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Il ghiaccio dell'Adamello si ritira ed emergono i resti di un soldato della Prima Guerra Mondiale

Dagli equipaggiamenti alla divisa, sono risultati ben visibili i resti di un soldato in Località Crozzon di Lares dove a partire dal 1916 si sono combattute diverse battaglie e dove i due eserciti, italiano e austro-ungarico si fronteggiavano

Pubblicato il - 30 agosto 2022 - 15:25

CAMPIGLIO. Si tratterebbe di un soldato dell'esercito austro-ungarico caduto nella Prima Guerra Mondiale. Il corpo ormai decomposto, ma con indosso ancora la divisa e parte degli equipaggiamenti ancora quasi integri, sono stati ritrovati in Località “Crozzon” di Lares a quota 3100 metri sul ghiacciaio del Adamello.

 

Il rinvenimento è un’altra delle conseguenze del ritiro del ghiacciaio, che per oltre cento anni ha custodito i resti del militare. Nella zona, infatti, ''correva'' il confine tra Regno d'Italia (Valcamonica) e l'Impero austro-ungarico (Giudicarie e Rendena). Nella primavera del 1916 gli Alpini erano posizionati al Rifugio Garibaldi e gli austriaci tra rifugio Mandrone e Carrè Alto lungo la cresta del Monte Fumo - Lobbia Alta e la cresta Corno di Cavento - Crozon di Folgorida

 

In quei luoghi si combatterono battaglie terribili nel gelo della neve e tra i ghiacci. Tra il 12 aprile e il 17 aprile 1916 gli alpini conquistarono la linea Monte Fumo - Lobbia Alta. Il 29 aprile - nella cosiddetta "Battaglia dei Pulcinella" - gli italiani conquistarono il Crozzon di Folgorida, il Crozzon di Lares, il passo di Lares e il passo di Cavento. I passi di Folgorida e delle Topette rimasero ancora in mano agli austriaci che però, sentendosi quasi accerchiati, li abbandonarono il successivo 14 maggio. L'operazione si concluse il 17 e il 18 maggio con l'occupazione da parte degli alpini dell'alta val Genova e della conca del Mandrone, col rifugio omonimo. Poi ci furono le controffensive austriache e la zona fu martoriata come buona parte del fronte con alterne vicende.

 

Il 14 settembre 2016 sempre in Località ''Crozzon'' di Lares a quota 2.910 metri erano stati rinvenuti da un escursionista i resti di due soldati austriaci. Due anni fa intorno a quota 3150 metri, la salma di un altro soldato austriaco è stata rinvenuta da due alpinisti che notavano tra i ghiacci la presenza di resti umani.

 

I resti del corpo trovato in questi giorni sono stati traslati al Cimitero di Trento, dopo le formali autorizzazioni rilasciate della Procura della Repubblica del Capoluogo, sarà a disposizione della Sovrintendenza che cercherà di ricostruire la storia del soldato, anche grazie ad esami autoptici e agli storici, fino ad arrivare, se possibile, a dare un nome al militare.

L’intervento è stato supportato dal Nucleo Elicotteri della Provincia Autonoma di Trento. Il recupero è avvenuto grazie agli specialisti dell’Arma inquadrati nella Squadra di Soccorso Alpino, che più volte hanno partecipato a recuperi analoghi, oltre che ai normali servizi di soccorso in montagna.

 

Operativi i carabinieri della Stazione di Carisolo e della Squadra di Soccorso Alpino Carabinieri di Madonna di Campiglio-Carisolo, dipendenti dalla Compagnia di Riva del Garda, sotto la direzione della Sovrintendenza dei Beni Archeologici della
Provincia di Trento.

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