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Drodesera, continua la programmazione della 37° edizione. "Supercontinent" fino al 29 luglio

Oltre agli spettacoli è possibile frequentare il parco della centrale idroelettrica anche per gustare specialità gastronomiche della tradizione locale e di altri territori dal mondo, al suono degli eccezionali dj set che si susseguiranno tutte le sere

Pubblicato il - 25 luglio 2017 - 13:56

DRO. Dopo il successo degli scorsi giorni, torna in scena a Drodesera XXXVII, il festival delle arti performative di Centrale Fies, Hospitalités di Massimo Furlan, un'opera capace di racchiudere le pratiche e le tematiche che stanno caratterizzando questa edizione intitolata Supercontinent.

 

Il lavoro di Furlan - in collaborazione con Kristof Hiriart/Cie LagunArte – ha come tema centrale un nuovo modello di ospitalità, non solo turistica, e parte molti mesi fa con una performance relazionale in un piccolo paesino francese per trasformarsi poi in una pièce teatrale corale che vede in scena gli abitanti stessi, tra i quali Leopold Darritchon - ex sindaco di La Bastide Clairence - grazie al quale è stato avviato il progetto, e Francis Dagorret - attuale sindaco - che sta continuando a sostenerlo (ore 21.45).

L'attenzione di Centrale Fies ai nuovi linguaggi della scena contemporanea italiana e internazionale si accosta al coinvolgimento di abitanti e performer locali per lo sviluppo di progetti artistici ospitati al festival, grazie alla disponibilità di interlocutori come Jessica Roncher dell'Accademia Danza e Ballo di Dro, Julia Biondo di Non Solo Fitness di Rovereto, Monica Borzaga Elisa Berteau di Dance Emotion ASD di Arco. 

I giovani delle scuole di danza locali sono infatti gli interpreti di Formazioni di Chiara Bersani e Marco D'Agostin, in scena questa sera alle ore 19: la creazione è scaturita dal lavoro diretto con 14 ragazzi, durante alcuni periodi di residenza creativa a Dro, in cui è stato ideato un nuovo gioco di squadra e le cui regole sono custodite dai performer.

 

E ancora, le voci registrate della performance di Tania El Khoury, sono state composte dagli spettatori del festival che hanno risposto a una open call. La regista El Khoury, che lavora tra Berlino e Beirut, presenta Gardens Speak, un'installazione sonora interattiva che contiene le storie di dieci persone ordinarie che sono state sepolte all’interno di giardini siriani. In tutta la Siria, infatti, molti giardini nascondono i corpi degli attivisti che riempivano le strade nei primi periodi della rivolta (repliche fino a sabato 29 luglio).

La stessa sera arriva al festival Michikazu Matsune, performer e coreografo con base a Vienna, che presenta Dance, if you want to enter my country!, un lavoro che getta una nuova luce sul lato oscuro della  globalizzazione (ore 23.45, con replica il 27 luglio).

 

Il progetto trae spunto dalla storia del danzatore Abdur Rahim Jackson che, a causa del suo cognome, fu sottoposto a un esame meticoloso dai funzionari del controllo immigrazione dell’aeroporto di Tel Aviv. A lato della performance, Matsune cura la mostra collettiva Towards the other side of the world, presentando i lavori di artisti internazionali che indagano problemi socio-politici come le frontiere, la distinzione di classi sociali e il concetto dell’esistenza di due lati di una sola cosa.

E ancora, alle 20 Marta Cuscunà presenta Sorry, boys, la terza tappa del progetto sulle Resistenze femminili, liberamente ispirato a fatti realmente accaduti a Gloucester nel 2008: 18 ragazze under 16 di una scuola superiore americana, rimangono incinte contemporaneamente. E sembra che non per tutte sia stato un incidente. Sulla scena, due schiere di teste mozze appesi come trofei di caccia, inchiodati con le spalle al muro da una vicenda che li ha trovati impreparati. 

Dalle 24, la Forgia di Centrale Fies ospita la performance The Perfumed Garden: Hekmat, xx di Raafat Majzoub, artista con sede in Libano, che indaga il territorio della realtà attraverso la pratica culturale. 

In replica questa sera alle ore 21.30Il Vendicatore di Riccardo Giacconi e Andrea Morbio in collaborazione con Giacomo Onofrio, l’ultimo burattinaio in grado di mettere in scena lo spettacolo  concepito negli anni ‘30 da alcuni burattinai bresciani e bergamaschi. Morbio e Giacconi hanno voluto recuperare un’opera che rischiava di scomparire senza lasciare traccia.

 

Inoltre, fino al 29 luglio, gli ex alloggi operai accolgono la performance Occhiacci di legno di Riccardo Giacconi e Carolina Valencia Caicedo: un percorso sotterraneo nell’oscurità, una successione di episodi sulla costellazione fra animazione, possessione e robotica, che ha visto la collaborazione degli artisti con la Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli.

La programmazione di Drodesera XXXVII – che conta 74 repliche in 8 giorni – prosegue fino a sabato 29 luglio e propone agli spettatori anche tanti eventi gratuiti come la prima mostra personale di Alessandro Sciarroni, intitolata 41, aperta al pubblico per tutta la durata del festival (dalle 19.00 alle 24.00), e la proiezione dei film Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini Baby Marx di Pedro Reyes (25 e 26 luglio – sempre dalle 19).

Inoltre, come ogni anno, è possibile frequentare il parco della centrale idroelettrica anche per gustare specialità gastronomiche della tradizione locale e di altri territori dal mondo, al suono degli eccezionali dj set che si susseguiranno tutte le sere.

 

Per raggiungere Centrale Fies, tutte le sere del festival sarà a disposizione del pubblico un servizio di bus navetta gratuito attivo dalle 18.00 alle 03.00 con partenza da Piazza Repubblica di Dro.

 

Qui il programma completo.

 

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