Mensa universitaria, per gli studenti una "polemica surreale"
L'assessore Stanchina: "Dobbiamo pensare al meglio per la città. Ci siederemo tutti attorno a un tavolo"

In merito alla nuova mensa universitaria che dovrebbe sorgere negli spazi dell’area espositiva di Trento Fiere, per la quale nei giorni scorsi era arrivato l'altolà degli esercenti della città con l'invito “a creare piuttosto delle convenzioni con i ristoranti”, a prendere posizione oggi sono i rappresentanti degli studenti universitari che parlano di “polemica surreale”.
Lorenzo Varponi, presidente del Consiglio degli Studenti, ha affermato che “prima sono state diffuse notizie riguardanti non meglio specificati problemi strutturali dell'edificio che ospitava il polo fieristico, poi i diretti interessati sono usciti allo scoperto tramite l'assessore Stanchina e infine in prima persona chiedendo l'attivazione di un sistema di buoni che niente ha a che fare con il diritto allo studio”.
Per Varponi, l'Università, l'Opera Universitaria e il Comune hanno già le idee chiare sul progetto, già vagliato dagli organi decisionali preposti. “Il sindaco stesso – ha affermato il presidente - che rappresenta l'amministrazione comunale, ha preso posizione a riguardo, oltre che degli impegni precisi. Lasciamo che del diritto allo studio se ne occupino gli enti di competenza e che la volontà degli studenti studenti sia espressa dai loro rappresentanti. Delle scaramucce della giunta comunale e degli interessi privati gli studenti possono farne decisamente a meno”.
Ad intervenire è anche Filippo Gioachin, coordinatore dell'Unione Degli Universitari - UDU Trento. “La nuova mensa – ha chiarito – è un tassello fondamentale e irrinunciabile per il diritto allo studio. Come si fa ad opporsi ad una mensa all'avanguardia, con 500 posti, a due passi dai Dipartimenti del centro e dalla nuova biblioteca delle Albere? Bisogna proprio voler male agli studenti! Le mense universitarie sono l'unico strumento per garantire un pasto a prezzi contenuti senza pesare eccessivamente sull'ente per il diritto allo studio. Senza contare che, così come vale per il caro affitti, è solo la concorrenza dell'Opera Universitaria a permettere di calmierare i prezzi di mercato”.
Per l'Udu, se si vuole trovare un punto di incontro tra i profitti degli esercenti e i bisogni degli studenti si pensi piuttosto a come ravvivare la "vita" notturna cittadina.
“Se poi – continua Gioachin – per aumentare la propria clientela Confesercenti vuole pensare a sconti per gli studenti siamo noi i primi ad esserne contenti e favorevoli, l'importante è che non si vadano a toccare le risorse di tutti ed il diritto degli studenti di usufruire della mensa pubblica”.
Francesco Bolla, coordinatore della Rete Universitari del Trentino, ha chiarito che “il diritto allo studio si assicura anche garantendo un pasto completo a tutti gli studenti che ne hanno bisogno. Esperimenti come quello del buono pasto sono stati già provati in passato con risultati catastrofici per la spesa pubblica. L'incontro tra cittadinanza, esercenti e universitari deve esserci, ma non si può risolvere in uno sguardo miope degli uni o degli altri”.
Per i giovani della Cgil, infine, “giovani della Cgil del Trentino il progetto di una nuova mensa universitaria di 500 posti in via Briamasco è un'opportunità che l'università e l'intera città offrono agli studenti dell'Ateneo”.
A gettare acqua sul fuoco è l'assessore comunale Roberto Stanchina spiegando che “nessuno vuole fare polemiche. Al momento – ha affermato – devo ancora trovarmi con il sindaco per discutere di questo tema. Ci siederemo attorno a un tavolo con tutti gli interessati per capire le varie aspettative ed esigenze. Si possono fare dei ragionamenti e un politico può anche sbagliarsi e fare marcia indietro. Se gli studenti ritengono che la soluzione migliore sia la mensa noi la sosterremo. Nessuno vuole minare i diretti degli altri ed occorre pensare al meglio per la città di Trento”.