Kill me, una "serie teatrale" allo Spazio Off
Di Maura Pettorruso con Sara Rosa Losilla, Maura Pettorruso e Stefano Pietro Detassis. Martedì 20 la prima puntata "Sotto l'albero"

TRENTO. Originale. Originale e curiosa. Curiosa e intrigante. Insomma, inedita. E e non fosse altro per questo da segnare con il circoletto rosso sull’agenda di chi insegue la cultura dell’inconsueto. E di inconsueta “Kill me” ha come minino l’idea. Trattasi, infatti, di una “serie teatrale” firmata Spazio Off, fucina creativa in una logistica mignon che alberga all’inizio di via Venezia.
Nel minuscolo teatro gestito dall’omonima associazione domani va in scena la prima puntata di una strana e stimolante scommessa. Vale a dire il primo di quattro appuntamenti mensili – da qui a marzo. Una storia a tappe, con lo spettacolo che si dipana senza concludersi al primo colpo. Con il primo spettacolo che rimanda al secondo, e poi dal secondo al terzo, dal terzo al quarto.
E così via, immaginando di riprendere la “serie” da settembre a dicembre del 2017. Chi è avezzo alle telenovelle non sarà disorientato. Per gli altri l’occasione appare ghiotta perché almeno nelle intenzioni dei promotori c’è la volontà di costruire le storie da mettere in scena passo dopo passo, puntando sul coinvolgimento diretto del pubblico.
Un pubblico che “come va a finire” solo alla fine delle quattro puntate di quello che inizialmente dovrebbe essere un giallo ma che andando avanti chi lo sa. Esperimento teatrale dunque. Esperimento mutuato dalla tv ancorandosi tuttavia alle dinamiche del tutto diverse della prosa.
“Kill me” è stato scritto da Maura Pettorruso in duetto con Daniele Filosi. Maura Pettorruso scrive e interpreta. E con lei recitano – feeling consolidato e indubitabile – Sara Losilla e Stefano Pietro Detassis. Nell’affrontare l’esperimento il trio ha deciso di buttarla in cronaca.
Ogni mese – assicurano i promotori dell’iniziativa – saranno i fatti a dare lo spunto alla rappresentazione teatrale. I fatti e, insieme, i social. Il progetto prevede infatti che a gennaio la scelta del “tema del mese” sia affidata ad un sondaggio. Traducendo: il pubblico, gli aficionados del teatro Off ma non solo, diranno la loro e su quelle indicazioni di tre attori dovranno costruire un testo.
“Ma ogni puntata avrà la sua fruibilità – dicono a Spazio Off – per appassionare chi dovesse seguire un solo episodio”. E’ esattamente quel che accade – seppur in dimensioni diverse – nelle serie televisive. Anche se in “Kill me” chi sarà della partita dall’inizio alla fine avrà una specie di bonus. “Solo chi seguirà tutte le puntate potrà vedere svelati i misteri di “Kill me” – di legge nella presentazione dell’iniziativa.
Martedì 20 alle 21 si parte. E non si poteva partire se non con il Natale. La prima puntata si chiama “Sotto l’albero”, ovvero la sindrome del dono. Doni strambi, strani protagonisti. “Tre personaggi stanno viaggiando verso Trento dove trascorreranno le vacanze di Natale, ognuno con una storia, e ognuno con un dono da portare al proprio caro. Niente di strano: è Natale. I regali affollano la nostra mente: chi li teme, chi li cerca, chi li odia.
Una donna arriva a Barcellona per rivedere la figlia; un uomo da Berlino torna dai genitori con uno strano regalo in una gabbietta; un'altra donna fugge da Napoli e dal "solito maglione regalato dalla nonna". Tutti e tre vanno verso il loro appuntamento, verso un destino che li farà incontrare sotto l'albero di Natale. Chi sono? E perché si trovano lì? Finché uno strano messaggio cambierà il corso delle loro feste”.
Di più non c’è e non si deve dire. Di più c’è però la certezza – quale che sia il riscontro della serata – che quel che butta il convento dell’”altro teatro” sta conquistando sempre più attenzione. Le realtà produttive che stanno fuori o saltuariamente tangenti il circuito istituzionale del Centro Santa Chiara praticano territori espressivi stimolanti, irrituali, spesso coraggiosi.
Tanti per citare Estroteatro allestisce il festival Fantasio puntando la lente sulle qualità e sulle intuizioni dei registi nazionali e internazionali più giovani, più freschi e più talentuosi. Tutti alle prese con lo stesso testo. Stavolta Shakesperare, stavolta Macbeth in una gara registica che inizierà il 21 al San Marco.
Il Teatro Portland, invece, continua a scandagliare il rapporto tra arte e scienza azzardando perfino il primo festival del connubio programmato a Sanbapolis in gennaio. Aria Teatro conduce i teatri di Pergine e di Meano, trasformando il primo in un punto di riferimento multidisciplinare e multi aggregativo di cui c’era grande necessità. E ora l’Off scardina alcuni canoni classici della proposta teatrale. Bel periodo per chi è convinto che la cultura cresca solo coltivando il rischio dell’inedito.
Con scarsi mezzi, certo. Ma con tante e buone idee.