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Madre e figlio, due monologhi dialoganti

Domani, sabato, al teatro di Villazzano va in scena "Lo soffia il vento- una storia d'amore", prodotto da Trento Spettacoli e progetto vincitore del Fantasio 2015. Ora l'allestimento completo  con Maura Pettorruso e Francesco Enrico per la regia di Stefano Cordella. Lei chiusa in casa e teledipendente, lui considerato "strano" con difficoltà di relazione. Entrambi si creano un loro mondo per sopravvivere

Pubblicato il - 17 novembre 2017 - 09:10

TRENTO. Ancora una tappa di avvicinamento a tutta prosa al festival Fantasio, competizione di registi impegnati ad allestire spettacoli di un quarto d'ora sullo stesso testo, stavolta "La Locandiera di Goldoni", la settimana prossima al teatro di Villazzano. Domani sera, sabato, viene messo in scena da Trento Spettacoli/Teatro Off "Lo soffia il cielo", uno spettacolo tratto da ‘Angelo della gravità’ e ‘Le cose sottili nell’aria’ di Massimo Sgorbani

con Maura Pettorruso e Francesco Errico, per la regia e drammaturgia di Stefano Cordella.

 

  Lo studio iniziale dello spettacolo vinse il Fantasio 2015. Ora, diventato un lavoro completo, è stato riallestito con la presenza di Maura Pettorruso in scena in vista di una settimana di repliche a Milano dal 21 al 26 novembre prossimi.

 

 "Lo soffia il cielo (Un atto d’amore)" è una drammaturgia che prende vita da Le cose sottili dell'aria e Angelo della gravità, due testi di Massimo Sgorbani, uno degli autori e drammaturghi più rilevanti in Italia, già Premio Riccione e Premio Enriquez alla drammaturgia. L’incontro tra il giovane regista milanese Stefano Cordella, co-fondatore della compagnia Oyes, e i due testi di Sgorbani avviene in occasione di un premio di regia (Festival Fantasio 2015), che Cordella vince.

 

  Da qui parte una ricerca drammaturgica e poetica che si avvicina all’immaginario di Sgorbani, fatto di un'umanità dolente e disturbata, eppure disperatamente affamata di vita autentica nelle molte possibili derive della diversità.

 In questo adattamento drammaturgico i protagonisti del testo sono infatti una Madre e un Figlio ai tempi della società dei consumi e delle immagini. Lei chiusa in casa e teledipendente, lui considerato “strano” e con grosse difficoltà relazionali, soprattutto con le donne. Entrambi si creano il proprio mondo per sopravvivere in una società totalmente alienata in cui gli affetti sono condizionati dall'invasione mediatica e la comunicazione viene totalmente filtrata.

 

 I due personaggi sfogano le proprie frustrazioni attraverso due monologhi intrecciati, dialoganti e interconnessi tra loro, nei quali vengono svelate le drammatiche conseguenze del bisogno d'amore del figlio, vittima anche di un lento e inesorabile “distacco” della madre che guarda al passato con rabbia  e disincanto.           

 

 "In questo, che potrebbe essere la trasposizione di un basso partenopeo in salsa contemporanea - ha scritto "Il fatto quotidiano", un figlio (Francesco Errico, ben si cala in questa colla morbosa, nelle sabbie mobili paludose dell’infermità mentale e del ritardo psichico) spiega infantilmente le sue logiche, le sue dinamiche, il bullismo subito, il padre che non c’è più, l’amore per lui rimasto sempre chimera negata. Accanto a lui, non si guardano, mirano oltre, fuori, nel vuoto, fissano il niente, il futuro che non si palesa, questa madre stanca e sofferente, una Maria biblica che esprime prima cordoglio poi sconforto aspro, prima pietas e perdono successivamente cattiveria e acidità, prima è dimessa dopo atroce e rabbiosa.

 

 " ’è qualcosa di struggente nell’anomalo interno familiare di Lo soffia il cielo di Cordella. - si legge invece in una recensione di Hystrio -  Stefano Cordella non ha paura delle riscritture. Anzi. Qui unendo due distinti lavori di Massimo Sgorbani: Angelo della gravità e Le cose sottili nell’aria. Idea coraggiosa.  Pronta a degenerare in un finale simbolico, che rimanda a topoi antichi. Si sta male. Pure troppo. Non c’è spazio per la spensieratezza, in questo mosaico drammaturgico che si sviluppa con inattesa naturalezza. Le cicatrici sono una ragnatela d’odio e rassegnazione. Alta qualità.


 TrentoSpettacoli nasce nel gennaio 2010 come realtà artistica, produttiva, organizzativa e distributiva con sede a Trento. Opera con un’esperienza di diversi anni nel campo dell’ideazione, della produzione, della realizzazione, della distribuzione e della vendita di spettacoli teatrali di vario genere e natura. 
Per il triennio 2015/2017 TrentoSpettacoli è compagnia riconosciuta e sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali secondo l’articolo 14, comma 2 (imprese di produzione teatrale e compagnie under 35).

 

 Stefano Cordella (Milano, 1985)             
Dopo la laurea in Psicologia, nel 2009 si diploma all'Accademia dei Filodrammatici di Milano. É cofondatore della Compagnia Oyes con la quale recita in Luminescienz. La setta e Effetto Lucifero, spettacolo vincitore del Premio Giovani Realtà del Teatro 2010 e finalista al Premio Riccione 2011. Nel 2014 debutta alla regia con Va Tutto Bene (spettacolo vincitore del Bando Offerta Creativa 2015). Cura ideazione e regia di Vania (da Zio Vanja di Anton Cechov)  con cui vince il Premio Great  2015.  Ha collaborato alla drammaturgia di C'è un diritto dell'uomo alla Codardia (omaggio ad Heiner Muller), regia di Renzo Martinelli, dramaturg Francesca Garolla, produzione Teatro I, Milano. E' stato assistente alla regia di Carmelo Rifici (Il Compromesso), Ferdinando Bruni e Francesco Frongia (L'ignorante e il Folle, La Tempesta) e Bruno Fornasari (Sospetti). Ha intrapreso un percorso di formazione sulla drammaturgia shakespeariana con il regista Declan Donnellan presso la Biennale del Teatro di Venezia. Dal 2013 è direttore artistico del Teatro di Nova Milanese. Nel dicembre 2015 vince il Festival Internazionale di Regia Teatrale “Fantasio”.

 

 Maura Pettorruso (Torino, 1975)      

Diplomata presso la Scuola triennale di recitazione Teatranza ArteDrama di Moncalieri (TO), dal 1998 lavora con numerose compagnie e diverse produzioni in Piemonte e in Trentino-Alto Adige. Prende parte a spettacoli come Dormono tutti sulla collina (2008), Se ami una cosa perché è bella. Gustav e Alma Mahler (2010), produzione commissionata dalla Società Filarmonica di Trento, V.I.O.L.A., spettacolo sulla violenza domestica (2010), Processo alla banalità del male per la Giornata della Memoria 2012, Nostra Italia del miracolo, per la regia di Giulio Costa (2013). Con la compagnia Macelleria Ettore è in scena negli spettacoli La Porta Aperta (2009), Cechov#01 (2010), Stanza di Orlando. Viaggio nella testa di Virginia Woolf (2011), NIP not important person (2011), ELEKTRIKA. Un’opera techno (2012), Alice delle meraviglie (2013), Amleto? (2013), Senza trama e senza finale (2015). Come drammaturga, nel 2012 scrive l'adattamento teatrale de Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati per la regia di Carmen Giordano e l'interpretazione di Woody Neri; nel 2015, l'adattamento teatrale di Addio alle Armi di Ernest Hemingway di cui firma anche la regia, e nel 2017 scrive e dirige La conquista della felicitià. Dialogo tra Bertrand Russelle e Cassiopea. È fondatrice e presidente dello Spazio Off di Trento.

 

Francesco Errico (Milano, 1989)               
Si forma la scuola di teatro Quelli di Grock a Milano e frequenta seminari e laboratori con Danio Manfredini, Cesare Ronconi, Roberto Rustioni. E’ finalista al premio Hystrio alla vocazione nel 2013 e nel 2014, lavora con diverse compagnie e teatri milanesi come Quelli di Grock, Pacta dei Teatri – Teatro Oscar, e nel 2015 vince in qualità di attore il Festival Internazionale di Regia Teatrale “Fantasio”, con lo studio di ‘Un atto d’amore’ per la regia di Stefano Cordella.

 

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