Trento Fiere? Si allungano i tempi per arrivare a una soluzione
L'Università: “Siamo ancora nella fase iniziale. Ci stiamo concentrando nelle possibili ipotesi per il piano interrato dell'edificio di via Briamasco”. Sugli eventi invece l'idea di una Newco sembra essere tramontata.

TRENTO. Se l'idea era quella di riuscire a risolvere il nodo Trento Fiere entro la fine dell'anno ora le previsioni sembrano piuttosto guardare all'autunno 2017.
Ad oggi le cose certe non sono molte. Il calendario di Trento Fiere è programmato solamente fino alla fine di marzo. L'ultimo evento è la Fiera dell'Agricoltura che occuperà entrambi i padiglioni dell'attuale struttura di Trento Fiere. Presumibilmente dopo quel momento il piano inferiore sarà chiuso e dato all'Università di Trento come da accordi.
L'evento che avrà sicuramente bisogno di ampi spazi è “Fa' la Cosa Giusta!” che si terrà a fine ottobre.
L'idea di realizzare una tensostruttura provvisoria per ospitare gli eventi è tramontata. Allo stesso modo sembra esserlo anche l'idea di una struttura predisposta nella zona delle Albere. Al momento, come già detto, un luogo certo dove potranno proseguire gli eventi fieristici in attesa della sistemazione dell'ex Italcementi nessuno lo conosce.
L'assessore comunale Roberto Stanchina, che sta cercando di gestire l'intrigata partita rapportandosi con la Provincia e non solo, si è espresso spiegando che la futura struttura, in questo momento di transizione “sarà definitiva e potrà essere poi spostata all'ex Italcementi”.
L'idea è di utilizzare una struttura simile a quella che verrà costruita per l'ampliamento del polo congressuale di Riva del Garda, da anni in attesa e che partirà alla fine di novembre. La tempistica di realizzazione è prevista, se tutto procede come deve, in circa 11 mesi. Un arco di tempo che non sembra però essere adatto alle necessità del polo espositivo di Trento e dall'intenzione di non annullare alcun evento.
Il dilatamento dei tempi si evince anche dalle parole del prorettore dell'Università di Trento Flavio Deflorian. “Come Università – ha spiegato Deflorian – siamo ancora nella fase iniziale. Ci stiamo concentrando sulle possibili ipotesi per il piano interrato dell'edificio di via Briamasco. Con i colleghi architetti stiamo cercando di verificare gli spazi e studiare le varie possibilità a seconda delle nostre esigenze”.
Accanto a questa, un'altra partita di cui ancora oggi si sa ben poco riguarda il futuro della gestione degli eventi. In una prima fase alcune fiere di piccole dimensioni potrebbero essere realizzate ancora negli spazi superiori di via Briamasco, magari con accordi tra gli enti organizzatori privati e l'Università di Trento.
Per quanto riguarda, invece, gli eventi di grandi dimensioni, come il Mercatino di Natale, la gestione dovrebbe essere affida ad una terza parte di cui al momento però non si sa nulla.
L'idea di una Newco sembra interessare pochi. “Noi siamo aperti a ragionamenti a 360 gradi – aveva affermato Roberto Stanchina lo scorso settembre - ma dobbiamo partire dal piano Cottarelli che specifica che le amministrazioni devono limitare le partecipazioni non attive nelle società. Crearne oggi una nuova è una strada in salita e non sarebbe compreso nemmeno dall'opinione pubblica”.
Ecco allora che nel giro potrebbero entrare due soggetti: Consorzio Trento Iniziative e l'Apt. Entrambi, però, difficilmente riuscirebbero con le sole proprie forze a portare avanti eventi, alcuni dei quali arrivano a portare a Trento fino a 700 mila persone. Senza contare che l'Apt, per organizzare eventi, dovrebbe modificare lo statuto avendo come principale compito quello di “promuovere”. “Qui ancora non si sa nulla e i tempi sono davvero strettissimi” spiegano alcuni organizzatori di eventi cittadini.
Detto questo, alcune domande sorgono spontanee: ad oggi non è stato ancora deciso il luogo per la nuova struttura provvisoria che ospiterà gli eventi? Significa che alcuni eventi verranno persi o ridimensionati? Si dovrà chiedere aiuto all'Apt per il Mercatino ed altri eventi? E nel caso tutte queste domande avessero una risposta affermativa, di chi sarà la colpa?