Minori e alcol, in arrivo l'inasprimento delle sanzioni per gli esercenti
Manuela Bottamedi del gruppo misto e Violetta Plotegher del Pd hanno proposto il disegno di legge 78 in materia di minori e consumo di bevande alcoliche, ma il Questore sottolinea che il fenomeno è sociale e culturale: "Le sanzioni non bastano, è necessario agire nelle scuole e in famiglia". Il 30% dei trentini è a rischio

TRENTO. Alcol e giovani. Una relazione burrascosa, ma soprattutto pericolosa. L'elevato consumo di alcolici contraddistingue tutto il Nord Est, che presenta in questo campo percentuali sopra la media rispetto al territorio nazionale. I primi due gradini del podio di questa classifica sono occupati rispettivamente da Bolzano e Trento, dove si registrano le più alte percentuali di mortalità dovute all'alcol e di consumatori in modalità binge drinking, cioè che bevono con l'obiettivo di ubriacarsi.
In questa ottica di prevenzione e lotta a questo fenomeno sociale, Manuela Bottamedi del gruppo misto e Violetta Plotegher del Pd hanno proposto il disegno di legge 78 in materia di minori e consumo di bevande alcoliche; sul quale è stato chiesto il parere anche del Questore di Trento Massimo D'Ambrosio. Nello specifico l'esponente del Partito Democratico, rivolgendosi al Questore, ha chiesto se l'inasprimento delle sanzioni previsto dal disegno di legge nei confronti dei soggetti che offrono bevande alcoliche ai minori potrebbe funzionare e quale sia la migliore misura di prevenzione per attivare per un controllo efficace del fenomeno. La legge provinciale prevede una sanzione da 50 a 500 euro per i minori pizzicati a consumare gli alcolici, mentre fino a 5.000 euro per un esercente che somministra alcolici a minorenni.
Il Questore ha puntualizzato che per contrastare questo fenomeno non basta agire in una sola direzione perché le cause del consumo di alcolici tra i minori sono molteplici, come il bisogno di sentirsi socialmente accettati in gruppo dove gli alcolici rappresentano quasi un status symbol. "Si tratta di un problema che coinvolge tutte le istituzioni del territorio, compresi i servizi sociali. E' necessario agire sull'educazione e la cultura attraverso la scuola e la famiglia - ha precisato - perchè il problema ha un dimensione globale: i giovani, guardando la televisione, seguono il modello dello spettacolo, dove i loro protagonisti stimolano il consumo di alcol e droga".
L'inasprimento delle sanzioni amministrative, per D'Ambrosio, risulterebbero quindi inefficaci, se non si agisce sulla dimensione culturale e cognitiva, unito ad un controllo sistematico del fenomeno oppure ad un incentivo rivolto agli esercizi pubblici per incentivare la pratica di non vendere bevande alcoliche ai minori.
Secondo il rapporto di Passi - Osservatorio della salute a cura del Provincia di Trento e dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari evidenzia inoltre come il 30% della popolazione trentina può essere considerato un consumatore di alcol a rischio in quanto assume alcol abitualmente in modo elevato (circa 4%) o prevalentemente fuori pasto (22%) o perchè è un bevitore binge (14%). I Trentini consumatori di alcol a maggior rischio sarebbero oltre 100.000, e sembra un'abitudine più frequente negli uomini e tra i ragazzi di età compresa fra 18 e 24 anni.