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La fuga dei cervelli nell'Italia senza cervello

Va in scena domani, giovedì, allo Zandonai di Rovereto lo spettacolo di Elementare Teatro scritto da Carolina De La Calle Casanova che tratta in maniera punk, grottesca e amara il fenomeno inarrestabile dell'emigrazione giovanile in cerca di futuro e dignità. Protagonisti i giovani, le loro famiglie e una classe dirigente di inetti

Pubblicato il - 15 novembre 2017 - 08:05

ROVERETO. Domani, giovedì 16 novembre alle 20.45 debutterà presso il teatro Zandonai di Rovereto la nuova produzione di Elementare Teatro, Invisibili  generazioni. Uno spettacolo che parla dell’attualità, di un fenomeno contemporaneo in forte aumento ovvero l’emigrazione giovanile, un fenomeno anche molto complesso e molto diverso dall’emigrazione storica. Nella nostra epoca si parla infatti di “fuga dei cervelli”. 

 

Invisibili Generazioni è una commedia giocata su più registri, a tratti ironica e punk, a tratti capace di toccare corde di autentica commozione, il lavoro di Elementare Teatro, una delle anime dell’Associazione che dal 2014 organizza la Rassegna Teatro in Valle in Vallarsa, racconta i cambiamenti in atto, in maniera empatica e convincente.

 

Lo spettacolo, commissionato e co-prodotto dall’Ufficio Emigrazione della Provincia  nell’ambito del progetto Trentino Global Network, è stato scritto e diretto da Carolina De La Calle Casanova che con queste parole presenta il lavoro: “Questo paese sta invecchiando; i giovani se ne vanno, anno dopo anno. Nemmeno la Brexit, l’Isis, gli estremismi in aumento, la nascita di nuovi mestieri at home arrestano le ben tre generazioni invisibili che prendono residenza all’estero.

 

E tutto ciò non lo diciamo noi, lo dicono i dati (incompleti per difetto) dell’Aire, il rapporto annuale dell’Istat, gli studi. Con Invisibili Generazioni abbiamo dato vita ad una commedia grottesca e punk che canta di questo cambiamento e abbiamo collocato nel coro delle retrovie la classe dirigente; nel ritornello che si ripete la nonna; nelle strofe in prima linea chi parte e chi resta: due fratelli orfani”.

 

Protagonisti della storia alcuni "espatriati", ma anche i loro familiari, quelli che sono rimasti e la classe dirigente che si trova a dover affrontare il fenomeno. A dare corpo e voce alle loro storie gli attori Marco Ottolini, Paola Tintinelli, Valentina Scuderi e Federico Vivaldi.

 

La storia raccontata è comune a molte famiglie e toccando una problematica di stretta attualità si mette in luce un fenomeno che solleva riflessioni a più livelli. 

 

Come sottolinea l’ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento che ha commissionato il lavoro: “Tutti conosciamo qualcuno che è partito, chi in Europa, chi in altri continenti. Figli, nipoti, amici emigrano di nuovo per trovare lavoro e progettare una vita, cosa che – dopo la crisi, economica, politica, sociale – qui è sempre più difficile immaginare.

 

Questa “generazione invisibile” ha diritto a una voce – che abbiamo scelto teatrale - e noi abbiamo il dovere di guardare e vedere la loro fatica e le loro speranze, consapevoli che in un mondo che sta cambiando velocissimamente immaginare soluzioni, proporre nuove politiche è una difficile impresa.”

 

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