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L'esclusione sociale tra mitologia e presente

Torna sul palco il 7 gennaio a Lavis lo spettacolo "minacce, nemici, diavoli e streghe" diretto da Maura Pettorruso con la scena affidata a Stefano Pietro Detassis e Maria Vittoria Barrella. Nella cornice suggestiva di Palazzo de Maffei una storia che invita a ragionare sugli stereotipi antichi e moderni. Ironia e poesia per rappresentare il bisogno di solidarietà anche nelle comunità trentine

Pubblicato il - 02 gennaio 2018 - 20:02

LAVIS. Lo spettacolo teatrale, firmato Renato Barrella, regia di Maura Pettorruso con con Stefano Pietro Detassis e Maria Vittoria Barrella, «Minacce, nemici, diavoli e streghe», arriva a Lavis il  7 gennaio 2018, presso la suggestiva ambientazione Sette-Ottocentesca di Palazzo de Maffei, alle ore 18.30 e 20.30. Il lavoro è promosso dall''Associazione Culturale Lavisana-Compagnia teatrale della Burrasca. Dopo il debutto dell'8 ottobre 2017 al castello di Königsberg (Faedo), ritorna per raccontare il tema dell'esclusione sociale, attingendo dal panorama storico e "mitologico" del Trentino e, in modo particolare, della Piana Rotaliana. Per la partecipazione è necessaria la prenotazione presso gli uffici competenti del Comune di Lavis:  0461248140 – sportecultura@comunelavis.it; 3404756818 assessore.pasolli@comunelavis.it
Costo ingresso: 3 euro.

 

 Con una ricetta già sperimentata con La Guerra di Tina, l'Associazione Culturale Lavisana-Compagnia della Burrasca, ha creato uno spettacolo che unisce alle suggestioni scaturite dalla storia del territorio, il ragionamento sulle contraddizioni e le dinamiche della contemporaneità. E' stata stata costruita una storia delle esclusioni che all'intrattenimento unisce la volontà di ragionare sugli stereotipi antichi e moderni.

 Minacce nasce per raccontare in teatro gli stereotipi e le credenze sui nemici che il pensiero dominante in Italia e in Europa ha voluto identificare nei pensieri alternativi e nei personaggi “devianti”. Fondendosi con la volontà di appoggiarsi alle leggende e agli avvenimenti del territorio, questo progetto si è evoluto in uno spettacolo che racconta, unendo gli strumenti della Storia a quelli dell'Immaginario, una storia delle esclusioni.

 

 Un racconto che sposa la tesi secondo la quale una società crea i suoi nemici a partire dal rifiuto e dall'emarginazione di gruppi sociali o di idee, e che genera le sue crisi a partire dalla subordinazione di alcuni elementi ad altri. La timeline del racconto comincia con gli ebrei nella prima età moderna e termina con i migranti oggi, poiché si sposa la volontà di fare intrattenimento alla necessità, quanto mai attuale, di ragionare sulla percezione di ciò che è estraneo, nuovo, diverso, straniero, per ricomporre un tessuto sociale in disgregazione.

 

 Nella storia e nel folclore del territorio si possano, con un po' di immaginazione, identificare le stesse contraddizioni della contemporaneità, e che queste possano essere superate con l'empatia e la partecipazione di tutti: un discorso antico che gli strumenti della modernità e della tradizione possono aiutarci a sbloccare e ridefinire.

 Per quanto riguarda le fonti di ispirazione del contesto locale, sono state prese in considerazione una serie di vicende storiche e di leggende, spesso dimenticate nei libri e nei manuali di storia locale. Nel corso della lettura e raccolta di informazioni sono emerse la vicenda dell'ebreo Salomone arrestato e torturato nel Castello di Königsberg, del sacerdote Agostino Bonora accusato di eresia a Lavis e le leggende (a Mezzolombardo e Mezzocorona) sulle anguane; le donne dell'acqua che in alcune culture popolari sono viste e descritte come perfide e vendicative.

 Partendo da queste storie si evidenzia, con gli strumenti dell'ironia e della poesia, le contraddizioni fra la realtà e la sua rappresentazione, quest'ultima troppo spesso strumentalizzata da chi, per fini politici quasi sempre a breve termine, vuole trasformare le problematiche del territorio in un campo di battaglia, quando invece si prestano ad essere un cantiere di nuove soluzioni, di opportunità, di rivalutazione della tradizione di solidarietà e d'impegno che contraddistingue le comunità e le realtà del Trentino. 

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