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Aggressioni al personale sanitario, la Cisl: "Cosa deve ancora accadere prima che Apss e assessorato intervengano?"

L'intervento della Funzione pubblica della Cisl dopo l'ennesima aggressione a un infermiere: "A costo di sembrare ripetitivi, ribadiamo che la sanità deve essere tutelata. E' grave che non ci si riesca a prendere cura di chi ci cura"

Pubblicato il - 13 gennaio 2025 - 20:19

TRENTO. "Ormai siamo senza parole, cosa deve ancora accadere prima che l'Azienda provinciale per i servizi sanitari e l'assessorato intervengano con le misure necessarie per tutelare le lavoratrici e i lavoratori?". Questa la domanda di Giuseppe Pallanchsegretario della Cisl Fp, con la delegazione del comparto Sandro PilottiAlfio TraversoWalter Dalvai. "Esprimiamo solidarietà al personale e sosteniamo la tutela legale dell'aggredito. Ancora una volta abbiamo denunciato agli organi competenti una situazione ormai inaccettabile".

 

Un'ennesima aggressione, un infermiere colpito con violenza da un paziente alterato. Nonostante il pugno ricevuto, il professionista è riuscito a completare l'intervento e poi si è recato in pronto soccorso per gli accertamenti del caso e ha dovuto sospendere in anticipo il turno. Un fatto avvenuto sabato scorso in piazza Santa Maria Maggiore.

 

"A costo di sembrare ripetitivi, ribadiamo che la sanità deve essere tutelata", aggiungono Pallanch, Pilotti, Dalvai e Traverso. "E' grave che non ci si riesca a prendere cura di chi ci cura. E' ora che l'Apss esca dall'immobilismo". 

 

I dati Inail al 31 dicembre 2022, ma anche quelli ancora provvisori 2023, mettono purtroppo in luce un aumento dei casi di aggressione e violenza ai danni del personale sanitario che a livello nazionale hanno superato le 1.600 denunce ufficiali annue. Circa il 10% degli infortuni occorsi a chi lavora in corsia, e certificati Inail, è riconducibile a una aggressione contro una media nel settore privato del 3%. A essere aggredite sono soprattutto le donne che rappresentano circa i 3/4 degli infortunati, in linea con la composizione per genere degli occupati nel settore. 

 

Tra le ipotesi messe sul tavolo dall'Apss ci sono quelle di dotare il personale sanitario di spray al peperoncino, di usare bodycam e dispositivi con pulsante per segnalare casi di pericolo. "Sono ormai mesi che sentiamo parlare di queste soluzioni. A oggi però non ci sono state risposte serie, responsabili e strutturali. Tante chiacchiere ma pochi fatti". 

 

La Cisl chiede una campagna di sensibilizzazione e di investire nel settore sanitario a cominciare dal blocco delle esternalizzazioni e sulla valorizzazione dei professionisti. "Il servizio sanitario va tutelato a tutti i livelli perché le ricadute sono direttamente sul cittadino", concludono Pallanch, Pilotti, Dalvai e Traverso.

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