Dopo l'inseguimento lungo il Garda e la fuga nei boschi arrestati i tre albanesi che derubavano le abitazioni
I tre a inizio anno erano stati protagonisti di quattro furti a Riva del Garda. I carabinieri di Riva li avevano immediatamente intercettati (erano già noti per l'operazione "selifie") e inseguiti fino a Limone. Lì lo speronamento dell'alfetta, il ferimento di un militare e la fuga di due di loro. Dopo mesi di indagini quattro giorni fa i carabinieri di Cavalese hanno concluso gli arresti

RIVA DEL GARDA. Quattro case depredate, la fuga da Riva direzione Limone sul Garda, un rocambolesco inseguimento con tanto di speronamento dell'alfetta dei tre delinquenti, l'arresto di uno di loro e la scomparsa tra i boschi degli altri due. Sembra la trama di un film poliziesco e invece è quanto è successo negli scorsi mesi e che ha visto il suo epilogo pochi giorni fa quando i carabinieri della compagnia di Cavalese, dopo una lunga e dettagliata indagine prodotta all'autorità giudiziaria di Rovereto, hanno eseguito gli arresti dei due uomini uno a Cassano d'Adda, l'altro a Treviglio (in provincia di Brescia).
Ma andiamo con ordine: a fine gennaio di quest'anno si conclude l'operazione "selfie". Una mega inchiesta su tre indagini distinte, nate in tre diverse zone del Trentino, la Val di Fiemme, Trento e la Val di Non, poi riunite tutte in un unico fascicolo dal pm Ognibene, L'inchiesta aveva portato all'arresto di 20 persone: una vera e propria banda che operava in tutto il Nord Italia compiendo furti in appartamento. Da questo mega blocco d'inchiesta è scaturita l'operazione "non solo selfie". Infatti i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Cavalese, durante l’indagine che è terminata con l’operazione “selfie” evidenziavano indizi di reità, raccolti meticolosamente, nei confronti dei cittadini albanesi Demj Bedri e Gjecaj Armir, che unitamente a Ndrejaj Ilir, il 6 gennaio 2016 avevano messo a segno ben 4 colpi ai danni di private abitazioni nel centro di Riva del Garda, causando ingenti danni alle vittime (nella prima abitazione avevano asportato ori e gioielli, e causato danni per un ammontare totale di 40 mila euro; nella seconda i danni erano di circa 20 mila euro; nella terza avevano rubato 180 euro di gioielli; nella quarta 3 mila euro di contanti e danneggiamento di infissi quasi 2 mila euro).
La conseguente indagine ha consentito, quindi, di ricostruire minuto per minuto la partenza del commando dalla provincia milanese e cristallizzare il suo arrivo nel centro rivano, dove i ladri procedevano al furto nelle quattro abitazioni, in poche ore. Nella fase di allontanamento, i criminale venivano però intercettati da un equipaggio della radiomobile dei carabinieri di Riva del Garda. E' quindi cominciato un rocambolesco e rischioso inseguimento, terminato a Limone sul Garda con lo speronamento dell'auto dei fuggitivi, un'alfetta. A quel punto Demaj Bedri, per aiutare i suoi sodali a fuggire, investiva un carabiniere (poi medicato al Pronto Soccorso) senza riuscire a scappare. Per lui sono scattate le manette per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento. Gli altri due, però, erano riusciti a darsi alla macchia.
Sono stati quindi gli investigatori di Fiemme a ricostruire la fuga dei due malviventi che nell'immediato si erano andati a nascondere nei boschi sopra Limone sul Garda, per poi dividersi - in funzione strategica – al fine di rendersi meno individuabili. I due fuggiaschi, nonostante le rigide temperature del periodo, hanno passato la notte all'addiaccio per sottrarsi alle battute di ricerca messe immediatamente in atto dai carabinieri di Riva.
Il tempo è passato e l'incisiva azione inquirente, è riuscita a ricostruire le vicende di entrambi: Ndrejaj Ilir, la mattina seguente era sceso dalle montagne e con un taxi era ritornato da Limone sul Garda a Riva del Garda, per poi rientrare nel milanese riuscendo a sottrarsi alle ricerche. La prolungata attività di analisi del patrimonio probatorio acquisito, ha permesso anche di giungere all'identificazione del terzo fuggitivo, Gjecaj Armir, cittadino albanese che vive e gestisce un bar a Cassano d’Adda. A quel punto il quadro era completo e la dettagliata ricostruzione degli investigatori di Cavalese prodotta poi all’autorità giudiziaria roveretana, consentiva di fornire un idoneo quadro indiziario.
Il 21 ottobre è scattata l'emissione di due misure cautelari in pregiudizio per i due fuggitivi. Il 25 sono state eseguite dal nucleo operativo della compagnia di Cavalese a Cassano d'Adda per Gjecaj Armir e a Treviglio per Demaj Bedri. Il terzo membro del gruppo, Ndrejaj Ilir invece, era stato tratto in arresto a Cassano d’Adda nel luglio 2016 dal nucleo investigativo di Verbania in collaborazione con la compagnia dei carabinieri di Cavalese.