Famiglie trentine sempre più in difficoltà, Oliver: "Fino a 3mila euro l'anno la perdita di potere d'acquisto. A rimetterci scuola e salute, le persone rinunciano a curarsi"
"Nelle dichiarazioni dei redditi abbiamo notato che la cosa a cui le persone rinunciano maggiormente sono le cure, perché quando nelle fasce più povere diminuisce la spesa sanitaria, significa che le persone hanno cominciato a curarsi di meno e non certo che improvvisamente hanno cominciato a sentirsi meglio” ha spiegato Luca Oliver, presidente di Acli Servizi srl

TRENTO. Famiglie sempre più in difficoltà. Destano preoccupazione le parole di Luca Oliver, presidente di Acli Servizi srl, sulla situazione economica dei trentini in questi ultimi anni. “Il potere d’acquisto di una famiglia media è diminuito di circa 3 mila euro all'anno” ha affermato Oliver a margine della conferenza per i 30 anni di Caf Acli Trentino all'interno della quale è stato lanciato un bando, destinato alle piccole associazioni non lucrative del terzo settore, che operino nei campi dell’assistenza, dell’educazione o della prevenzione sanitaria, specialmente psichiatrica.
Le iscrizioni al bando, chiamato “TrentaeLode” sono aperte fino al 28 febbraio 2025, sul sito www.aclitrentine.it. Per le associazioni che riusciranno a partecipare, saranno erogati fino a 12.000 euro, e vi sarà una copertura rendicontata delle spese del novanta per cento. Lo scopo di questo bando è quello di aiutare i cittadini in prima persona, con azioni concrete che si aggiungano alle regolari attività proposte da Acli.
Un impiego messo in campo ancora una volta per cercare di sopperire alle mancanze che purtroppo arrivano dall'ente pubblico sia per quanto riguarda il campo sanitario-assistenziale, che per quanto riguarda l’educazione.
“Un report – continua Oliver - basato sui dati delle nostre dichiarazioni dei redditi, mostra evidente il costante impoverimento delle famiglie trentine. Infatti abbiamo riscontrato, anche a causa dell’inflazione, una progressiva diminuzione del potere d’acquisto, che si sta estendendo a livelli di reddito sempre più numerosi. Se prima il problema era circoscritto alle fasce più povere della popolazione, ora colpisce pesantemente anche la classe media. Si stima che, ormai da tre anni, la perdita del potere d’acquisto delle famiglie si avvicina ai 3 mila euro l’anno”.
“Una perdita di questo genere comporta numerose rinunce” ha spiegato ancora il presidente di Acli Servizi srl. “Nelle dichiarazioni dei redditi abbiamo notato che la cosa a cui le persone rinunciano maggiormente sono le cure, perché quando nelle fasce più povere diminuisce la spesa sanitaria, significa che le persone hanno cominciato a curarsi di meno e non certo che improvvisamente hanno cominciato a sentirsi meglio”.
Un altra grave conseguenza di questa perdita di potere d’acquisto è la crisi che si riversa anche nel mondo dell’educazione: infatti, nei centri di formazione professionale si è notata una crescente dispersione scolastica. “Per quanto riguarda i centri Enaip i dati hanno evidenziato un aumento della dispersione scolastica. Rispetto ad una decina di anni fa, questo è senz’altro diventato un importante tema di discussione”.
In che cosa si possono ricercare le cause che hanno portato ad un così drastico calo del potere d’acquisto? Senza dubbio l’inflazione è un aspetto da non sottovalutare. Si stima che, su base nazionale, l’indice dei prezzi al consumo senza tabacchi per famiglie di operai e impiegati, dal gennaio 2020 al novembre 2024, sia stato del 16,9 per cento. E l’inflazione getta la sua ombra anche sui tassi d’interesse dei mutui, avendoli fatti aumentare, per il 94,8 per cento delle famiglie che si sono rivolte ad Acli di circa 1330 euro l’anno.
Inoltre, un aspetto che ha significativamente contribuito ad aggravare il problema è la progressiva omologazione del Trentino rispetto al resto d’Italia per quanto riguarda le retribuzioni e la ricchezza, alle quali si affianca la preoccupante deriva delle vallate trentine che vedono progressivamente erodersi i livelli di benessere conquistati fino ad oggi grazie all’autonomia regionale.
Un ultimo dato che desta preoccupazione è quello delle famiglie che in trentino si trovano sotto la soglia di povertà: nel caso di nuclei familiari dove il dichiarante è donna siamo di fronte a numeri tre volte maggiori rispetto ai casi in cui il dichiarante è maschio. Un dato allarmante, che deve portare, da parte delle forze politiche, istituzionali e di tutti i cittadini, una profonda riflessione e un intervento immediato.