"La Ciclovia del Garda è un pozzo senza fondo". Nuovo esposto alla Corte dei Conti contro i costi e la sostenibilità dell'opera da parte delle associazioni ambientaliste
"Il tratto coinvolto, infatti, si sviluppa in un’area caratterizzata da una combinazione di instabilità dei versanti ed elevato rischio di erosione come dimostra la continua cronaca recente, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e l’opportunità di un progetto di tale portata. Nonostante le raccomandazioni della Corte, la Giunta Provinciale di Trento ha approvato ulteriori 2,5 milioni di euro per l’aggiornamento dei prezzi e per maggiori oneri progettuali" denunciano Italia Nostra Trentino, Ledro Inselberg e Wwf del Trentino

TRENTO. Italia Nostra Trentino, Ledro Inselberg (che aderisce al "Gruppo Italiano Amici della Natura") e il Wwf del Trentino presentano un nuovo esposto alla Corte dei Conti. L'oggetto è sempre la Ciclovia del Garda e le tre associazioni denunciano un ulteriore incremento dei costi, definendoli "insostenibili" e mettendo nuovamente in evidenza "l'instabilità dei versanti ad elevato rischio di erosione".
Non è certamente la prima volta che la Ciclovia del Garda è oggetto di denunce: nei mesi scorsi alcuni parlamentari di Alleanza Verdi Sinistra e del Gruppo per le Autonomie avevano presentato un esposto alla Procura di Verona per “gravi problematiche idrogeologiche e ambientali, e i rischi per l'incolumità pubblica", chiedendo l'immediata sospensione dei lavori (QUI ARTICOLO)
"La associazioni Italia Nostra Trentino Aps, Ledro Inselberg Aps e Wwf Trentino Odv - si legge nella nota ufficiale - hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti, denunciando un ulteriore incrementi dei costi per la realizzazione della Ciclovia del Garda (opera C-66 del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche, Snct). Il tratto trentino occidentale, lungo circa 5,5 km, ha ora raggiunto la cifra astronomica di oltre 84 milioni di euro, corrispondente a un costo per chilometro superiore a 15 milioni di euro, ovvero 42 volte il parametro medio nazionale stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. Tale importo dovrà ancora ulteriore crescere dato vi sono due tratti, in corrispondenza di Casa della Trota e dell'Hotel Pier, ancora sospesi e non computati".
Le tre associazioni parlano apertamente di "incrementi insostenibili".
"L’esposto - proseguono - richiama la Deliberazione 64/2024/G della Corte dei Conti, che aveva già messo in luce significative problematiche nella gestione dei fondi per le ciclovie turistiche, tra cui la disomogeneità dei costi medi per chilometro tra le diverse tratte, il mancato rispetto dei parametri stabiliti dal Biciplan e l’inadeguata trasparenza nella pianificazione delle risorse. Nonostante le raccomandazioni della Corte, la Giunta Provinciale di Trento ha approvato, con la delibera n. 1760 del 7 novembre 2024, ulteriori 2,5 milioni di euro per l’aggiornamento dei prezzi e per maggiori oneri progettuali. Un contesto di spese che richiede un'urgente revisione: 31 marzo 2023: 57.989.479 € (10.543.541 €/km); 6 ottobre 2023: 81.585.129 € (14.833.659 €/km); 28 marzo 2024: 80.904.057 € (14.709.828 €/km); 7 novembre 2024: 84.317.050 € (15.330.372 €/km). L’aumento del 50% in poco meno di due anni rappresenta uno spreco di risorse pubbliche che necessita di un’immediata verifica da parte delle autorità competenti".
Attenzione al contesto: i versanti sono ad elevato rischio di erosione? E le associazioni propongono alternative
“Questi stanziamenti non solo configurano un evidente spreco di risorse pubbliche - concludono Italia Nostra, Ledro Inselberg e Wwf Trentino - a compromettono anche uno dei paesaggi più iconici della Provincia di Trento, senza offrire alcuna garanzia sui tempi di completamento dei lavori. Il tratto coinvolto, infatti, si sviluppa in un’area caratterizzata da una combinazione di instabilità dei versanti ed elevato rischio di erosione come dimostra la continua cronaca recente, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e l’opportunità di un progetto di tale portata. Le associazioni propongono soluzioni più economiche e meno impattanti, come l’utilizzo di battelli per collegare le aree interessate, sfruttando il Lago di Garda come via di comunicazione naturale. Questa alternativa ridurrebbe drasticamente i costi e avrebbe un impatto ambientale minimo, garantendo al contempo una mobilità sostenibile per residenti e turisti: si tratta peraltro di una soluzione già adottata recentemente dalle amministrazioni del tratto lombardo tra Gargnano e Limone, adducendo alla scelta motivazioni del tutto comparabili a quelle sostenute dalle Associazioni per il tratto trentino. Continuare con questo progetto significa trasformare un’opera potenzialmente simbolica in un vero e proprio pozzo senza fondo per le risorse pubbliche”.