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Bullismo a Rovereto. "Puzzi e porti il velo perché hai i pidocchi", insulti e spintoni a una ragazzina

La 14enne di Lizzana è stata vittima di due sue coetanee che le hanno anche rotto gli occhiali alla fermata del bus . Il racconto della mamma che l'ha portata a casa dai suoi genitori. Nibras Breigheche: "L'islamofobia in Italia è a livelli altissimi. Invece dobbiamo essere tutti uniti e stigmatizzare certi eventi"

Di Luca Pianesi - 05 ottobre 2016 - 11:17

TRENTO. Una ragazza di 14 anni che è uno "scricciolo" ma porta il velo che finisce per mostrare a una sconosciuta i suoi occhiali rotti mentre con gli occhi gonfi di lacrime si sente dire "puzzi e porti il velo perché hai i pidocchi"; dall'altra parte altre due ragazzine che tra spintoni e insulti si rendono protagoniste di un bruttissimo atto di bullismo. E' successo a Rovereto lunedì pomeriggio all'altezza delle scuole magistrali. A dirlo una coraggiosa mamma, Carlotta, che tramite Facebook ha raccontato la bruttissima scena di bullismo alla quale ha assistito.

 

"Oggi ho assistito a una scena orribile - ha scritto - in cui non ho potuto far a meno di intervenire. Sto accompagnando mia nonna in piazza Rosmini in macchina, all'altezza delle magistrali ci sono delle ragazzine alla fermata dell'autobus sull'altro lato della strada. Una ragazzina con il velo e due senza. Quelle senza velo spingono l'altra e la buttano in terra, gli occhiali le finiscono in mezzo alla strada dove lei va a recuperarli. In quel momento non ho la possibilità di fermarmi, così lasciata mia nonna nella piazza faccio il giro e torno indietro. Mi fermo a lato strada vicino alle ragazzine che stanno urlando e spintonando ancora l'altra senza tregua. Scendo e mi avvicino. Chiedo se è tutto ok. Le ragazzine mi aggrediscono con: chi c..o sei? Cosa c..o vuoi? E via dicendo. Chiedo all'altra, uno scricciolo con uno sguardo impaurito e velato di lacrime, se gli occhiali si sono rotti e lei me li mostra. Sono piegati e una lente è andata. Dico alle altre due (che mi stanno dando ancora a dosso) di fare poco le spiritose perché io ho visto tutto e rischiano la denuncia".

 

"Chiedo di nuovo a quella che è stata maltrattata fino a un attimo fa dove vive e lei mi dice: a Lizzana. Benissimo. È dove sto andando per prendere i bambini a scuola. Le dico che se vuole può salire in macchina e che la accompagno io a casa. Lei senza dire nulla sfreccia dentro la mia auto (è salita con una perfetta sconosciuta piuttosto che rimanere con quelle due ignoranti). Durante il viaggio mi dice che ha 14 anni ed è in prima superiore, che quelle "cattive" sono sue compagne di classe e la trattano male da quando è cominciato l'anno. Piange. Arrivate a casa sua salgo fino al suo pianerottolo e parlo con i suoi genitori, racconto l'accaduto. Lei piange ancora e si scusa per aver rotto gli occhiali (nuovi) e piange pure la sua mamma. Gli lascio il mio numero e gli dico di non esitare a chiamarmi se dovesse servire la mia testimonianza perché è giusto che gli occhiali vengano ripagati dalle due maleducate (e che i genitori vengano informati) e che il caso sia almeno comunicato agli insegnanti (anche se per quanto mi riguarda una denuncia sarebbe il minimo)".

 

Questa brutta storia mescola bullismo e razzismo. E le cose spesso vanno di pari passo perché quello del colore della pelle, della religione, della diversa forma degli occhi possono diventare l'appiglio per ignoranti e maleducati per offendere e mettere con le spalle al muro coetanei o compagni di scuola. Abbiamo chiesto un parere a Nibras Breigheche figlia dell'Imam di Trento siriana di origine e in Italia da sempre: "Purtroppo l'islamofobia esiste nel nostro Paese - spiega Nibras- anzi l'italia è ai vertici delle classifiche europee in questo senso. Io mi ricordo di un momento molto brutto capitato in treno dopo l'11 settembre 2001 quando delle persone mi hanno dato della talebana e recentemente stanno aumentando i casi di imbrattamenti e danni a moschee e nostri luoghi di culto in tutta Italia. Ma d'altronde gli attentati scuotono gli animi e feriscono il mondo e quindi la psicosi aumenta. Ma bisogna sempre ricordare che feriscono anche noi. In Iraq e Siria i principali bersagli dell'Isis sono mussulmani. Dovremmo essere tutti uniti e invece poi appaiono su certi giornali titoli come 'Bastardi Islamici' che non fanno che dividerci. Anche alle mie figlie, che portano il velo, è capitato di sentire commenti sugli autobus o quando passeggiano in centro ma non dobbiamo generalizzare. A Trento in particolare la quotidianità racconta di episodi bellissimi di integrazione. Sono casi isolati questi che vanno stigmatizzati anche dagli stessi cittadini. E quindi un grazie alla mamma che è intervenuta in difesa della ragazzina vittima di bullismo".    

  

"Vorrei aggiungere, ed è importante - ha concluso nel suo post mamma Carlotta - che alla fermata c'erano due signore che non si sono scomposte minimamente davanti agli atti di bullismo che si stavano manifestando sotto i loro occhi e hanno fatto finta di niente. Non si sono degnate di far nulla. E' proprio a causa di gente come loro che queste cose accadono, e che i nostri figli invece che dare aiuto sono quelli che spingono, insultano e rompono gli occhiali (nei casi minori). Vi prego di condividere questa testimonianza per ricordare a tutti che nessuno merita di essere trattato in questa maniera e sopratutto non merita l'indifferenza di chi gli sta attorno. Un giorno potrebbe accadere a voi, a me, ai nostri figli e personalmente spero che ci siano più persone come me, pronte a dare una mano, intervenire ed esporsi, piuttosto di persone come le due signore, che ignorando la situazione hanno aumentato la cattiveria del mondo".

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