Lo spazio vuoto si riempie di emozioni
La stagione Altre Tendenze del Centro Santa Chiara porta sabato 17 al Teatro Sociale lo spettacolo "Il cielo no è un fondale": iudeato, diretto e interpretato da Daria Deflorian e Antonio Tagliarini. Sarà l'occasione per vedere la giovane attrice di Tesero che sta conquistando grandi consensi. La rivista Paper Street la definisce la migliore attrice della nuova scena italiana. Un atto intenso, senza trama e senza finale già applaudito a Losanna, Parigi e Roma.

TRENTO. E’ in calendario sabato 17 febbraio 2018 al Teatro “Sociale” un nuovo appuntamento con la rassegna “Altre Tendenze” che il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone a Trento e Rovereto nell'ambito della Stagione di Prosa 2017/2018. Saranno in scena Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, autori, registi e interpreti de «IL CIELO NON È UN FONDALE».
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini (lei è trentina di Tesero, lui milanese) sono gli autori, i registi e gli interpreti di uno spettacolo che parte da un sogno, a sua volta generato da una canzone. «È lì, tra il buio e il corpo della musica – scrivono i due autori de “Il cielo non è un fondale” – che inizia il vero, paradossale lavoro del teatro: sognare gli altri assieme a loro, in uno spazio scenico vuoto che si ingrandisce e si restringe, come l’architettura, a un tempo contratta e smisurata, della nostra mente.»
In questo luogo sospeso, Antonio racconta di aver sognato Daria nei panni di una barbona e, pur avendola riconosciuta, di essere passato oltre; quel gesto innesca una ritmica di incontri e di misconoscimenti, di cadute e di incidenti, di parole e di canzoni, scandita da due sentimenti contraddittori: la paura di essere noi stessi l’altro, l’escluso, “l’uomo che mentre tutti sono al riparo resta da solo sotto la pioggia”, e il desiderio di metterci, per una volta, al suo posto. Ma come conciliare la compassione e un’obesità dell’io che non resiste alla tentazione di sostituire a ogni storia la propria?
Quattro persone (oltre a Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono in scena anche Francesco Alberici e Monica Demuru) slittano continuamente fino alla soglia di figure intraviste che non potranno mai essere, dando vita a un atto drammatico “senza trama e senza finale” - come suggeriva Cechov a un giovane autore - che si avventura alla ricerca di chi sono gli altri in noi e di chi siamo noi negli altri. In una metropoli di tutti e di nessuno, che si porta appresso bagliori di Roma, di Milano, di Londra, appaiono e scompaiono le figure di Alom, il venditore di rose che un tempo era un generale nell’esercito del Bangladesh; del cuoco pakistano Mohamed; della vera barbona incrociata nel giardino del sogno e che assomiglia a Daria.
Con «IL CIELO NON È UN FONDALE», arriva finalmente sul palcoscenico del “Sociale” quella che Sarah Curati sulla rivista online di informazione culturale PaperStreet definisce la migliore attrice della scena italiana: Daria Deflorian. Nata a Tesero, dopo essersi appassionata al teatro scuole superiori si è laureata il DAMS di Bologna. Ha approfondito il metodo Strasberg e ha lavorato con registi quali Marco Baliani, Pippo Delbono e Mario Martone, ma anche con Martha Clarke, Eimuntas Nekrosius e Stéphane Braunschweig, attuale direttore dell'Odeon di Parigi. Dal 2008 condivide le creazioni con Antonio Tagliarini.
Il primo lavoro nato da questa collaborazione è Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch. Nel 2009 hanno portato in scena uno spettacolo liberamente ispirato alla filosofia di Andy Warhol e successivamente hanno lavorato ad un progetto che, a partire dai diari di una casalinga di Cracovia, ha dato vita a Reality, lavoro per il quale Daria Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice protagonista. Nello stesso anno i due artisti hanno iniziato a lavorare su Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni che ha vinto il Premio Ubu 2014 come novità italiana e che è stato presentato in una tournée internazionale che li ha condotti in Francia, Svizzera, Germania e Canada.
Nel 2016 è arrivato "Il cielo non è un fondale" che ha debuttato a Losanna, per poi essere poi presentato a Roma al festival RomaEuropa e a Parigi nella stagione dell’Odeon per il Festival dell’Automne. Nel 2017 hanno iniziato a lavorare sul loro prossimo progetto, liberamente ispirato al film di Michelangelo Antonioni Deserto Rosso, previsto in scena per il prossimo autunno. Nella recensione dello spettacolo apparsa su La Repubblica, Anna Bandettini afferma che la Deflorian e Tagliarini «con il calore umano del loro teatro, la semplicità narrativa, la non recitazione (che in realtà è un codice teatrale) hanno mostrato un teatro diverso e per questo molto amato.» Si tratta di un gioco teatrale in grado di far ridere e riflettere, che accompagna e accarezza.» Per Rodolfo di Giammarco (La Repubblica) «Daria Deflorian ha una leggerezza da sciamana contemporanea» mentre, a giudizio di Renato Palazzi (Il sole 24ore), colpisce «la consumata abilità compositiva, ormai prossima al virtuosismo, con cui viene sviluppata una scrittura “senza trama e senza finale”, dall’andamento quasi checoviano.»