Mortimer, Wanda e la psicanalisi da ridere
Domani sera a Pergine lo spettacolo con Marina Thovez e Mario Zucca. Un musicista e una psicologa navigano in un mare di sentimenti e di ironia. Una favola moderna che tritura tanti luoghi comuni in una guerra impari tra superiorità del genio e tattiche per stanarlo. Meglio essere cinici o ingenui?

PERGINE. Arriva domani sera al teatro di Pergine – fuori abbonamento , “Mortimer e Wanda”, lo spettacolo che rafforza sodalizio artistico tra Marina Thovez e Mario Zucca. La commedia è scritta e diretta da Marina Thovez protagonista, insieme al comico, (ma non solo) di un testo che appassiona per il suo alternarsi di dialoghi profondi a momenti sorprendentemente divertenti.
Due personaggi eccentrici, un musicista e una psicologa, che nella loro fragilità rivelano una forte dose di umanità. La brillante coppia riveste i panni di Mortimer e Wanda tra sentimenti e ironia.
Mortimer è un direttore d’orchestra di successo che abbandona improvvisamente tutto e va a vivere in un rudere di campagna. Questo isolamento inspiegato, unito alla personalità stravagante, gli guadagnano – non si sa se a torto o a ragione – la fama di pazzo. A riportarlo nella società dei “normali” arriva un giorno l’ingenua quanto brillante psicologa Wanda.
Tra i due scoppia la guerra. Impari. Mortimer ha la superiorità del genio; ma Wanda escogiterà le tattiche più impensate per stanarlo.
«L’idea è nata leggendo la famosa lettera di Beethoven ai suoi fratelli – spiega Marina Thovez – in cui il gigante della musica rivela la sua sordità e piange la “perdita di un senso che possedeva perfetto al sommo grado, quale certo pochi musicisti hanno o hanno avuto”.
Che succede al genio quando gli viene proibito di parlare? Si può impazzire. Da qui prende le mosse una storia originale, una favola moderna in cui si triturano i luoghi comuni della psicanalisi, del genio necessariamente eccentrico, in un continuo ribaltamento di ruoli con cui cerco di far luce sulla vita. E’ meglio essere cinici o ingenui? Se il distacco dalle cose regala sicuramente una superiorità morale e sugli altri, l’ingenuità è forse l’unica arma che abbiamo contro il pessimismo, è una fiamma vitale che con coraggio dobbiamo tenere accesa. Vestali della nostra fragile felicità».
Wanda è una psicologa, studiosa dallo spirito ingenuo, facilmente impressionabile, goffa e piena di nevrosi metropolitane. Wanda sembrerebbe la persona meno adatta alla grande missione che le è stata affidata; anche perché il suo avversario, da tutti creduti un pazzo, non ha intenzione di rivelare la misteriosa ragione del suo isolamento.
È la guerra. Mortimer ha un arsenale più attrezzato: cinismo e narcisismo lo rendono invulnerabile; ha la superiorità del genio e la forza della disperazione di chi non ha più niente da perdere, perché ormai ha perso tutto. Wanda è ancora più disadattata del suo paziente, essendo sempre vissuta tra i libri. Non ha difese. Per lei non c’è strategia, ma spontaneità; per lei il nemico non esiste; per lei c’è solo un uomo – un malato? – comunque un gran bel malato, che sta sprecando la sua vita e questo Wanda non lo può sopportare. Alla fine, si scoprirà perché un uomo che incantava le folle ha rinunciato al successo?
Ecco come i protagonisti raccontano lo spettacolo