Al Muse con lo "Slow Beans" anche una competizione semiseria tra piatti a base di legumi
Due giorni di proposte e soprattutto una scorpacciata di gusto il prossimo 5 e 6 novembre al Muse dove fagioli, piselli, fave, cicerchie, lenticchie, roveja, lupini, soia, ceci, maracuoccio, lablab, caiano, noce bambara, azuki e molti altri saranno protagonisti di Slow Beans

Mostra mercato, degustazioni, pillole scientifiche e tantissime curiosità sui legumi. Due giorni di proposte e soprattutto una scorpacciata di gusto il prossimo 5 e 6 novembre al Muse dove fagioli, piselli, fave, cicerchie, lenticchie, roveja, lupini, soia, ceci, maracuoccio, lablab, caiano, noce bambara, azuki e molti altri saranno protagonisti di Slow Beans, evento itinerante della Rete Italiana di Produttori di Legumi tradizionali.
L’evento “ Slow Beans” porterà negli orti del Muse conferenze, workshop, corner scientifici per adulti e bambini, una mostra-mercato e le “Fagioliadi”, competizione semiseria tra piatti a base di legumi, per conoscere tutte le importanti caratteristiche nutrizionali di queste piante, apprezzarne le gustose varietà e scambiarsi informazioni e prelibate ricette.
Il 2016 è stato indicato come l’anno dei legumi, proclamato dalla Fao con l’obiettivo di accendere i riflettori su un alimento completo e ricco, anche se spesso ingiustamente dimenticato. In un semino a caso, infatti, che si tratti di ceci, lenticchie o fagioli si trovano numerose qualità nutrizionali e i legumi sono stati, per secoli, una delle fonti alimentari più ricche e indispensabili alla sopravvivenza. Oggi, perlopiù, conosciamo e utilizziamo le poche varietà proposte dall’industria e diffuse nelle produzioni in scatola, e raramente sulla nostra tavola ci allontaniamo dal consumo di fagioli, ceci, piselli e lenticchie. Le varietà di legumi nel mondo, invece, sono tantissime (la sola mostra al MUSE, quest’estate, ne presentava più di 500). Esistono legumi antichissimi, alcuni a rischio di scomparsa, come la cicerchia, mentre altri sono stati recuperati con successo (come ad esempio la roveja, legume umbro-marchigiano che può essere trasformato in un’ottima farina). Secondo Slow Food, esistono almeno 31 legumi da tutelare, da tenere d’occhio, perché rischiano di sparire.
Sabato 5 e domenica 6 novembre, grazie a a “Slow Beans” , sarà possibile compiere un viaggio tra le centinaia di varietà di legumi del mondo. In primo luogo grazie a una grande mostra-mercato che raggruppa ben 20 produttori locali e nazionali, pronti a presentare i loro gustosi prodotti a base di legumi. Ci sarà, come detto, una ricca proposta di conferenze, workshop e corner scientifici, tra i quali spicca la Tavola rotonda “Legumi semi nutrienti per un futuro sostenibile”, un dialogo a più voci sul tema con ospiti di riguardo, affronterà il tema delle qualità nutrizionali dei legumi, con livelli di approfondimento adatti a tutte le fasce d’età.
L’evento, organizzato in collaborazione con Comunità leguminosa Slow Beans, Slow Food Trentino Alto Adige Suedtirol, Presidi Slow Food, Mandacarù Onlus e costituisce il momento conclusivo dell’esposizione “Tutti i legumi del mondo” negli Orti del MUSE, che verrà quindi chiusa per il periodo invernale. Gli Orti riapriranno a primavera, con una nuova stagione di mostre.