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My Life, ecco la vita di chi non s'arrende

Al Teatro di Villazzano va in scena questa sera lo spettacolo diretto da Mirko Corradini che segna una delle tappe di avvicinamento alle finali del Fantasio. Una storia cruda ma piena di emozioni legata ad un figlio che il protagonista non vedrà mai. Una storia d'amore e di sogno per coinvolgere e far riflettere

Pubblicato il - 15 novembre 2017 - 14:06

TRENTO. Le tappe di avvicinamento alle finali del premio Fantasio - il premio per la regia ideato da Estroteatro/Teatro E - sono ovviamente tappe in prosa.. Vengono proposti gli spettacoli vincitori di alcune passate edizioni della singolare "gara" tra registi che si cimentano sullo stesso testo, quest'anno La Locandiera di Goldoni.  E vanno in scena anche lavori di grande sensibilità  da Estroteatro e diretti da quel fervore teatrale;perenne e simpatico stato di trance ;che si manifesta nell'entusiasmo di Mirko Corradini.

 

My Life, 1 agosto 31 luglio, che è in programma questa sera al Teatro di Villazzano, non sfugge alla regola di una prosa capace di affrontare temi complessi senza mai perdere di vista i criteri di un teatro che non deve essere "respingente" per scelta tecnica ed interpretativa.

 

Lo spettacolo che nell'agosto scorso fu offerto al teatro di Meano torna sul palco della nuova struttura culturale di Villazzano. Il teatro di Villazzano è in gestione da poche settimane a TeatroE/Estroteatro e le soddisfazioni per i Corradini e per l'affiatato team che lavora alla sfida non sono mancate. Due sold out per le prime tappe della stagione musicale e per qualla della rilanciata "commedia all'italiana" danno il segno della bontà del progetto. My Life" si inserisce nel filone dell'altro teatro, magari povero di mezzi ma ricco di idealità e di qualità; Il teatro che non sfugge ai temi del presente, anche a quelli più scomodi e più duri.

 

Bob, un uomo felicemente sposato e all'apice del successo lavorativo scopre, nello stesso momento, di essere affetto da un tumore in stadio avanzato e di essere in attesa del suo primo figlio, che non riuscirà a vedere crescere.

Bob non si arrende: vuole essere presente nella vita del figlio e inizia così a girare dei filmati per farsi conoscere da quel bimbo che verrà e per dargli consigli per quando sarà un adulto, come farebbe se potesse rimanergli accanto.

 

 Il tempo corre lungo due percorsi paralleli che sembrerebbero andare in due direzioni opposte – l’uno verso la morte, l’altro verso la nascita -, ma Bob riuscirà a trovare il punto di contatto tra queste due dimensioni.

 Il linguaggio di "My life. 1 agosto – 31 luglio" si ispira armoniosamente sia alla dimensione dei sogni che a quella della verità delle emozioni umane. Non è uno spettacolo che offre soluzioni, è uno spettacolo sulla Vita, che affronta una ricerca sull’uomo, sulle dinamiche e paure che spingono il suo agire, sui sogni che non si realizzano e scompaiono per lasciare il posto ad altri sogni; narra dell’amore, quello per la vita e quello per un figlio che deve ancora nascere. Posto di fronte allo choc della malattia Bob fa una scelta, tenta delle azioni, si entusiasma, si abbatte, corre, si ferma, sbaglia, capisce, perde, trova. Messa in relazione a una nascita, la malattia si tinge di colori inaspettati, si fa viaggio nella scoperta, vive, in modo inopinato, una forma di quella vita che le sarà negata.

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