Il calcio a 5 piange la scomparsa di Massimo Cima: il responsabile della Figc di Bolzano morto a 63 anni dopo un lungo ricovero in ospedale
Cima, rieletto pochi mesi fa dopo aver già ricoperto tale ruolo anche nel corso dei precedenti mandati, aveva accusato un malore il 9 settembre 2024 mentre si trovava nella propria abitazione di Verona. Da lì la corsa in ospedale, le prime settimane difficilissime ma, con il passare dei giorni, la situazione sembrava aver avuto un'evoluzione positiva, anche se il cuore era debolissimo

BOLZANO. Il mondo del futsal regionale, ma non solo perché era conosciuto in tutta Italia, piange la scomparsa a soli 63 anni di Massimo Cima, responsabile del calcio a 5 del Comitato Provinciale Autonomo di Bolzano e, in passato, anche vicepresidente della Figc altoatesina.
Cima, rieletto pochi mesi fa dopo aver già ricoperto tale ruolo anche nel corso dei precedenti mandati, aveva accusato un malore il 9 settembre 2024 mentre si trovava nella propria abitazione di Verona. Da lì la corsa in ospedale, le prime settimane difficilissime ma, con il passare dei giorni, la situazione sembrava aver avuto un'evoluzione positiva, anche se il cuore era debolissimo.
Lucidissimo e propositivo anche nei momenti più complicati, come era nella sua natura, è stato circondato sino all'ultimo dall'affetto dei propri cari e dei tanti amici che, sia dal Trentino che dall'Alto Adige, scendevano settimanalmente a trovarlo nell'ospedale veronese da dove era ricoverato da quattro mesi e dove si è spento nella notte tra l'8 e il 9 gennaio.
Prima giocatore (anche ai massimi livelli), poi allenatore e infine dirigente, Massimo Cima, veronese di nascita, trapiantato (in parte) a Bolzano, ha dedicato al calcio a 5 un'enorme fetta della propria vita, dedicando sempre grande attenzione al movimento giovanile e a quello femminile, cercando di lanciare - ultimamente - anche il beach soccer in Alto Adige.
Grande tifoso dell'Hellas Verona, che spesso seguiva allo stadio (e ogni tanto anche in trasferta), aveva cercato di portare la propria esperienza in terra altoatesina dove il futsal non ha mai completamente preso piede.
"Con Massimo non sono certamente mancanti i momenti di discussione - ricorda Marco Rinaldi, ex responsabile del calcio a 5 del Comitato di Trento - e di confronto durante gli anni in cui abbiamo ricoperto i rispettivi ruoli da "vicini da casa" e con diverse situazioni in comune da gestire. Non ci siamo sempre trovati d'accordo, questo è innegabile, ma anche quando eravamo su posizioni diverse, quello che non è mai mancato è stato il rispetto della persona e dei ruoli. D'altronde entrambi siamo sempre stati accomunati dalla grande passione per il calcio a 5 e difendevamo le nostro posizioni. Negli ultimi mesi ci siamo avvicinati molto, sono andato a trovarlo in ospedale, ci siamo sentiti al telefono anche pochi giorni fa, ripromettendoci di vederci presto. Mancherà al futsal e, a livello personale, con la sua tenacia e la sua determinazione mi ha dato una grande lezione di vita".