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I "Cromatismi" degli di Umberto Moggioli si mostrano nello scrigno di Cappella Vantini

Nella cappella ottocentesca dal 22 aprile al 2 luglio (ingresso gratuito) si può assistere a una vera e propria chicca con opere che arrivano dal prestito fatto dagli eredi del pittore trentino

Pubblicato il - 21 aprile 2017 - 19:24

TRENTO. Ne vale la pena, davvero. Da domani (22 aprile) fino al 2 luglio a chi dovesse capitare di fare due passi in centro, per un motivo o per l'altro, il consiglio spassionato è di fare un salto nella Cappella Vantini in via delle Orne (quella tra via Belenzani e via Oss Mazzurana). Perché? Perché in mostra c'è Umberto Moggioli, una vera e propria chicca con opere che arrivano dal prestito fatto dagli eredi del pittore trentino.

 

Un mix imperdibile quello tra le belle opere dell'artista trentino (tra queste sono presenti due esempi di pittura di paesaggio, la grande tela Mattino a Villa Glori e I pini di sera a Villa Strohl-Fern, e opere più intime come La moglie con i pesciolini o Mattino di sole) e della suggestiva Cappella Vantini, ottocentesca cappella privata di palazzo Thun, restaurata a inizi anni duemila e dedicata a ospitare preziose esposizioni, accoglie una selezione di opere di Moggioli. 

 


 

Il paesaggio di Moggioli si ispira al suo vissuto: i luoghi in cui vive, il Trentino, Venezia e Burano, Roma, l'Umbria e il Veneto, sono l'occasione per immergersi e contemplare, in solitudine, l'ambiente circostante e studiarlo attraverso la luce e il colore. “...la nota tipica la voglio trovare nel colore ne già nella linea...” (1911) è la chiave di lettura della produzione di Moggioli: al centro della sua ricerca ci sono la tavolozza e le sfumature che i colori possono offrire. "Cromatismi", è il titolo della mostra, vuole quindi essere un omaggio al lavoro dell'artista attraverso una sintesi di uno degli aspetti maggiormente significativi della sua opera. Il colore, dapprima legato alle nuove ricerche divisioniste e gradualmente sempre più acceso e personale, è il filo rosso che permette di ripercorrere la vicenda artistica di Moggioli tra il 1910 e il 1918.

 

Un artista, Moggioli, (nato a Trento il 25 giugno 1886) che fin da giovane ha nei paesaggi e nella natura i suoi principali soggetti d'interesse. Lo sviluppo di una pittura più personale e meno accademica avviene con il suo trasferimento a Roma all'inizio del 1908. Nella capitale infatti Moggioli ha la possibilità di avvicinarsi alla realtà del divisionismo romano, dal quale attinge colori più chiari e caldi. Nel giugno del 1908 l'artista ritorna per un breve periodo in Trentino, dedicandosi alla realizzazione di ritratti. Nella prima metà degli anni Dieci risiede a Burano, e indirizza con passione il suo lavoro ai paesaggi, alternando la quotidianità della laguna veneta con un ritorno nella città di Roma e viaggi nell'entroterra umbro.

 


 

Con l'inizio della Grande Guerra, l'artista abbandona la vita veneziana: prima come cartografo dell'esercito italiano, poi come volontario nella legione trentina di Verona. Trasferitosi a Cavaion Veronese a seguito del congedo militare, sposa la compagna Anna e riprende a dipingere con un rinnovato entusiasmo, iniziando a manifestare interesse anche per la figura umana. Nell'ottobre 1916 torna a Roma, e si stabilisce in uno studio a villa Strohl-Fern, centro culturalmente vivace frequentato dai protagonisti della scena artistica romana. La sua pittura è ora caratterizzata da una maggiore libertà espressiva, un uso di colori più accesi e da forme plastiche.

 

L'evoluzione dell'artista trentino viene interrotta dalla prematura scomparsa, avvenuta il 26 gennaio 1919. Moggioli muore a Roma, a poco più di trent'anni.

 

L'esposizione sarà aperta al pubblico tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 18. L'ingresso è gratuito.

 

 

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