende forma contribuisce alla divulgazione scientifica di questi avvenimenti: nasce l'Agenzia distribuzione giornali fratelli Panini, destinata a entrare con le sue mitiche figurine nelle tasche di tanti ragazzi e ragazze.
È infatti il 1973 quando la casa editrice modenese Panini esce nelle edicole italiane con una raccolta di figurine dedicate alla conquista dello Spazio, segno del grande interesse di quegli anni per l'esplorazione dell'Universo. Questo tema, molto a cuore a Giuseppe Panini, viene già affrontato nella raccolta 'Aerei e missili' del 1964-65.
Si tratta di una raccolta che risente in pieno del clima della Guerra fredda e che costituisce il prologo alla raccolta 'La conquista dello spazio', una cronaca in figurina della corsa allo spazio che aveva impegnato per oltre un decennio le due superpotenze e sembrava aprire prospettive 'extra-terrestri' all’uomo. La realizzazione di questa raccolta sullo Spazio inizia nel 1969 quando la Panini, con grande pragmatismo, invia le richieste per ottenere le immagini necessarie alle agenzie di stampa sia degli Usa che dell’Urss, mettendo in evidenza i vantaggi propagandistici che possono derivarne.
Mai come nel corso della Guerra fredda si assiste a un'accelerazione poderosa della ricerca e del progresso in ambito spaziale. Motivo, questo, del tema di una mostra a Folgaria, dove nella conca di Passo Coe si erge l'ex base missilistica di Base Tuono, dove ancora oggi svettano sul fondale di conifere tre missili Nike-Hercules. Un luogo-memoria della Guerra fredda al quale la mostra 'La conquista dello Spazio nelle figurine Panini' si collega come anteprima del cartellone di incontri culturali sul tema della geopolitica previsti per agosto.
A Maso Spilzi si passa dalle tante 'ali' dei precursori della conquista dello Spazio al decollo dei missili spaziali. La conferenza del giornalista Giovanni Caparra, il giorno di apertura della mostra, analizza nel dettaglio quelle vicende scritte a grandi lettere nella storia del Novecento, per poi perdersi nella fascinazione della moltitudine di figurine, orgoglio di un'impresa italiana, quella della famiglia Panini di Modena, raccontata nei segmenti espositivi da Paolo Battaglia, nipote dei fondatori.
La mostra cerca inoltre di spiegare come dall'ossessione dei confini di allora, lo spazio sia diventato motivo di incontri internazionali tra astronauti e ricercatori che pensano più all'infinito universo e all'utilità collettiva di certe scoperte rispetto alla paranoia del nemico.
Un percorso di conquista, quello dello spazio, che nei decenni successivi al 1957 ha compiuto passi di incredibile portata, dall'allunaggio dell'Apollo 11 nel 1969 alle missioni di esplorazione di Marte con i rover Spirit e Opportunity nel 2003 e Curiosity nel 2011, fino alle più recenti missioni, che disegnano per l’Universo scenari da fantascienza, inimmaginabili solo pochi anni fa, e che il giornalista Giovanni Caprara racconta in un'intervista presente in mostra.
La voce narrante insieme alle immagini di repertorio della Nasa, che proiettano il visitatore in affascinanti paesaggi lunari e extra-terresti, si fondono alla moltitudine di figurine colorate, le stesse che nel 1973 andavano a ruba nelle edicole, ricercatissime da ragazzini e da adulti. Una mostra che unisce stupore, bellezza iconografica e cultura divulgativa su un tema non semplice.
La scelta è quella di proporre un approccio comprensibile a tutti, dunque popolare, come sono le figurine Panini, che ognuno di noi per qualche propria passione ha avuto in tasca almeno una volta.
La mostra, curata da Roberta Bonazza e Paolo Battaglia, è promossa dal Comune di Folgaria con la Provincia di Trento e la collaborazione della Fondazione Museo Civico di Rovereto, dell'Azienda per il turismo Alpe Cimbra e il patrocinio del Muse.
Gli organizzatori per la parte scientifica si sono affidati invece a Giovanni Caprara, premiato nel 2000 come giornalista scientifico dell'anno e nel 2010 con l'Euroscience Senior Science Writer Award "per la sua dedizione a un giornalismo scientifico di alta qualità e a temi di politica della ricerca".
Numerose le sue pubblicazioni, gran parte delle quali tradotte in Europa e negli Stati Uniti, Giovanni Caprara è anche curatore del volume 'Energia per l'Italia', mentre quale riconoscimento dell'importanza della sua attività di divulgatore, l’International Astronomical Union ha battezzato con il nome 'Caprara' un asteroide in orbita tra Marte e Giove.
