Ripicche tra vicini, danni per migliaia di euro al meleto. Tre uomini denunciati
Oggi sarà notificata la denuncia alla Procura della Repubblica di Trento per il reato di danneggiamento aggravato

Il più classico dispetto al concorrente frutticoltore, vale a dire il danneggiamento del suo meleto, questa volta non è rimasto ignoto. Lo “scherzo” costerà caro a tre individui residenti in Val di Non, anche loro contadini. Sono tutti componenti di uno stesso nucleo famigliare. Si tratta di un sessantenne e dei suoi due figli, che di anni ne hanno rispettivamente 31 e 27. Li hanno scovati i carabinieri della Stazione di Revò, i quali oggi hanno loro notificato la denuncia alla Procura della Repubblica di Trento per il reato di danneggiamento aggravato.
Una decina di giorni fa i tre sono caduti nella “trappola” tesagli dai militari e dalla vittima. Una telecamera li ha immortalati mentre, spalleggiandosi, armati di tronchese, spezzavano uno ad uno i tiranti in acciaio tesi per sorreggere numerose piante di mela “golden” il cui frutto, giunto finalmente a maturazione, era pronto per essere raccolto. I tre intenzionalmente sono passati con le ruote del trattore sui picchetti costituenti l’ancoraggio al suolo dei cavi che avevano prima reciso, storcendoli del tutto. Hanno in tal modo completato la loro opera rendendo del tutto inservibile l’impianto di fissaggio del frutteto. È ragionevole pensare quale fosse la loro intenzione, disegno che non si è realizzato per una fortuita circostanza. Esperti agricoltori, i tre miravano probabilmente a determinare il cedimento del meleto: gli alberi, carichi, se non sorretti da un idoneo sistema di ancoraggio o, come è fortunatamente accaduto nel caso in questione, da forti radici, possono finire per piegarsi su se stessi compromettendo il raccolto e la loro stessa sopravvivenza. Insomma, il danno potenzialmente arrecabile avrebbe potuto aggirarsi sulle centinaia di migliaia di euro. Le cose sono andate meglio per tutti dato che costo ed installazione dell’impianto distrutto si aggirano intorno ai diecimila euro.
Come detto, gli uomini dell’Arma stavano aspettando i vandali ed erano sicuri che, con l’approssimarsi della raccolta, essi sarebbero tornati a colpire in quel meleto dove, nel recente passato, i danneggiamenti erano diventati pressoché sistematici. I servizi di osservazione a distanza intrapresi non avevano sortito effetto, così, d’intesa con il proprietario del fondo, che ogni volta si era rivolto loro denunciando l’indisponente sconosciuto, avevano messo in azione una serie di telecamere. L’osservazione delle video riprese ha consentito di riconoscere senza alcun dubbio nei denunciati i responsabili del misfatto.
Quanto al movente, non ce ne sono di immaginabili. Poiché i frutteti delle parti in causa confinano, è credibile che i tre non abbiano benaccetto qualche atteggiamento del confinante e siano così arrivati a nutrire nei suoi confronti avversioni che li abbiano spinti a percorrere la spregevole strada della vendetta privata.