Meteo, nuove piogge in arrivo (ma quota neve ancora alta) e a seguire una lunga fase asciutta (forse fino a fine mese): ecco le previsioni
L'analisi di Giacomo Poletti: “Da venerdì 10 inizierà una fase asciutta probabilmente lunga, forse addirittura fino a fine mese, fredda fino a lunedì 13 compreso e poi via via più mite”. Nuova fase perturbata in arrivo nella notte di giovedì 9 (con piogge in esaurimento in tarda mattinata)

TRENTO. Una nuova (veloce) perturbazione, ma con quota neve ancora alta, e a seguire una lunga fase asciutta (che potrebbe durare fino a fine mese): ecco le previsioni per i prossimi giorni dell'ingegnere ambientale e membro di Meteo Trentino Alto Adige Giacomo Poletti. La giornata di oggi (mercoledì 8 gennaio) proseguirà senza precipitazioni, con timide aperture ma nuvolaglia presente anche a medie quote.
“Lo zero termico – dice l'esperto – schizza alto, a 2700/2900 metri la sera, con inversione termica per il ristagno freddo nelle valli. Solo sull'estremo nord/ovest (Cevedale/Pejo/Tonale) possibili precipitazioni deboli dal pomeriggio”. Come anticipato invece, giovedì 9 tornerà a piovere fin dalla notte, con le precipitazioni attese in esaurimento a metà mattina.
“Quota neve ancora alta, direi a 1400/1500 metri in zona Trento e sul Trentino meridionale – continua Poletti – a nord qualcosa meno, con possibilità di un po' di bianco in alta val di Sole (Ossana) e in alta Fassa (Vigo/Canazei)”. A seguire, da venerdì 10, inizierà invece una fase asciutta: “Probabilmente lunga, forse addirittura fino a fine mese, fredda fino a lunedì 13 compreso, poi via via più mite. Per le prossime due settimane infatti – precisa l'esperto – i modelli vedono l'anticiclone dominare tra Atlantico e Europa Centrale, 'tappandoci' ogni possibilità di ingresso perturbato”.
Guardando all'andamento generale, dice Poletti: “E' evidente il fatto che una larga parte dei peggioramenti invernali non riesce più a portare neve a quote basse, specie se intensi: in tal caso infatti si attivano venti miti in quota, capaci di scalzare ogni eventuale cuscino freddo. Pure a gennaio le perturbazioni sembrano avere connotati simil-autunnali o primaverili nelle temperature dei flussi in arrivo”. Per quanto riguarda invece lo sci: “Oltre i 2000 metri e nel solo trimestre invernale – continua – come dimostra uno studio recente di Eurac, la nevosità si salva per ora, consentendo l'attività sciistica tanto più con l'innevamento artificiale. Provocatoriamente, si potrebbe quasi dire che le nevicate 'moderne' (cioè solo a quote medio/alte) e le temperature 'gentili' degli ultimi anni, favoriscano l'accessibilità e la fruibilità delle montagne”.
Guardando poi sia ai dati locali che a quelli su scala mondiale: “Negli ultimi 3 anni il riscaldamento globale – conclude Poletti – ha fatto un salto verso l'alto: il 2024 in tantissimi Paesi (tra cui Usa e Cina) è stato l'anno più caldo, così come per il 24% della superficie oceanica mondiale (con dati continui dal 1940 da boe, navi, dropsonde e successivamente satelliti eccetera) il che è davvero notevole (preoccupante) anche in ottica futura, vista l'inerzia termica dell'acqua. Il 2025 parte ancora forte: il 7 gennaio quasi tutta la penisola italiana ha superato i 15 gradi sulle coste, con punte oltre i 20 gradi in Sicilia e Calabra e di 18 gradi in Puglia. Temperature tra i 2 e i 5 gradi oltre le medie 1971-2000”.