''No War No Peace'', la fragilità della pace in mostra al MAG di Riva del Garda
Dal 17 marzo al 4 novembre. Inaugurazione venerdì 16 marzo alle 18. L'iniziativa è ideata e promossa dall'associazione 46mo Parallelo-Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo

RIVA DEL GARDA. La pace è fragile, uno stato di sospensione, oggi come cent'anni fa. "La Prima guerra mondiale non creò una pace duratura, ma gettò le basi per la brutale guerra successiva, l’Europa degli ultimi decenni è disseminata di tristi esempi di stati di pace non raggiunti".
Un'osservazione che diventa il filo conduttore della mostra "No War No Peace" che sarà inaugurata venerdì 16 marzo alle 18.00 al MAG di Riva del Garda. La mostra è pensata e promossa dall'Associazione 46mo Parallelo-Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo.
"Se il 1918 è ricordato come l'ultimo anno di guerra, come non interrogarsi su ciò che determinò quel 'dopo', e se sia corretto definirlo con il termine 'pace'? La fine di una guerra produce la pace oppure le sementi per un nuovo conflitto stanno già germinando?".
La mostra No War No Peace intende fermare il pensiero sulle tracce di una guerra che è stata, ponendo in relazione i confini ridisegnati allora con le ferite rimaste aperte nel corso del Novecento e con gli stati di 'non pace' dell’oggi.
L’attenzione volge verso la fragilità insita nel termine 'pace', a cento anni da allora, a diciotto anni dalla fine del 'secolo breve': non sempre infatti la pace è conseguente – come crediamo – alla fine di una guerra. Sono decine, negli ultimi anni, le guerre cessate che non hanno però determinato la pace.
Il piano terra del Museo di Riva del Garda si trasforma così in una scenografia per un percorso che vuole rendere conto della guerra con una visione che affonda le radici nel primo conflitto mondiale per interrogare i concetti di ricostruzione, pace e confine in dialogo e corrispondenza tra ieri e oggi, in un’Europa dal destino incerto e dalle prospettive precarie.
Cosa rimane 'il giorno dopo' gli armistizi, nelle guerre che si dispiegano fino a oggi? Cosa accomuna questi 'dopo' che sono subito 'oggi', se non già dimenticati 'ieri'? Queste sono alcune suggestioni che l'ambiente-mostra evoca.
Le installazioni presenti in mostra richiamano i diversi e così simili 'dopo' che accomunano i momenti della fine dei conflitti, raccontano la contraddizione della fine della guerra senza costruzione della pace, in una linea di continuità e di rimandi che si dispiega per un intero secolo.
La mostra No War No Peace rientra nel progetto Guerre e Pace. 1918-2018 che il MAG nel 2018 dedica al centenario della fine della Prima guerra mondiale e che si articola in tre mostre dispiegate in diversi momenti negli spazi del Museo di Riva del Garda e in una variegata proposta di appuntamenti dalla primavera all’autunno presso i forti del Monte Brione ubicati lungo il Sentiero della Pace a Riva del Garda.
Qui sotto un estratto dell'intervista - che all'interno della mostra diventerà un'installazione video - a Chantal Meloni. La docente dell'Università di Milano interviene sul ruolo dell'Italia nella 'Guerra dei Droni'.
"L'Italia - afferma - sta svolgendo un ruolo di primo piano. Ha autorizzato gli Stati Uniti a stazionare con i propri droni all'interno della Base di Sigonella". Ma su tutto questo il Governo ha posto il 'segreto di Stato'.