"No al cellulare per le guardie mediche"
La denuncia da parte della Cisl medici

“Gravissime azioni contro l’attività delle guardie mediche sul territorio”, a denunciarlo è Nicola Paoli, segretario generale Cisl medici del Trentino in merito “all'imposizione” fatta dall'Azienda sanitaria di un cellulare di servizio. Una denuncia che avviene proprio nel giorno in cui sono scattati i tagli al settore.
“Secondo quanto riferito da titolari di guardia presenti all’incontro presso il Distretto di Cavalese – ha spiegato Paoli - in barba al contratto provinciale e nazionale delle guardie mediche, che prevede un accordo sindacale tra le parti, l’Azienda sta cercando di imporre alle stesse, ignare di tutto, un cellulare di servizio attualmente in uso agli operatori del servizio emergenza e urgenza, che nulla attiene con l’attività delle guardie”.
Nella delibera 963 del 2015 la Provincia, spiegano dalla Cisl, ha deciso che per le guardie deve funzionare solo il numero specifico 116117. Il sistema che verrebbe ora adottato, invece, “il numero a cui fanno riferimento i cittadini è un numero privato con il prefisso della provincia di Trento che viene commutato sul 118 che a sua volta interpella direttamente un numero di cellulare a cui dovrebbero ,senza alcuna tutela,rispondere le guardie”.
I sindacati, però, preferiscono che il medico rientri in sede prima di essere nuovamente chiamato e reputano, a difesa del medico, necessaria la segreteria telefonica che così verrebbe invece tolta dalla sede di guardia.
“Queste decisioni che impongono modalità di funzionamento della guardia medica difforme dal contratto nazionale e provinciale senza fare gli accordi sindacali previsti per tali funzioni – spiega la Cisl - determinano la condotta antisindacale e sono illeciti e saranno da noi perseguiti in ogni sede”.