La memoria suona il ritmo jazzmer
Questa sera a Pergine gli Ziganoff, (Morelli and friends), ospitano nel loro concerto il violinista ebreo ucraino Polesitsky che ha una storia segnata dalle persecuzioni naziste. Con le musiche tradizionali dell'est che alternano esplosioni di ritmo e malinconie un contributo a non dimenticare la lezione della Shoa

PERGINE. Storia. La storia che se si dimentica siamo fottuti. Storia da ascoltare. Storia senza parole: al massimo con qualche didascalia ad anticipare i brani. La storia più orrenda, più tragica. E cionostante la storia meno “maestra” per un’umanità sempre più masochista, sempre più nichilista. La storia che questa sera a Pergine varrà proposta dalla Ziganoff-jazzmer band dell’etnomusicologo Renato Morelli.
Etnomusicista and friends, perché Ziganoff è un gruppo ormai longevo, solido, rodato e conosciuto tanto in patria, (Trentino- Italia) quanto all’estero. Nel “Concerto per la memoria” l’ottima formazione musicale si avvarrà di uno strumento in più.
Con gli Ziganoff sarà sul palco perginese, (il palco di casa per Morelli), un violinista d’accezione per talento ma ancor più d’accezione per quel che – suonando – rappresenta. Igor Polesitsky è, infatti, un testimone delle persecuzioni naziste. Ucraino, ebreo, vede scritto tutto l’orrore della Shoa nella sua storia famigliare. Ziganoff e Poletisky avranno l’occasione di accompagnare il pubblico in un itinerario ritmico in quella musica Klezmer che è da anni la “missione” del gruppo trentino.
L’ospite ucraino porterà la è nato a Kiev dove 100.000 ebrei furono trucidati dai nazisti solamente 16 anni prima della sua nascita. Igor è cresciuto circondato dai ricordi vivi e terribili. La musica, le mille potenzialità del violino, è stata ed è la base di un vocabolario di qualità ma insieme di una memoria che è denuncia. Sì, perché anche la salvaguardia della tradizione può essere una denuncia che alterna – nei suoni – esplosioni e malinconie, intimismo e invito ad una partecipazione liberatoria.
Ziganoff è un unicum nel panorama musicale non solo locale.
La “jazzmer” band capitanata da Morelli è formata musicisti trentini e sudtirolesi è da sempre si dedica sistematicamente alla ricerca dei legami perduti fra la musica klezmer, il primo jazz, e lo swing zingaro manouche, attraverso arrangiamenti originali. Una scelta che ha conquistato a Ziganoff piazze in ogniddove e riconoscimenti in serie nei festival internazionali.
Nel concerto perginese la verve dei Ziganoff promette sorprese nel connubio con Polesitsky che dal 1983 ricopre il posto di prima viola nell'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Oltre alla musica classica, si dedica alla ricerca e all'esecuzione delle musiche popolari dell'Europa dell'Est. Nutrita è la sua attività concertistica, ma altrettanto intensa è la sua ricerca a favore delle musiche popolari dell’Est europeo e, in particolare, della musica yiddish, che ha coltivato sin dall’infanzia, grazie a sua nonna, cantante dalla quale apprese un vasto repertorio di canzoni e melodie ebraiche, secondo il metodo tradizionale klezmer. Morelli ha sentito suonare per la prima volta Polesitsky in un concerto radiofonico.
Tramite un amico violinista lo ha contattato e, subito, si sono messi a parlare appassionatamente di letteratura russa. "La musica e la cultura uniscono. L’amicizia è cresciuta e, in un concerto a Bolzano, ci onorò della sua presenza, che abbiamo videoregistrato. Come Band Ziganoff siamo debitori a Igor, perché ci ha aperto gli occhi su un repertorio klezmer che non conoscevamo, quello tipicamente russo, diverso da quello più noto del folk revival “americano”. Spero di non risultare didascalico ma, rispetto al klezmer, Polesitsky, per me, rimane il violinista numero uno al mondo».
Gli Ziganoff sono Rossana Caldini al violino, Gigi Grata alla tuba, Renato Morelli alla fisarmonica, Michele Ometto alla chitarra, Christian Stanchina alla tromba,Claudia Zadra alla voce e Fiorenzo Zeni al sax soprano. Il Klezmer - musica popolare degli ebrei ashkenaziti dell’Europa centro-orientale - ha tramandato fino ad oggi una singolare contaminazione di repertori tradizionali romeni-polacchi-russi-ungheresibalcanici, nonostante le vicissitudini sofferte da questa minoranza per l’ostilità di imperatori, papi e zar.
I Klezmorim hanno attraversato più volte i confini di tre imperi (austro-ungarico, zarista, ottomano), condividendo spesso il destino degli zingari, compresa la tragedia della Shoah; non a caso sono due comunità che nel tempo hanno saputo creare un sodalizio umano-musicale fra i più tenaci e prolifici dell’Europa sud-orientale. Per fuggire da pogrom e persecuzioni, alcuni musicisti klezmer e zingari sono emigrati in America all’inizio del ‘900, proprio nel periodo che ha visto la nascita del primo jazz: una nuova contaminazione musicale sviluppatasi nell’ambito della comunità afromericana ma anche – come è ormai riconosciuto – con il contributo determinante di emigranti europei, compresi ebrei e zingari.
Dalla comunità ebraica provengono ad esempio artisti come George Gershwin (il cui vero nome era Jacob Gershowitz, di antica famiglia ebraica di S. Pietroburgo), Leonard Bernstein, Benny Goodman ecc. In ambito zingaro un contributo particolarmente significativo è rappresentato dal jazz manouche (o gipsy jazz), legato alla leggendaria figura di Django Reinhardt, che ha reso possibile l'unione fra la tradizione musicale zingara del ceppo manouches (sinti francesi) ed il primo jazz americano.
Un’altra figura leggendaria, anche se molto meno nota, è appunto quella di Mishka Ziganoff (da cui il nostro progetto prende il nome) fisarmonicista zingaro, cristiano, di lingua yiddish, nato a Odessa, emigrato all’inizio del ‘900 a New York dove lavorò come musicista jazz e klezmer.