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Bigenitorialità, via libera del Comune. Degasperi (M5s): "Una garanzia per i diritti dei minori". Romano (Altra Trento): "Un registro inutile"

Il Comune di Trento ha deliberato quasi all'unanimità il registro di bigenitorialità: 37 voti favorevoli e la contrarietà di Antonia Romano. I 5 Stelle: "Test positivo, ora portiamo avanti la legge provinciale"

Di Luca Andreazza - 25 novembre 2016 - 20:27

TRENTO. “Il registro della bigenitorialità è uno strumento amministrativo per garantire i pieni diritti dei minori e la legittima aspirazione a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori, anche se sono separati”, esordisce Filippo Degasperi, consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle e firmatario della relativa proposta di legge provinciale, studiata e approfondita in collaborazione con il Centro antiviolenza bigenitorialità.

 

Presente nella “Convenzione sui diritti dei fanciulli” sottoscritta a New York il 20 novembre 1989 e resa esecutiva in Italia nel 1991, la bigenitorialità racchiude il principio etico e consolidato da tempo in altri ordinamenti europei.

 

Un diritto che viene inoltre sancito nella legge 54/2006 che recita “Il figlio minore ha il diritto di mantenere il rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare i rapporti significativi con gli ascendenti e con i propri parenti di ciascun ramo genitoriale”.

 

In Trentino questo diritto potrebbe essere rafforzato dal disegno di legge proposto nel 2015 dal Movimento 5 Stelle, che ha raccolto ampi consensi bipartisan in sede comunale (37 favorevoli e 1 contrario, ndr).

 

“Prima di discutere la legge in Provincia – continua Degasperi – abbiamo aspettato l'esito e la reazione del Comune di Trento, la prima amministrazione in Trentino a far propri i principi del registro di bigenitorialità. Siamo pienamente soddisfatti per due ragioni: la prima è rappresentata dal passo in avanti per il diritto del bambino. La seconda per il lavoro in sinergia e piena condivisione di tutte le componenti politiche”.

 

 

 

 

Le caratteristiche dell'albo di bigenitorialità sono l'iscrizione nel registro dei residenti nel comune, a richiesta di almeno uno dei genitori cui è attribuita la responsabilità genitoriale, fermo restando le disposizioni civilistiche in materia e previa comunicazione dell'iscrizione all'altro genitore, quindi la possibilità di risalire, attraverso questo strumento, alla residenza di entrambi i genitori, in quanto hanno acconsentito alla comunicazione e al trattamento dei dati e la possibilità per ognuno dei genitori di ottenere dal comune un'attestazione sull'iscrizione nel registro e sui dati che contiene.

 

“Si tratta - spiega Andrea Maschio, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle – di uno strumento di garanzia per il bambino che consente la possibilità di far conoscere alle istituzioni quali scuola e sanità il domicilio dei genitori. I prossimi passi sono un confronto con l'assessora Franzoia per superare alcune criticità, in quanto non abbiamo alcuna intenzione di creare problemi organizzativi oppure spese supplementari, quindi promuovere attivamente tramite i canali istituzionali di Comune e Provincia questo registro”.

 

Il tema della bigenitorialità è stato trattato all'interno della Commissione consiliare per le politiche sociali, familiari, abitative, per i giovani, il decentramento e le pari opportunità in quattro sedute prima della delibera e il Comune prevede ora di organizzare il Registro e definire il Servizio competente entro i prossimi due mesi, oltre a mettere in campo diverse azioni per promuovere la sua esistenza.

 

“Sarà importante – dice Paolo Negroni, consigliere pentastellato – l'informazione e far conoscere questo registro, soprattutto nel caso di separazioni non consensuali, dove il genitore ha difficoltà nel conoscere le situazioni del figlio. L'auspicio è che si diffonda nel tessuto sociale trentino”.

 

Le finalità proposte sono la tutela del figlio minorenne, che con il registro vedrebbe rafforzato il suo diritto di veder coinvolti ugualmente i genitori separati o divorziati nelle decisioni relative a salute, educazione e istruzione, senza dimenticare il rafforzamento, per quanto possibile, del diritto e del dovere di ciascun genitore ad esercitare il proprio ruolo anche in caso di separazione o divorzio.

 

Lo strumento non è giuridicamente vincolante, i genitori si iscrivono volontariamente nel registro degli Enti terzi: “Le maggiori resistenze – dice Degasperi – risiedono proprio nelle istituzioni. A scuola la doppia udienza spesso non viene concessa, ma spesso il genitore non affidatario in situazione di conflitto non viene a sapere nulla. I registri di sanità e istruzione in Trentino esistono, ma non vengono sfruttati a dovere. Basti pensare che il Ministero dell'Istruzione ha tirato le orecchie al Trentino ben forte per questa inadempienza. Questo strumento dovrebbe consentire un dialogo migliore”.

 

“Il risultato – spiega Roberto Buffi, presidente del Centro antiviolenza bigenitorialità – è il frutto di anni di collaborazione con il Movimento 5 Stelle, sempre sensibile su questo tema anche se non rientra strettamente nell'agenda politica. Non ci illudiamo che questo registro possa risolvere tutti i mali, ma può stemperare e ridimensionare il conflitto fra i genitori. Non solo Comune e Provincia devono essere parte attiva, ma la nostra stessa associazione sarà impegnata per il successo di questo strumento”.

 

 

 

 

Un registro considerato inutile invece da Antonia Romano dell'Altra Sinistra: “Crea confusione di ruoli istituzionali. Le Informazioni in ambito scolastico e sanitario, se davvero entrambi i genitori vogliono, sono già disponibili, a meno di palesi inadempienze delle persone addette ai lavori”. 
 

“Una nota del Ministero dà indicazioni precise alle scuole di ogni ordine e grado per la garanzia delle informazioni a genitori separati, ci sono pratiche consolidate nelle scuole di coinvolgimento di entrambi i genitori, ci sono strumentielettronici per ottenere anche informazioni sanitarie”.
 

“La delicata faccenda delle famiglie con genitori separati in condizioni di conflitto non può essere affrontata con strumenti privi di valore giuridico, che servono a dare un contentino politico ai proponenti, ma richiede interventi anche economici oltre che politici a sostegno della genitorialità in famiglie con genitori separati. Nessuna norma può evitare le sofferenze e i disagi di figli e figlie se non si compie uno sforzo di maturità e consapevolezza da parte dei genitori. È compito di chi amministra la città cercare e trovare strategie per aiutare cittadine e cittadini, tutelando il benessere soprattutto delle persone più deboli”.  

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