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Recuperati i resti di un caduto della Grande Guerra

La Vedretta di Fumo nei pressi di Cima Cavento, terreno di sanguinose battaglie durante la Prima Guerra Mondiale, restituisce la salma di un soldato italiano deceduto sul fronte a oltre 3.000 metri

Recuperati i resti di un caduto della Grande Guerra (foto Archivio provincia di Trento).
Pubblicato il - 25 agosto 2016 - 18:29

DAONE. Si sciolgono i ghiacci e tornano alla luce le spoglie di un soldato italiano della Grande Guerra. Sulla Vedretta di Fumo, nei pressi di Cima Cavento nel Gruppo dell'Adamello, è infatti riaffiorata la salma di un soldato deceduto durante il conflitto della Grande Guerra del 1914 - 1918. Le operazioni di recupero sono state avviate in seguito alla segnalazione di Tiziano Temponi che durante un'escursione ha notato nel ghiaccio la presenza di resti umani. Nella giornata di mercoledì 25 agosto i carabinieri della stazione di Carisolo e gli archeologi dell'Ufficio beni archeologici della soprintendenza per i beni culturali della Provincia di Trento, coadiuvati dal nucleo elicottero della Provincia, il “Museo Pejo 1914-1918: la guerra sulla porta” e dalle Guide alpine del Trentino, hanno effettuato il prelievo del corpo, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni.

 

L'Adamello fu teatro di importanti operazioni belliche: il confine fra l'allora Regno d'Italia e l'Impero austro-ungarico attraversava infatti il gruppo passando da Monte Fumo, Cresta Croce, Monte Mandrone, Punta del Castellaccio, fino al passo del Tonale. Nel 1916 gli alpini italiani erano attestati al rifugio Garibaldi, mentre sull'altro fronte gli austriaci presidiavano le dorsali Monte Fumo - Lobbia Alta e Corno di Convento - Crozzon di Folgarida con importanti basi logistiche. 

 

In circa un mese, tra aprile e maggio dello stesso anno, gli alpini conquistarono tutte le linee; il Crono di Cavento, rimasto in mano agli austriaci, cadde sotto le armi italiane solo il 15 giugno 1917 grazie a un intenso bombardamento della vetta, mentre alpini sciatori attaccarono dalla vedretta di Lares e compagnie di rocciatori si arrampicarono dalla cresta nord e dalla difficile parete nord ovest.

Il soldato riaffiora dai ghiacci
Il ritrovamento è avvenuto sulla Vedretta di Fumo
Un dettaglio del ritrovamento
Le spoglie del soldato

 

Il 15 giugno 1918, esattamente un anno dopo la conquista, gli austriaci riuscirono a prendere alle spalle gli italiani attraverso una galleria scavata nel ghiacciaio di Lares e rioccuparono il Corno di Cavento. Gli alpini ripresero però il possesso del fronte il successivo 19 luglio con un'operazione simile a quella del 1917. Da allora la cima rimase in mano agli italiani fino al termine della guerra.

 

Il ritrovamento del soldato, che indossava ancora parte dell'uniforme ed è rimasto probabilmente sepolto all'interno di un crepaccio, riporta alla luce le drammatiche vicende del secolo scorso e la durezza della vita in guerra a 3.400 m fra nevicate, freddo, cannonate e le manovre dei rispettivi nemici.

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