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"Botti di Capodanno: shock per gli animali, anche fino alla morte", ecco come proteggerli. Il presidente dei veterinari: "Servono ordinanze sovracomunali"

Il presidente dell'Ordine dei veterinari Marco Ghedina: "Nei casi in cui gli animali soffrano di patologie, come ad esempio un'insufficienza cardiaca, uno spavento eccessivo può causare anche infarti e quindi la morte"

Di Federico Oselini - 31 dicembre 2024 - 18:08

TRENTO. Con l'avvicinarsi della notte di Capodanno, una delle principali preoccupazioni per molte persone è quella di riuscire a tutelare i propri animali domestici dalle conseguenze causate dallo scoppio di fuochi d'artificio e petardi. Questi, infatti, nonostante le diverse ordinanze comunali volte a limitare o vietare il loro utilizzo, possono causare in cani e gatti, ma non solo, veri e propri shock e stati di panico, mettendo a rischio la loro vita e anche la sicurezza dei padroni. Per comprendere l'entità del fenomeno, è sufficiente basarsi sui dati forniti dall'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (QUI ARTICOLO): nel 2022, a Capodanno, in tutta la penisola sono morti almeno quattrocento tra cani e gatti a causa proprio dei botti.

 

A spiegare il fenomeno, fornendo inoltre consigli utili su come comportarsi, è il presidente dell'Ordine dei Veterinari di Trento Marco Ghedina che, intervistato da il Dolomiti spiega: "Gli animali, domestici e non, vengono molto influenzati dai rumori e dalle luci accecanti improvvise dai fuochi d'artificio, ma anche dall'odore di fumo che si diffonde nell'aria".

 

E, di conseguenza, le reazioni possono essere varie: "L'animale spaventato può reagire, se si trova all'aperto, cercando di fuggire da quello che percepisce come un pericolo e, allontanandosi, può ferirsi o mettere in pericolo anche le persone. Se invece si trova in casa, non potendo fuggire, un cane ad esempio può sviluppare per il panico un atteggiamento protettivo, diventando anche aggressivo, aspetto che può rivelarsi pericoloso anche per i presenti".

 

Per quanto riguarda invece gli animali selvatici, sottolinea il presidente dell'Ordine dei Veterinari, le dinamiche sono più o meno le stesse: questi infatti possono reagire allo scoppio di fuochi d'artificio e botti venendo guidati esclusivamente dalla paura, perdendo il loro senso naturale di autoprotezione. "Questo può causare una fuga inconsulta con il rischio che l'animale non riesca a percepire i reali pericoli presenti nell'ambiente – spiega Ghedina – e un esempio tipico sono i salti nel vuoto che possono portare anche ad esiti fatali. Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione in Trentino Alto Adige è che all'interno delle valli il rumore dei fuochi d'artificio rischia, a causa dell'effetto eco, di essere avvertito anche a distanza di parecchi chilometri".

 

Oltre alle reazioni comportamentali, non sono poi da sottovalutare le conseguenze sulla salute degli animali causate dallo spavento: queste vanno da quelle "cerebrali" a quelle fisiche, che possono rivelarsi addirittura fatali in certi casi.

 

"Spesso i maggiori danni sono legati ad attacchi di panico, con lo shock che può portare a reazioni di paura anche successivamente al trauma subìto, ad esempio quando l'animale percepisce un rumore normale come quello di un'aspirapolvere" spiega il veterinario, che prosegue: "Nei casi in cui gli animali soffrano di patologie, come ad esempio un'insufficienza cardiaca, uno spavento eccessivo può causare anche infarti e quindi la morte".

 

Ma come fare per tutelare il più possibile i propri animali domestici in un periodo così delicato? Il consiglio di Marco Ghedina è quello, se ci si trova ad esempio in Comuni in cui non vengono disposte ordinanze di limitazione dell'utilizzo di fuochi d'artificio e "botti", di ricorrere a rimedi, sia farmacologici che naturali, nell'ottica di tranquillizzare l'animale per ridurre in lui l'intensità del panico. "Esistono in commercio prodotti specifici – viene specificato – ed è possibile consultare il proprio veterinario di fiducia per valutarne l'acquisto".

 

Ma non solo: "Il consiglio è poi quello di tenere i propri animali in una stanza della casa, possibilmente al buio, magari con in sottofondo una televisione o una radio accesi, in modo da diminuire la percezione dei rumori esterni".

 

Il presidente dell'Ordine dei Veterinari di Trento allarga poi la riflessione, analizzando il fenomeno dell'utilizzo dei fuochi d'artificio che dovrebbe essere affrontato in maniera più strutturata e incisiva e non solo a livello comunale.

 

"Le ordinanze di divieto sono lasciate alla competenza dei Comuni e spesso arrivano sulla base della sensibilità dei singoli amministratori – osserva Ghedina – mentre in realtà sarebbe opportuno che le ordinanze arrivassero direttamente da un livello sovracomunale, provinciale se non addirittura a livello nazionale".

 

Questo nell'ottica anche di fornire "un'educazione alla cittadinanza" sull'utilizzo dei prodotti pirotecnici. "Anche alla luce del fatto che questi – conclude Ghedina – rappresentano un pericolo anche per le persone. Insomma, se non bastasse la sensibilità nei confronti degli animali, basterebbe riflettere sulle notizie che si leggono ogni anno per capire che sarebbe opportuno festeggiare in altri modi".

 

 

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