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Usa il "trucco dello specchietto" con un'anziana. Truffatore arrestato

Antonino Restivo aveva simulato il danno allo specchietto della propria vettura e aveva ricevuto in contanti il pagamento di 200 euro senza ricorrere alla formalizzazione del sinistro. L'anziana dopo aver consegnato la somma di denaro si è rivolta ai carabinieri che dopo le indagini hanno arrestato per truffa e reiterazione l'uomo

Antonino Restivo, il truffatore pregiudicato
Pubblicato il - 03 novembre 2016 - 19:19

IMER. In manette Antonino Restivo, classe 1970 e pregiudicato, per aver truffato a Imer un'anziana donna del paese. Il fatto risale al 4 agosto, quando la donna si è vista truffare di 200 euro a titolo di risarcimento danni causato allo specchietto della macchina dell'uomo residente in provincia di Catania.

 

Il truffatore ha individuato la donna, con evidenti difficoltà di deambulazione, e la sua vettura al supermercato di Imer: prima ha preventivamente colpito con un piccolo sasso l’auto della vittima per simulare un possibile urto e quindi, a bordo della propria Mercedes classe B, si è lanciato all'inseguimento dell'anziana suonando ripetutamente il clacson per indurla a fermarsi.

 

Restivo, approfittando dello stato di forte agitazione della vittima, esibisce uno specchietto retrovisore esterno penzolante dalla propria autovettura, accusando la donna di averne provocato la rottura e convincendola, a titolo di risarcimento, un immediato pagamento senza ricorrere alla formalizzazione del sinistro. L'uomo ha così ottenuto dall'ingenua vittima un immediato pagamento, di 200 euro a fronte della prima richiesta di 400 euro. L'anziana però dopo aver consegnato la somma si è rivolta ai carabinieri della stazione di Imer.

 

Le forze dell'ordine hanno subito dato avvio alle indagini, prima attraverso l'analisi di fotografie e immagini video del luogo, poi acquisendo riscontri info-investigativi da altri uffici dell'Arma: Restivo risultava non nuovo a questo genere di truffe sul territorio nazionale.

 

L'autorità giudiziaria di Trento ha quindi confermato quanto emerso dall'investigazione e considerata la gravità e la reiterazione del reato, rivolto soprattutto a persone della "fascia debole" ha disposto per Restivo la misura restrittiva della custodia cautelare in carcere.

 

 

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