"Due di coppia". Bova e Francini in perfetta sintonia
Da giovedì a domenica al teatro Sociale lo spettacolo più atteso della stagione del Centro Santa Chiara. Un lavoro diretto dal regista di Benvenuti al sud (e poi al nord) in cui i due attori interpretano le comiche paure di chi sta per compiere il passo del matrimonio. Tra battute e addominali nessuna risposta sull'amore ma l'invito a non idealizzare troppo il partner. Tra battute a addominali

TRENTO. Sul palco saranno due. E "Due" si chiama lo spettacolo. L'attenzione - non è giusto, ma va così - sarà soprattutto per uno dei due. E cioè per Raul Bova, che nel passaggio dall'impalpabilità dello schermo alla concretezza della scena accenderà probabilmente desideri che di artistico non hanno granchè. Arriva da giovedì a domenica al Sociale - nella stagione teatrale del Centro Santa Chiara - lo spettacolo da sold out multipli. Uno spettacolo comico - "Due" - affidato a Bova e a Chiara Francini è la regia di un personaggio che del far ridere, (ma non solo ridere) è maestro: Luca Minero. Trattasi, tanto per inquadrare - del regista di film come Benvenuti al Sud, (e poi al nord), Un boss in salotto, Non c’è più religione. Minero azzarda per la prima volta il teatro. Lo fa forte di una storia spumeggiante per un tema comune: le paure di una coppia pre matrimoniale.
«La scena – spiega Miniero nelle note di regia – è una stanza vuota. L'occasione è l'inizio della convivenza che per tutti gli essere umani, sani di mente, è un momento molto delicato. Che siano sposati o meno, etero oppure omo. Marco è alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale, Paola lo interroga sul loro futuro di coppia. Sapere oggi come sarà Marco fra 20 anni, questa è la sua pretesa. O forse la sua illusione. La diversa visione della vita insieme emerge prepotentemente nelle differenze fra maschile e femminile. Entrambi i due giovani evocheranno facce e personaggi del loro futuro e del loro passato: genitori, amanti, figli, amici che, come in tutte le coppie, turberanno la loro serenità. Presenze interpretate dagli stessi due protagonisti che accompagneranno fisicamente in scena dei “cartonati” con le varie persone evocate dal loro dialogo. Alla fine il palco sarà popolato da tutte queste sagome e dai due attori: l'immagine stilizzata di una vita di coppia reale, faticosa e a volte insensata. Perché non sempre ci accorgiamo che in due siamo molti di più. E montare un letto con tutte queste persone intorno, anzi paure, non sarà mica una passeggiata.»
Per la prima volta in cartellone a Trento nella Stagione di Prosa (ma è invece forte il suo legame con la nostra città), Raoul Bova torna al teatro dopo molti anni di assenza dal palcoscenico, reduce dai recenti successi al cinema e in televisione.
«La sicurezza e l’indecisione cercano un dialogo – afferma Chiara Francini in un’intervista rilasciata al settimanale “Io donna” – e molte donne e uomini che vengono a teatro e si immedesimano nei nostri personaggi. Paola è sicura della propria fragilità, e la palesa in modo evidente, è questo che rende vincenti le donne. Marco cerca di tranquillizzarla, di placarla, ma - come capita sempre ai maschietti - peggiora la situazione e così Paola diventa un’erinni.»
«Questo è uno spettacolo divertente – aggiunge Raoul Bova – e nello stesso tempo uno specchio dell’universo maschile e femminile. Ovviamente non diamo delle risposte ai grandi interrogativi sull’amore, perché non ci sono risposte in amore. L’unico suggerimento che possiamo dare è cercare di non idealizzare il proprio compagno o compagna, o il proprio rapporto. È più saggio accettare la parte fallibile di noi stessi e degli altri, e i possibili cambiamenti.»
Il regista Miniero ha voluto proiettare “Due” nel futuro, quindi seppur nella pièce gli attori siano vestiti in modo normale, casual, le sagome che vanno a interrogare sono la proiezione di loro stessi tra vent’anni. Marco e Paola si ameranno ancora? È questo l’interrogativo che pervade soprattutto la donna e in generale chiunque stia per compiere un passo così importante. Se Paola, infatti, riesce a contare i passi che separano la nuova abitazione dai punti di riferimento della zona in cui andrà ad abitare con la sua metà dopo sette anni di fidanzamento, non sa però quanto possa contare sull’amore di quell’uomo intento a montare il letto senza leggere le istruzioni.
Bova, che torna a teatro dopo ben diciassette anni, è a suo agio sul palco, e tra uno scambio di battute e l’altro con la sua compagna di scena, si esercita a fare gli addominali e la ruota esaltando anche il suo ruolo di sex simbol che soprattutto il cinema gli ha attribuito. La Francini è diretta, spontanea e sprizza simpatia da ogni poro.
ECCO COME BOVA E FRANCINI PARLANO DI DUE. Il pezzo continua dopo il video
«DUE» è uno spettacolo prodotto dalla Compagnia Enfi Teatro per il cui allestimento il regista si è avvalso della collaborazione di Daniele Ciprì (disegno delle luci), Roberto Crea (scenografia) ed Eleonora Rella (costumi).
Venerdì 8 dicembre nel Ridotto del Teatro Sociale
«FOYER DELLA PROSA» con Raoul Bova e Chiara Francini.
La rappresentazione di «DUE» sarà accompagnata, nel pomeriggio di venerdì 8 dicembre presso lo spazio ridotto del Teatro Sociale, da «FOYER DELLA PROSA», incontro di approfondimento critico curato da Claudia Demattè e Giorgio Ieranò che il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. La partecipazione è libera e aperta a tutti e l'appuntamento, al quale interverranno i due protagonisti dello spettacolo, Raoul Bova e Chiara Francini, è fissato alle 17,30. La discussione sarà introdotta dalla prof.ssa Roberta Capelli dell’Università di Trento.