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"Spose di guerra", il pacifismo parla al femminile

Alle Galleria di Piediscastello questa sera, venerdì, alle 18.30 il Museo Storico propone la lettura drammatizzata di un lavoro che scritto nel 1915 da Marion  Craig Wentworth entusiasmò gli spettatori americani per il suo grido alla vita contro il conflitto bellico. La compagnia Indigena Teatro attualizza quel dramma e rilancia un potente messaggio di pace. Ingresso libero

Pubblicato il - 17 novembre 2017 - 09:27

Trento. Oggi alle Gallerie di Piediscastello un classico del pacifismo femminista. Si tratta di "SPOSE DI GUERRA”: LETTURA DRAMMATIZZATA" che viene proposta alle 18.30 al termine della terza sessione del convegno “J'accuse! 1914-1918: opposizione, rifiuto, protesta”. La compagnia Indigena Teatro proporrà l'opera teatrale “Spose di guerra”, dramma in un atto scritto nel 1915 dalla suffragetta e socialista Marion Craig Wentworth.

 

 Un'opera sulla maternità e sulla violenza alle donne in quanto madri. «Noi donne non ci solleveremo mai dalla polvere? Non ci avete mai chiesto se volevamo questa guerra: eppure ci chiedete di mietere i raccolti, tagliare la legna, mandare avanti il mondo, sgobbare come schiave, agonizzare nell'attesa, perdere tutti i nostri cari e continuare a mettere al mondo e crescere un numero sempre maggiore di uomini perché vengano uccisi! Se noi mettiamo al mondo gli uomini per voi perché non ci permettete di dire che cosa ne deve essere di loro?».

 

Così parlava la protagonista di War Brides (Spose di guerra), l'opera teatrale di Marion Craig Wentworth che nel 1915 entusiasmò migliaia di spettatori americani. Tradotto, nello stesso anno, in italiano e pubblicato dalla casa editrice Il Martello di New York (e ri-editato quest'anno dalla Fondazione Museo storico del Trentino), il dramma riprende tutti i temi al centro della riflessione pacifista femminile degli anni di guerra: il nesso tra militarismo e degradazione delle donne, la violazione della maternità, l'esclusione delle donne dalla vita politica.

 

  La protagonista principale, la famosa attrice russa Alla Nazimova, nelle prime settimane della rappresentazione ricevette centinaia di lettere da parte di femministe e pacifiste. Ai giornali dichiarò: “Non sto semplicemente facendo un lavoro di attrice, ma sto facendo qualcosa per le donne del mondo. E mi vestirò come milioni di contadine d'Europa”.

 

Rappresentata per la prima volta in Italia nel 2015 all'Università Ca' Foscari di Venezia, a cura di Indigena Teatro, l'opera viene proposta ora a Trento e vedrà in scena gli attori Monica Garavello, Marta Meneghetti, Silvia Piovan, Mario Scerbo, diretti da Stefano Scandaletti. Ingresso libero

 

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