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Baudo, Vanoni, Cipelli, Cristicchi, Fresu e tanti altri con la Haydn e il Bonporti a Trento per ricordare Sergio Bardotti

Il 23 settembre al Sociale un evento di quelli che resteranno nella storia. Un tributo, a dieci anni dalla morte, del grande paroliere di canzoni del calibro di “Piazza Grande”. Un grande evento con nomi che hanno reso grande la musica italiana

Sergio Bardotti
Di Carmine Ragozzino - 08 settembre 2017 - 21:39

TRENTO. Lui se n’è andato dieci anni fa. I suoi brani non se ne andranno. Mai. Non ci può essere il dimenticatoio per una poesia musicata del calibro di “Piazza Grande”. Non c’è ricordo del miglior Dalla, del miglior Endrigo, della migliore Vanoni che non rimandi con qualche nostalgia al genio musicale di Sergio Bardotti. Quel Bardotti dall’anagrafe italiana e dall’anima cosmopolita. Il cuore brasiliano: Chico Buarche, Vinicius De Moraes e compagnia suadente, anzi “saudante”. La Francia nobile di Brel. E un’Italia cantata con un incedere impegnato a non cedere alla banalità canzonettara.

 

Il decennale della scomparsa di Bardotti – una scomparsa prematura e sconsolante per chi crede che note e parole debbano sposarsi nel senso oltre che nel sentimento - sarà celebrato a Trento con un evento di indubbia portata nazionale. L’evento è stato costruito con abbondanza di competenza e di ammirata passione dal Conservatorio Bonporti (col Centro S.Chiara). Una fucina di musica – il Conservatorio – che ha orizzonti sempre meno angusti, sempre meno autoreferenziali. L’evento andrà in scena il 23 settembre al Sociale. E sarà tutto meno che un’operazione nostalgia. “Notte d’autore, canzoni per te” – questo il titolo – ha più i crismi di un coraggioso progetto che quelli del semplice, (si fa per dire), spettacolo.

 

E’ il progetto fondato su un incontro - meglio dire una contaminazione - che se non è una novità assoluta è tuttavia un’esperienza tanto inconsueta quanto stimolante. L’incontro, cioè, tra il sinfonico ed il cantautorale. L’incontro, ancora, tra il cosiddetto leggero, (che nella qualità leggero non è mai), ed il classico. L’incontro tra singolare e plurale: gli artisti, e che artisti, che a Bardotti tributano riverenza assieme ai maestri di strumento di un’orchestra. Di un’orchestra Haydn che nell’occasione si affida alle bacchette di alcuni valenti insegnanti del Bonporti. Quello del Sociale sarà un palco affollato. E protagonista dopo protagonista ad affollarsi saranno le emozioni. Il cast? Baudo, Vanoni e Cipelli, Cristicchi, Fresu, un reduce dei New Trolls come De Scalzi, Magoni e Spinetti, De Vito e Cropelli.

 

E poi la Pop band del Conservatorio e l’Haydn. Presi uno ad uno i nomi richiamano stili e storie diverse. Storie artistiche ricche. Storie che nella musica hanno detto molto e che molto hanno ancora da dire. Ma “Notte d’autore, canzoni per te” è stata probabilmente concepita come un insieme. Così va presentato. Così andrà vissuto. Mondi artistici che si intrecciano nel colorare i testi di Sergio Bardotti di quella personalità che fa la gioia di un autore quando scopre che la sua canzone si trasforma in un atto d’amore e di rispetto attraverso interpretazioni che sottolineano ogni più piccola sfumatura. Una pratica alla quale gli artisti chiamati ad omaggiare Bardotti sono certamente avezzi. Ornella Vanoni con la sua capacità di rendere intenso, ironicamente solenne, un verso o una rima. Cristicchi con la sua sempre più solida attitudine a dare forma teatrale ad una canzone.

 

La Magoni e Spinetti, gran voce e gran contrabbasso, (Avion Travel) spogliano la musica fino all’essenzialità in un connubio magico. Cipelli parla piano. Anzi, parla col piano. Parla la lingua di un jazz che era amico, spesso compare, del paroliere Bardotti. E una lingua magica parla, ancora, la tromba di Fresu. Che conta. E che incanta. E infine le orchestre, quella pop-jazz del Bonporti e l’Haydn: le orchestre orchestrano, alle canzoni tolgono le parole ma non tolgono l’impatto, il patos. Se poi le canzoni sono celeberrime – così come lo sono state quelle scritte da Bardotti – anche senza parole restano canzoni. Che narrano, che raccontano. Che sono meravigliosamente tempo resistenti.

 

Per farla breve, “Una carezza della sera” resterà. Bardotti resterà come resterà Mogol. E ci salveranno, anche in futuro, dalle campionature che “vanno a comandare” il mercato dell’odierna canzone usa e getta. L’evento del 23 settembre offre spunti a volontà. Uno dei più curiosi è l’amicizia. Un’amicizia forte è stata quella tra Armando Franceschini, ex direttore del Conservatorio di Trento, e, appunto, Bardotti. Ecco perché nello spettacolo Franceschini offrirà un omaggio nell’omaggio, un inedito scritto a quattro mani con il paroliere che Caterina Cropelli, (una solandra ad XFactor) dovrà tradurre in freschezza. Insomma ci sarà di che stupirsi. E di che divertirsi se è vero che dalla penna di Bardotti sono usciti capisaldi della musica italiani quali “La casa in riva al mare” e “Occhi negli occhi”.

 

Al concertone – che è in prevendita (Circuito Primi alla Prima) – non pare davvero il caso di mancare: una ventina di chicche, arrangiamenti inediti, tanta materia per canticchiare, ricordare ma anche “scoprire”. E per chi volesse andare più a fondo, al fondo della buona musica, il Conservatorio presieduto da Paolo Ghezzi offre un’occasione in più. Il giorno prima del concerto, al Bonporti, si faranno le radiografie del Bardotti poeta, del Bardotti produttore e del Bardotti traduttore. Un convegno, certo, ma anche il modo per calare le canzoni dentro le epoche, il costume, la cultura di un’Italia che a volte sa cantare cantandole al trito e ritrito del pentagramma. La festa appena incominciata è già finita? La festa di una canzone che non si canta addosso non finisce mai. Per nostra fortuna. Red Ronnie, redivivo bravo presentatore dell’evento, probabilmente lo ripeterà spesso nella serata. Ma non serviranno spiegazioni. Basterà ascoltare.

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