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Il sorriso e la storia di Mira Rai stregano il Trento Film Festival: "Una speranza di riscatto per le donne in Nepal"

Tra gli eventi più attesi nel cartellone della kermesse, la trail runner nepalese non ha tradito le attese. Biglietti al Supercinema Vittoria sold out in largo anticipo per l'ex soldato bambina, oggi un'atleta di caratura mondiale. Mira Rai: "La situazione è ancora drammatica dopo il terremoto del 2015"  

La nepalese Mira Rai
Di Gabriele Andretti, Liceo G. Prati, Trento - 06 maggio 2017 - 13:33

TRENTO. "Correre per me è sentirmi libera, viva e felice. Quando corro non sento mai la fatica, ma esiste solo il divertimento", queste le parole della nepalese Mira Rai, sorridente e in tuta, fresca vincitrice del premio 'Adventurer of the year 2017' di National Geographic, è arrivata a Trento per raccontare la sua incredibile storia nella serata organizzata dal Trento Film Festival.

 

Tra gli eventi più attesi in cartellone della kermesse, la storia della ragazza nepalese, che dopo un'infanzia di bambina soldato tra i combattenti maoisti è riuscita a diventare tra le migliori trail runner al mondo, ha coinvolto e conquistato un Supercinema Vittoria completamente esaurito, i biglietti sono andati infatti sold out in largo anticipo. "Vivevo in una famiglia povera - dice - e per aiutare i miei genitori mi sono arruolata per due anni nell’esercito. Ho imparato ad usare le armi, ma il nostro gruppo non ha mai sparato un colpo".

 

Terminato il conflitto, l'ex soldatessa si trasferisce nella capitale Katmandu in cerca di lavoro e per allenarsi: "Ormai - aggiunge - avevo finito i soldi e stavo pianificando il rientro a casa. Una mattina però ho incontrato un gruppo di militari e ho iniziato a correre con loro: alla fine mi hanno detto di ripresentarmi un paio di giorni dopo sempre al parco, pensavo per allenarci ancora insieme".

 

In realtà si tratta di un invito per partecipare ad una gara: "Ho accettato subito - sorride Mira - La corsa ce l’ho nel sangue. Fin da piccola giocavo nei boschi esplorando le montagne e spesso mi capitava di lavorare come fattorino e correvo su e giù per le strade facendo ogni sorta di consegne".

 

Naturalmente Mira vince le gara: inizia così la carriera e la sua scalata al successo. "All’inizio - ricorda l'atleta - per spostarmi in aereo c’erano vari problemi legati al passaporto. In Nepal c’è una burocrazia molto lenta e oltretutto chi chiede un passaporto lo fa quasi sempre per immigrare all’estero e quindi i visti arrivavano sempre all'ultimo momento disponibile”. Nonostante questo, la nepalese inizia a vincere diverse gare in Europa, mettendosi in mostra per la sua tenacia, entrando a far parte del prestigioso team Salomon.

 

Nella lunga chiacchieratasi parla anche delle donne nepalesi. "La situazione non è facile per le mie connazionali - commenta Mira - perché sono sottomesse agli uomini e per me è un onore essere un esempio, una speranza di riscatto. Il mio sogno è che tutte le donne possano avere le mie stesse opportunità, ma per fare questo e tenere alta l'attenzione devo continuare a vincere".

 

Solo il ricordo del terremoto del 2015 cambia l'umore alla nepalese e il tono della voce diventa amareggiato: "La situazione è ancora drammatica - conclude Mira - e fatta eccezione per la capitale Katmandu tutto è rimasto fermo a due anni fa".

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