"3000 euro a chi ci aiuta a individuare i responsabili", il Cras sulla lupa ferita (a 3 zampe) da alcuni colpi di arma da fuoco: "Disponibili ad ospitarla"
Il Centro fauna selvatica "Il Pettirosso" sulla lupa trovata ferita a Recoaro: "Disponibili ad ospitarla a titolo gratuito". E insieme all'associazione 'Salviamo gli orsi della luna' parte una campagna: "3000 euro a chi ci aiuterà a rintracciare i responsabili"

RECOARO TERME. Ha già fatto il giro del Paese la notizia di una giovane lupa trovata ferita negli scorsi giorni a Recoaro Terme, nel Vicentino (QUI ARTICOLO). Qualcuno ha sparato a 3 zampe del povero animale, che ora rischia il peggio.
Ritrovato in stato di denutrizione e con gravi ferite da arma da fuoco, l'esemplare è stato immediatamente portato dal veterinario Massimo Nicolussi, che lo ha visitato e ha effettuato delle radiografie, che hanno evidenziato fratture al metacarpo sinistro, al ginocchio sinistro e alla tibia destra (una scheggia di piombo è andata a fermarsi in prossimità del garretto dell'arto controlaterale).
Le pallottole hanno danneggiato in maniera importante 3 dei 4 arti della lupa: "L'eutanasia sembra la scelta migliore - ha dichiarato non a caso Nicolussi nelle scorse ore -. Assieme al Centro recupero animali selvatico "Difesa natura 2000" e con il parere favorevole della Polizia Provinciale si deciderà forse di inviarla in un centro specializzato, dove andrà a giocarsi le sue ultime carte".
Una vicenda che non ha tardato a raggiungere diversi lettori, tra i quali Piero Milani del Centro Fauna Selvatica "Il Pettirosso" (di Modena), che attraverso Il Dolomiti ha deciso di comunicare la propria disponibilità ad ospitare "a titolo gratuito" la lupa nel suo centro.
Non solo: ora la volontà del Centro insieme all'associazione 'Salviamo gli orsi della luna' è quella di avviare una campagna, offrendo 3000 euro (ma potenzialmente anche di più) a chi darà delle informazioni utili per rintracciare il responsabile (o i responsabili).
Qualche tempo fa il Centro Fauna Selvatica "Il Pettirosso", insieme all'associazione, aveva lanciato una campagna analoga. "Aiutiamo il Trentino a liberarsi dai bocconi avvelenati", questo il nome dell'iniziativa che si proponeva di "premiare" (con un versamento una tantum) chi, con una segnalazione determinante, avesse permesso l'individuazione e la denuncia di chi si rende protagonista dell'avvelenamento sul territorio di animali selvatici e non (MAGGIORI DETTAGLI QUI).
Sottoscrizione sempre in aumento "grazie ai cittadini stanchi di queste nefandezze - commenta Milani, intervistato da Il Dolomiti -. Anche perché chi ha fatto ciò non pensava che l'esemplare scappasse: ha sparato per ucciderlo ma così non è stato. Chi non ama gli animali o non rispetta le leggi non può rispettare neppure le persone perché si sente sopra a tutti".
"Abbiamo ideato queste campagne per tutelare la fauna, che è patrimonio della collettività - conclude Milani, -. Un modo per ricordare che non siamo tutti dei trogloditi ma che ci sono molti a cui, giustamente, degli animali e della natura importa davvero. Certi atti hanno un prezzo e noi ora presentiamo il conto. E non crediate che siano campagne indirizzate solo ad alcune regioni, perché nel nostro piccolo lo faremmo per altre zone in Italia che sia l'Abruzzo o l'Emilia Romagna".