Il diritto di essere persone tra parole e palcoscenico
Inizia oggi il festival Religion Today e il tema principale della giornata è quello drammatico e attuale dell'immigrazione. Prima un confronto sul rapporto tra fenomeni migratori e informazione. In serata al teatro San Marco lo spettacolo "Questo è il mio nome" che rende visibile chi si vuole ignorare. Domani in programma anche David Riondino con il suo film "Il Papa in versi"

TRENTO. Dopo il successo degli appuntamenti di “Aspettando il festival”, si inaugura domani oggi, venerdì, la ventesima edizione del Religion Today Filmfestival, che per dieci giorni riempirà il Teatro San Marco – e non solo – con cinema, musica, teatro e conferenze a guidare la riflessione attraverso la complessità di questi ultimi venti anni.
Si inizia il pomeriggio di venerdì alle 15 presso la Sala Belli del Palazzo della Provincia autonoma di Trento con l’incontro Media e immigrazione, cosa è cambiato con la “Carta di Roma”, appuntamento organizzato in collaborazione con Cinformi, Centro informativo per l’immigrazione della Provincia autonoma di Trento. Sarà Paola Barretta, redattrice per l’Associazione Carta di Roma dello studio annuale sulla rappresentazione del fenomeno migratorio, a ripercorrere gli ultimi due decenni del rapporto fra media e immigrazione.
L'analisi si concentrerà soprattutto sui cambiamenti avvenuti dopo la stesura del protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti. L’intervento sarà affiancato da uno sguardo sull’evoluzione del fenomeno migratorio in Italia a cura di Serena Piovesan, sociologa dell’area studi e ricerche del Cinformi.
I contenuti dell’incontro saranno ripresi in serata, alle 20.45 al Teatro San Marco, dove sarà in scena lo spettacolo "Questo è il mio nome", a cura del Teatro dell’Orsa di Reggio Emilia, che con questo titolo comunica fortemente la rivendicazione del diritto di essere chiamati, di chiamarsi, di essere persone. Lo spettacolo, nato da un progetto Sprar di Reggio Emilia, è una finestra aperta su storie che troppo spesso rimangono invisibili: da Senegal, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, Gambia, sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio. In scena Ogochukwu Aninye, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe, Lamin Singhateh, richiedenti asilo e rifugiati ospitati a Reggio Emilia, alla guida la regia di Monica Morini e Bernardino Bonzani. (L'articolo segue dopo il video).
Il tema delle migrazioni e la presenza sul palco di artisti – attori e musicisti – rifugiati politici e richiedenti asilo, ritornerà anche in chiusura del Festival, con un senso di circolarità, ma con una scelta artistica che vuole rappresentare una vera presa di posizione nella considerazione del tema delle migrazioni uno dei cruciali snodi di questi ultimi anni e che si può affrontare, oltre che con politiche adeguate, mettendosi in ascolto di chi la migrazione la vive.
Alle 17 presso il Seminario Maggiore in via S.Croce, un momento di recupero delle origini di Religion Today: a venti anni dalla nascita del festival, un incontro con alcuni dei fondatori e amici di lunga data. Con: Jerry Kuhel, storico produttore della BBC (UK), Gilli Mendel, già direttrice degli eventi della Cineteca di Gerusalemme (Israele), Mons. Mussiè Gebreghiorghis, Vescovo di Endibir (Etiopia) e Lia Beltrami Giovanazzi, che parlerà del suo nuovo libro Libertà, Incontro, Avventura (Edizioni Il Faro).
Sabato 14 invece l’attenzione si sposta sul tema donne e relazioni di genere con la presentazione del progetto Dalla Parte di Eva progetto promosso dalla Fondazione Bruno Kessler con la collaborazione del Centro per la Cooperazione Internazionale e del Religion Today Filmfestival.. l progetto ha rappresentato, grazie alla partecipazione di donne appartenenti alle varie comunità religiose, un’occasione di riflessione e di dialogo sulle relazioni di genere, le pari opportunità e sui ruoli e l’immagine delle donne nello spazio pubblico e nelle diverse comunità di fede.
L’esperienza condivisa di un denso workshop primaverile si è inoltre concretizzata in un “manifesto video” ideato e realizzato dalle partecipanti e che verrà presentato sabato mattina, alle ore 10.30 presso la sede l’Aula grande della Fondazione Bruno Kessler, in via S.Croce 77. A seguire, l’intervento di Sarah Hejazi, ricercatrice del Centro per le scienze religiose di FBK, che si concentrerà sull'analisi della complessa realtà musulmana, a partire dal trauma dell'11 settembre 2001 come turning point nella costruzione di una identità musulmana pubblica e mediatica determinata da molteplici fattori: la nascita della polemica sul velo; il recupero e la messa in discussione in ambito accademico delle categorie saidiane quali arretratezza/modernità; la riflessione sul concetto di scontro di civiltà, che si gioca anche sul corpo della donna.
Da sabato, inoltre, spazio al cinema, con l’inizio delle proiezioni dei film in concorso. Al Teatro San Marco, a partire dalle 15.30, Mary Mother, cortometraggio sulla guerra in Afghanistan e Liberami, documentario vincitore del premio Orizzonti alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia 2016, che racconta le vicende di un ricercato esorcista siciliano.
Atteso ospite sarà David Riondino che presenterà il suo film "Il Papa in versi", che – attraverso l’estemporaneità della poesia - racconta la storica visita del papa a Cuba. Il film è in programma nel pomeriggio di sabato, alle 17.45. Riondino sarà anche tra i protagonisti della serata, quando sul palco insieme alla direttrice artistica del Festival, Katia Malatesta, e il presidente del CNCA, Vincenzo Passerini, si aprirà una riflessione sulle grandi sfide degli ultimi venti anni tra cinema, comunità e solidarietà. La serata è inserita nel quadro della Settimana dell’Accoglienza.