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"Noi Robot", Il cervello si prende tutta la scena

Debutta questa sera al Melotti di Rovereto lo spettacolo che indaga sulle potenzialità inesplorate della  "meraviglia che abbiamo dentro la scatola cranica" - purché la si  voglia usare.  Tra scienza e filosofia il dialogo sul palco tra una ricercatrice, (Laura Anzani), e un astrofisico, (Andrea Brunello). Una produzione Arditodesìo nel progetto Jet Propulsion

Pubblicato il - 21 ottobre 2017 - 07:19

ROVERETO. In occasione dei 10 anni del CIMeC - Center for Mind/Brain Sciences dell’Università degli Studi di Trento questa sera alle 21.00 presso l’Auditorium Melotti - Corso Bettini 43, Rovereto andrà in scena l’anteprima nazionale di NOI, ROBOT, il nuovo spettacolo della Compagnia Arditodesìo.

 

  Il sottotitolo dello spettacolo è la frase “Il Cervello. La cosa più preziosa che abbiamo” per indicare chiaramente il fatto che lo spettacolo è dedicato alla “meraviglia che abbiamo dentro la scatola cranica”. L’entrata libera fino ad esaurimento posti.

 

 Questa nuova produzione esplora in maniera attenta e precisa il nostro organo più meraviglioso, il cervello, e allo stesso tempo vuole capire dove sta andando il campo dell’Intelligenza Artificiale, come si stanno evolvendo i nostri “cervelli” artificiali? Lo spettacolo fa anche riferimento all’altro “cervello collettivo” che ci comprende, l’Universo, visto come un sistema complesso per molti versi simile al cervello umano (a partire dal fatto molto curioso che ci sono circa 100 miliardi di neuroni nel cervello umano e circa 100 miliardi di galassie nell’Universo che riusciamo ad osservare!)

 

 Lo spettacolo prende le mosse dall’Uomo Bicentenario, capolavoro di fantascienza del grande visionario Isaac Asimov. In esso, Asimov descrive un robot umanoide che desidera diventare umano. Ma i suoi desideri non possono realizzarsi a causa della sua stessa natura, prima di tutto per via della sua mancanza di mortalità. Nonostante questo il robot mostra le caratteristiche di un buon essere umano: prova compassione, è creativo, ha desideri e può provare dolore… forse “esso” può diventare un “lui”?

 

 Noi, Robot è una “trappola” per il pubblico che diventa giudice inconsapevole di un dramma molto difficile da risolvere: può esistere una relazione sentimentale fra un essere umano e una macchina? In scena ci sono due personaggi, una donna (ricercatrice nel campo della Intelligenza Artificiale) ed un uomo (astrofisico di fama mondiale). Ma da subito ci accorgiamo che non tutto è come sembra, che c’è un segreto. Il dialogo è serrato, divertente ma anche scientifico e filosofico. Il pubblico si sente “intelligente” perché l’obiettivo è proprio quello, di fare capire quanto brillante sia il cervello umano. Ma poi succede un colpo di scena che mette tutto in discussione, fino ad arrivare alla domanda fondamentale: cosa vuol dire essere umano?

 

Noi, Robot è un testo filosofico oltre che scientifico che va a scavare sul senso della nostra esistenza. Ma allo stesso tempo è un viaggio all’interno del nostro cervello e, nel farlo, diventa un percorso di scoperta sull’intelligenza e sulle responsabilità che essa ci pone.

 

Noi, Robot è uno spettacolo di Andrea Brunello, con Laura Anzani e Andrea Brunello. La regia è di Chiara Benedetti e Andrea Brunello. Contributi video di Valerio Oss, consulenza musicale di Enrico Merlin, disegno luci di Federica Rigon. Lo spettacolo è una produzione Arditodesìo e si inserisce all’interno del Jet Propulsion Theatre, in collaborazione con il Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche del Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Trento.

 

JET PROPULSION

 

La Compagnia Arditodesìo con il suo progetto Jet Propulsion Theatre propone spettacoli teatrali che vanno a scandagliare la connessione fortissima tra la scienza e le questioni della nostra esistenza.

Laboratorio Permanente di creazione teatrale collegata con la scienza, le persone della scienza ed il racconto scientifico, il JET PROPULSION THEATRE (JPT) è un progetto nato in seno alla Compagnia Arditodesio ed è pensato per essere un luogo di ricerca con l'obiettivo di raccontare la scienza in un modo del tutto nuovo attraverso l'amalgama della conoscenza scientifica con il teatro. Questa non è divulgazione, bensì teatro vero e proprio che ha il pregio aggiunto di permettere agli spettatori di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze scientifiche vivendo la scienza in una maniera estremamente coinvolgente.

JPT intende esplorare i meccanismi del racconto scientifico attraverso quelli della scena e portare a galla gli elementi più umani della scienza proprio attraverso una drammaturgia ad hoc. Dopotutto il teatro parla di persone e lo fa alle persone. Il risultato culturale atteso è quello di una maggiore comprensione del mondo scientifico, delle persone che lo abitano e dei risultati della scienza.

L'iniziativa è ideata e coordinata da Andrea Brunello (attore, regista e drammaturgo professionista con un Ph.D. in fisica e un passato di ricercatore), la Compagnia Arditodesìo e il Teatro Portland di Trento ed è portato avanti in pieno coordinamento con il Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche dell'Università degli Studi di Trento e dal 2015 in collaborazione anche con la Bordeaux University, e con il supporto di IdEx Bordeaux e i centri di ricerca IRSTEA e Labex COTE (Bordeaux University - Francia) e la Fondazione Bruno Kessler (Trento).

Gli spettacoli sono pensati per le stagioni dei teatri e le rassegne, ma sono perfetti anche per le scuole e altre aree didattiche e pedagogiche.

 

 

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