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Aiuti alle famiglie, dalla Chiesa trentina erogati 700 mila euro

L'attività dei Fondi straordinari di solidarietà. "Pagare l'affitto di casa" è il problema maggiore

Di G.Fin - 23 novembre 2016 - 13:15

TRENTO. La ludopatia, il consumismo e l'incapacità di indirizzare le principali risorse finanziarie verso i bisogni primari sono i principali motivi che stanno portando al dissesto numerosi bilanci familiari anche in Trentino. A rilevarlo è la Chiesa, con il decanati di Trento e Rovereto nel corso della presentazione dell'attività dei Fondi straordinari di solidarietà a sostegno delle persone e famiglie in difficoltà. Dei Fondi che, per quanto riguarda la città di Rovereto, sono riusciti a raccogliere dal febbraio 2013 ad oggi oltre mezzo milione di euro ed aiutare oltre 600 persone. Valori importanti anche per la città di Trento dove il Fondo ha iniziato ad operare nella primavera del 2014 e le entrate ammontano a quasi 300 mila euro che sono riusciti a dare una risposta a 300 domande di persone in stato di difficoltà.

“L'idea di questa fondo – ha spiegato don Sergio Nicolli, decano di Rovereto – è nata nel 2013 e ha visto due obiettivi: quello della solidarietà perché non possiamo non prenderci cura di chi ci vive vicino e poi quello della sobrietà. Purtroppo stanno aumentando le richieste di aiuto ma allo stesso tempo registriamo anche che le famiglie che abbiamo aiutato un anno, quello successivo riescono a camminare con le proprie gambe”.

 

Entrando nello specifico, il Fondo straordinario di solidarietà di Rovereto ha iniziato ad operare nel febbraio 2013. Dall’inizio della sua attività e fino al 15 novembre di quest'anno, le entrate del Fondo ammontano a complessivi 503.500 euro. Derivano da erogazioni in denaro provenienti da: privati cittadini per il 50,5%, raccolte fondi delle parrocchie per il 20%, enti privati per il 12% e da associazioni per il 7,5%. Sono stati erogati contributi per euro 479.500 (dato aggiornato al 15 novembre 2016), a copertura di affitti privati (202.500 euro), Itea (85.000), Trenta (72.000), Spese condominiali (45.000), Sanità (15.000), Varie (60.000). Su 720 pratiche esaminate, 648 sono state accolte (90%), 72 respinte. I contributi sono andati nel 60% dei casi a italiani, per il 40% a stranieri. Il Fondo di Rovereto, inoltre, contribuisce al progetto diocesano “Ridare speranza” per il reinserimento lavorativo ed ha sostenuto anche l’avviamento di 9 pratiche nell’ambito del credito solidale, oltre all’accompagnamento nella gestione del bilancio famigliare in casi di pesanti situazioni debitorie.

 

Per quanto riguarda Trento, invece, il fondo ha iniziato ad operare nella primavera del 2014. Dall’inizio della sua attività, le entrate del Fondo ammontano a complessivi euro 291 mila euro. Derivano da erogazioni in denaro provenienti: da raccolte fondi delle parrocchie per il 36,7%, da privati cittadini per il 34,5% e per il 28,8% da enti privati (Arcidiocesi di Trento, UCID, Lions Club Trento, Cassa Centrale e Cassa Rurale di Trento, Federazione Scuole Materne e altri).

 

Complessivamente sono stati erogati contributi per 211.531 euro (dato aggiornato al 31 ottobre 2016), a copertura principalmente di affitti, spese condominiali e utenze domestiche. La disponibilità del Fondo ammonta attualmente ad euro 79.467.

Le domande complessivamente esaminate sono 448 (237 di italiani di cui 78 nel 2016), 211 di stranieri (75 nel 2016) di cui 303 accolte (164 italiani, 139 non italiani).

 

I contributi per affitti e spese condominiali nel periodo 2014/15 sono l’80,4% mentre nel 2016 sono il 72,5%; i contributi per utenze domestiche nel 2014/15 sono l’11,5% mentre nel 2016 sono il 18,88%. Le domande relative a contributi per la “casa” (affitto, condominio, utenze) hanno raggiunto il 91,9% nel 2014/15 e il 91,38% nei primi dieci mesi del 2016.

 

Nel dettaglio del 2016 (in termini percentuali in linea con gli anni precedenti): affitti Itea 23.389 euro (36,65%), affitti privati 14.179 euro (22,22%), utenze domestiche 12.049 (18,88%), spese condominiali 8.696 euro (13,63%), mense scolastiche-asili nido-istruzione 3.232,94 euro (5,06%), spese sanitarie-rinnovi permessi soggiorno-spese legali 2.254 euro (3,53%).

 

“C'è una grande generosità da parte delle persone – ha sottolineato Graziano Manica, coordinatore Fondo di solidarietà del decanato di Rovereto – e un importante compito portato avanti è stato quello di accompagnare le famiglie a capire la loro situazione, conoscere i motivi da cui è nata e aiutarle a risolvere alcune problemi. Per tutto questo sono importanti i rapporti che vengono portati avanti con la Caritas, le assistenti sociali, il Tribunale ma anche all'aiuto dei tanti volontari che si spendono per aiutare gli altri”.

 

Tra i risultati importanti, hanno spiegato Tommaso Sussarellu, coordinatore del Fondo di solidarietà del decanato di Trento e il decano Claudio Ferrari, troviamo il fatto che “non ci sono molte domande reiterate rispetto da un anno all'altro e quindi molti interventi sono riusciti a rimettere in gioco le persone aiutate”.

 

L’accesso ai Fondi, la cui attività è disciplinata da un regolamento di gestione, avviene normalmente attraverso domande di aiuto economico raccolte dai Punti di Ascolto Parrocchiali (PAP) e dai Centri di ascolto (CedAS) della Caritas o dalle conferenze di San Vincenzo. L’erogazione dei contributi è deliberata da un comitato di gestione secondo i seguenti criteri:

 

  1. essere maggiorenni e residenti o domiciliati da almeno un anno nel territorio dei decanati;
  2. trovarsi in condizioni di oggettiva e temporanea difficoltà economica con priorità a chi avesse perso il lavoro, non solo dipendente, negli ultimi 36 mesi ed esaurita la possibilità di accesso agli “ammortizzatori sociali”; le difficoltà economiche dovranno essere riconducibili a spese urgenti o fondamentali per la gestione del proprio quotidiano (affitti, bollette, spese mediche, istruzione propria o dei figli, ecc.);
  3. fornire un estratto conto bancario o postale degli ultimi sei mesi;
  4. presentare un proprio bilancio familiare.

 

Il contributo a fondo perduto può essere concesso, una sola volta per anno, nella misura massima di mille euro e correlato, ove possibile, ad altre forme di sostegno economico dei PAP, dei CedAS e della San Vincenzo. In situazioni eccezionali e straordinarie il contributo può essere superiore.

 

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