All'Hortus Artieri la Grande Guerra raccontata attraverso gli oggetti. "Elmi, filo spinato, candelieri, dietro ognuno di loro c'è la memoria di una comunità"
Una mostra frutto della ricerca e della passione di due collezionisti, Epifanio Delmaschio e Sandro Nichelatti, che sarà aperta al pubblico fino all'8 aprile in vicolo dei Birri a Trento

TRENTO. Una croce realizzata con il filo spinato, utensili creati dai soldati con il materiale di recupero, elmi forati, un altare da campo con ampolline, messale, manutegio, patena e i candelieri a lato della valigetta che all'interno ha stampate le preghiere del rito.
Ma nell'esposizione "Guerra e Pace" allestita all'Hortus Artieri di vicolo dei Birri si trova tanto altro: fazzoletti celebrativi, manifesti di propaganda, disegni dal fronte di Carlo Erba, dipinti di Pietro Coelli e tante foto del campo di internamento di Katzenau.
La Grande Guerra raccontata attraverso gli oggetti, alcuni ascrivibili alla Tranch Art, l'arte di trincea, come bossoli intarsiati e decorati. Una mostra frutto della ricerca e della passione di due collezionisti, Epifanio Delmaschio e Sandro Nichelatti, che sarà aperta al pubblico fino all'8 aprile.
"Non è una mostra storica - spiega Patrizia Marchesoni, vicedirettora della Fondazione Museo storico del Trentino - non ha un percorso cronologico. Ma è un vero e proprio flash, un carotaggio dell'esperienza della Grande Guerra attraverso gli oggetti".
Anche quelli di uso comune: "La Prima guerra mondiale ha investito ogni aspetto della vita quotidiana, religiosa e sociale - spiega la storica - tutti sono finiti nel caos della distruzione, sia militari che civili. Tutti hanno dovuto fare i conti con violenza e brutalità, con fame e separazione".
Snocciola alcuni numeri, quelli che sono scritti a matita sulle pareti del percorso espositivo: "74 milioni di soldati mobilitati, 20 milioni di morti, 8 milioni di prigionieri, 17 milioni di deportati". Numeri che da soli spiegano le dimensioni del conflitto che investì l'intera Europa.
Gli oggetti in mostra raccontano anche la potenza della macchina della propaganda, fatta di messaggi mirati al 'fronte interno' che doveva essere rassicurato e stimolato nello sforzo bellico, ma rivolta anche ai bambini. "Usati come agenti e ricettori del messaggio", spiega Marchesoni, che ricorda il ruolo del Corriere dei Piccoli, dei giochi militari.
"Dietro ogni oggetto c'è la memoria di una persona, di una comunità - sottolinea la storica all'inaugurazione della mostra che è avvenuta ieri - questo non deve mai essere dimenticato. Sono oggetti stranianti, che vogliono quasi tranquillizzare, normalizzare e addirittura banalizzare la guerra".
Oggetti che sarà possibile osservare all'Hortus Artieri il giovedì e il venerdì dalle 10.30 alla 12.30 e dalle 17 alle 19. Il sabato dalle 10.30 alle 12.30 o su appuntamento. Qui tutte le altre informazioni.